Corso preparto: la settima (e ultima) lezione

cambio pannolino
Cambio pannolino

Corso preparto: la mia settima (e ultima) lezione

Ed eccomi arrivata alla settima lezione del corso preparto. L’ultima lezione. Anche questo corso è terminato (non senza un po’ di dispiacere). In queste settimane mi sono trovata bene con le altre coppie, mi è piaciuto confrontarmi con altre “pancione” e le ostetriche che ho conosciuto mi sono state di molto aiuto.

Continua la mia indecisione su dove andare a partorire. Più frequento queste ostetriche e più penso che vorrei persone come loro accanto a me nel momento del parto. Persone che non siano fredde e distaccate come quelle conosciute all’ospedale. Persone che non mi diano l’impressione di essere scocciate durante il loro lavoro e nel momento in cui devono interagire con me.

Per l’ultima lezione del corso preparto eravamo tutti. Una delle ragazze “pancione” è veramente impressionante: ha comprato di tutto e di più per la sua bambina. Conosce marchi e prodotti di ogni genere. E’ informatissima. Qualsiasi cosa che potrebbe servirle l’ha presa. Anche se poi magari alla fine non la userà. Però ce l’ha! Ha anche comprato un completino per la bimba in coordinato con la sua camicia da notte! Il contrario di quello che vorrebbe invece insegnarci l’ostetrica, che è per l’evitare di spendere soldi in cose inutili (senza sapere se poi effettivamente ci serviranno).

Ho chiacchierato con un’altra mamma in attesa che finisce il tempo nei miei stessi giorni e vuole andare a partorire alla clinica convenzionata. Visto che le ostetriche consigliano di non insacchettare i cambi per il bambino, perché tanto c’è il rooming in e sono direttamente le mamme ad occuparsi dei bambini, non c’è bisogno. Ma lei si chiedeva: se poi arriviamo lì e non c’è posto e ci spostano in un altro ospedale, dove magari c’è il nido? Allora forse conviene insacchettare lo stesso i cambi per il bambino… non si sa mai.

La settima lezione del corso preparto è iniziata finendo di vedere il video sull’allattamento che avevamo iniziato alla precedente lezione. Era rimasta l’ultima parte con una serie di frasi su alcune “problematiche” che potrebbero essere attribuite all’idea di non avere latte. Ma secondo l’ostetrica è veramente molto rara l’eventualità di non avere latte. Bisogna essere fiduciose e superare i presunti problemi per allattare liberamente, perché il latte “si genera con la suzione”).

Se il bambino, i primi giorni, si attacca molto spesso, è normale. Anche perché prende solo il colostro e può aver fame più spesso. E il suo intestino si deve ancora abituare a digerire. Poi è contraria alla bilancia a casa, perché il peso rischia di diventare un’ossessione per le neomamme. Magari ad una poppata prende solo 10 grammi perché non aveva fame, ma solo sete. Poi magari a quella successiva mangerà di più. Pesarlo ad ogni poppata (prima e dopo), oltre a diventare una schiavitù, rischia di far preoccupare troppo i giovani genitori inesperti.

L’allattamento libero (o “a richiesta“) funziona così: si fa attaccare al seno il bambino ogni volta che vuole, rispettando le sue voglie e i suoi bisogni. Poi dopo almeno 3 mesi si può anche provare a dargli degli orari, per far allungare i tempi tra una poppata e l’altra, ma cercando sempre di rispettare le sue necessità. Il bambino ha scatti di crescita a 10 giorni, 3 mesi e 6 mesi. In prossimità di questi periodi potrebbe volersi attaccare di più: è normale. L’allattamento artificiale facilita la vita perché si sa con precisione quanto latte il bambino prende e si possono dare degli orari fin dall’inizio, ma se si ha il proprio latte perché non approfittarne? Il latte materno è sempre il migliore.

Tra una poppata e l’altra, se si prova a spremere il seno e non esce nulla, non bisogna preoccuparsi. Non vuol dire necessariamente che non si ha latte. Ci sono donne che hanno, ad esempio, bisogno delle coppette assorbilatte, perché se lo perdono letteralmente. Ed altre che, pur avendo latte, non lo perdono.

Ci ha anche parlato di una sensazione, che parte dalla schiena, che alcune donne sentono quando scende il latte. Ma non tutte… quindi se non l’avete sentita, non pensate di non avere latte. Ci ha poi parlato del tiralatte, che potrebbe servire. Lei consiglia quello elettrico (io ho poi utilizzato quello della Medela e mi sono trovata benissimo).

Il latte si può conservare e congelare. Una volta scongelato e riscaldato, se avanza, si deve buttare. Non si può scaldare e dare al bambino di nuovo. Inoltre non si deve mescolare il latte tirato se si prende in due diversi momenti della giornata.

Parlando dell’allattamento è uscito fuori anche il discorso dell’ittero, che può capitare ai bambini nei primi giorni dopo la nascita. Il bambino, in questi casi, deve essere messo sotto una lampada. In genere in questi casi alla mamma viene dato il tiralatte e l’allattamento sospeso momentaneamente. L’ittero può venire anche in caso di incompatibilità di RH tra mamma e bambino (a me potrebbe quindi capitare visto che sono negativa e mio marito positivo). In ogni caso, nulla di grave. E’ un problema che si risolve.

Ci ha poi spiegato la profilassi che io dovrò fare se la mia bimba risulterà RH positiva. E’ una semplice puntura che mi permetterà di non sviluppare anticorpi se, per caso, il mio sangue è venuto in contatto con il sangue della mia bambina. Profilassi necessaria per non avere problemi con una eventuale nuova gravidanza.

Pannolino: come si cambia?

Poi ci ha fatto vedere come cambiare il pannolino. Sembra una stupidaggine, ma per genitori alle prime armi, anche una semplice operazione come cambiare il pannolino può sembrare complicata. Usare il pannolino stesso per pulire il sederino e poi poggiare il bambino sul pannolino chiuso, per non farlo sporcare di nuovo. Abbiamo visto come prenderlo in braccio per lavarlo. Ed abbiamo fatto la prova con il bambolotto Ettore. Consiglia di lavarlo con l’acqua e al massimo una saponetta delicata. Le salviette sono utili fuori casa, ma a casa non c’è niente di meglio dell’acqua. Altro consiglio: quando si cambia, avere tutto a portata di mano. E non lasciare il bambino mai solo sul fasciatoio. Il pannolino non si deve stringere troppo, anche perché appena cambiato lo stomaco del bambino è vuoto e poi magari si può gonfiare. I pannolini sono un po’ tutti uguali.

Cordone ombelicale: come curarlo?

I primi giorni in ospedale mettono l’alcol per farlo seccare. A casa possiamo anche non mettere nulla. Al massimo arrotoliamo una garzina intorno al cordone. Ma consiglia di toglierla quando il cordone comincia a staccarsi. Se il pancino si arrossa intorno al cordone, meglio portare il bambino dal pediatra, perché potrebbe essersi infettato.

Poi sono usciti vari dubbi, che ci ha risolto. Nei primi mesi meglio non usare il flash quando si fanno le foto. All’inizio le unghie non si devono tagliare perché sono molli. Gli occhietti si possono lavare con semplice acqua. Ci ha fatto vedere la fascia per portare i bambini, che è meglio del marsupio, perché permette di portare il bambino in una giusta posizione. Il calo fisiologico va recuperato entro le prime 2 settimane.