Questa la nuova “moda” dei ragazzi per lo più dai 13 ai 17 anni che sentendosi “inferiori”, non all’altezza della società e delle aspettative dei genitori diventano reclusi per scelta!
Il fenomeno nasce in Giappone dove la famiglia è caratterizzata dalla mancanza di una figura paterna e all’opposto da una madre eccessivamente protettiva, combinata ad una società rivolta al successo e all’autorealizzazione. Nasce così l’hikikomori che letteralmente significa “isolarsi, stare in disparte”.
Nei ragazzi comincia a prevalere un senso di inadeguatezza e di angoscia che li spinge ad isolarsi sempre di più, a cominciare dalle assenze a scuola, per poi chiudersi dentro casa fino ad essere reclusi (volontariamente) nella loro camera da letto allontanando qualsiasi tipo di contatto sia con la famiglia che con l’esterno e l’intera società.
L’hikikomori è un disagio sociale ma se non preso in tempo può sfociare in una patologia e portare a depressione e schizofrenia, oltre a ritardi mentali causati dalla mancanza di rapporti sociali ed altre attività che stimolino il cervello ed il suo sviluppo!
Questo fenomeno nasce in Giappone già negli anni ottanta ma è dal 2000 che si sta sviluppando in America ed in tutta Europa, Italia compresa.
Gli adolescenti ai quali viene diagnosticato questo disturbo vengono curati con sedute psicoterapeute e la prescrizione di psicofarmaci, inoltre in Giappone vengono realizzati degli alloggi dedicati a loro per far si che ricomincino piano piano ad interagire.
Vengono colpiti principalmente i ragazzi molto sensibili che tendono ad ingrandire la gravità di alcuni avvenimenti.
A Roma grazie allo psicologo sociale Marco Crepaldi creatore del blog Hikikomriitalia.it è nata l’Associazione Hikikomori Italia di cui è presidente e fondatore ad oggi formata da 70 famiglie con ragazzi reclusi e la pagina facebook Hikikomori Italia
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