la crisi è profonda

molto più profonda di quel che sospetto.
Intanto mercoledì ho lasciato quello che chiamo “l’altro lavoro”, quello di cui non volevo parlare.
Perchè?
Perchè dopo la discussione avuta con quella che chiamo “La capa dei capi”, mi sono resa conto che per fare bene una cosa bisogna fare solo quella. e ho scelto la capa dei capi e lasciato “l’altro lavoro”.
Ma la capa dei capi mi ha pur sempre rinfacciato che matteo è a scuola “gratis” e dio solo sa se mi converrebbe di più pagare con il denaro piuttosto che col lavoro!!!
Però la crisi è più profonda…sono stata a casa con Matteo per tutta la settimana… e il detto che per fare bene una cosa bisogna fare solo quella è valevole per ogni aspetto della mia vita. E, finalmente, ho fatto bene la mamma, soletta con Matteo, ho goduto le gioie della maternità.
La pedagogista che è in me urla e strepita ma può anche schiattare: i bimbi DEVONO stare con la mamma. e così ho fatto troppe cose finora, tutte fatte male: la mamma, la moglie, l’amica, la pedagogista…dando via via spazio al ruolo che più ne aveva bisogno e tralasciando completamente LA PERSONA CHE SONO E LA MAMMA CHE VORREI ESSERE.
così ho scritto alla capa dei capi questo messaggio:
Quello che è accaduto nel nostro ultimo “dibattito mi ha molto turbata”, ho sempre dato il massimo per i tuoi progetti, tranne che nell’ultimo mese, e non mi aspettavo che mi ricordassi la gratuità della frequenza di Matteo per 1 mese di “inadeguatezza”…Da allora sto attraversando un momento di riflessione in cui penso di non essere più in grado di poter fare bene il mio lavoro. Lasciare il lavoro al comune è stata una conseguenza logica della pressione a cui ero sottoposta ma non voglio che questo accada mai più.
Dunque, se pensi che sia il caso di guardarti intorno per cercare un’altra persona al mio posto, sappi che per me va bene.
A lunedì
Potrei rimanere quasi disoccupata. Ma non importa.
Vorrei chiudere definitivamente le situazioni che mi fanno stare male, vorrei mettere le “cose”
in chiaro con tutti, così come sono chiare per me.
Voglio vivere, non voglio correre, voglio assaporare ogni attimo, cogliere le sfumature, fermarmi a guardare l’arcobaleno perchè non lo rivedrò domani.
Affronto la crisi col petto in fuori, vado incontro alla sofferenza della consapevolezza a testa alta. Ma non voglio più, per nessun motivo, complicarmi la vita con le cose inutili.
e quindi butto via tutto.
non importa il fatto che io abbia costruito un castello nel corso degli anni. Le fondamenta erano basate sul cartone.
e ora voglio radici sane per crescere e basi solide su cui fondare il futuro.
perle ai porci ho dato fino a oggi.
e ora le perle le tengo per me.