Le paure di una mamma in attesa

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Da mamma in attesa mi sono riscoperta piena di paure. Paure a cui prima non avevo mai pensato. Paure inimmaginabili che potevano scaturire dall’episodio più insignificante. Paure forse innate che non erano mai venute allo scoperto.

Nelle prime settimane ovviamente c’era la paura che qualcosa andasse male. Il timore che la gravidanza non iniziasse bene e si interrompesse prima del previsto. Superata questa fase, arrivano altri timori.

Una delle mie più grandi paure era legata al momento del parto. Come sarebbe stato? Quanto avrei sofferto? Non era certo una cosa che si poteva sapere in anticipo. Puoi ascoltare tutti i racconti delle amiche, ma alla fine per ogni donna è diverso. Nonostante la paura, però, da una parte ero ottimista ed ero sicura che ce l’avrei fatta.

Una collega di mio marito invece era talmente spaventata dall’idea dei dolori del travaglio e del parto, che ha convinto il suo ginecologo a farle un cesareo. Non voleva soffrire (come se poi col cesareo non si soffrisse per niente). Però l’idea di dover affrontare il travaglio la paralizzava letteralmente dalla paura. E così ha ottenuto di potersi sottoporre ad un cesareo. A me sembra assurda come cosa, ma eventualmente per lei la paura era così grande che non c’era altra soluzione.

Gravidanza: le paure più pazze che si provano

Io invece, al contrario, avevo paura che per qualche motivo avrei dovuto fare un cesareo. Lo temevo con tutta me stessa. Sognavo di avere un parto naturale, ma l’eventualità di un cesareo non si può escludere. Fortunatamente alla fine sono riuscita ad avere un parto naturale.

Un’altra mia grande paura era che qualcosa andasse male durante il parto. Che potesse succedere qualcosa alla mia bambina. Ma probabilmente questo timore ha un fondamento preciso (e non credo che servano psicologi per capirlo). Prima di avere me, mia mamma ha avuto un’altra bambina. Bambina che purtroppo è morta durante il parto. Mia mamma non mi ha mai parlato molto di questa tragedia. So solo che il travaglio le si era fermato. I medici hanno deciso di aspettare, ma alla fine hanno scelto di effettuare un cesareo d’urgenza. Solo che ormai era troppo tardi o qualcosa è andato storto. E così la sorella maggiore che io avrei avuto non ce l’ha fatta. Inconsciamente probabilmente la tragedia vissuta da mia madre mi ha in qualche modo segnata e io temevo che potesse accadere qualcosa di simile anche a me.

E poi la scelta dell’ospedale. La mia ginecologa lavora in un ospedale senza il reparto maternità. Quindi io sarei dovuta andare in un altro ospedale a partorire. Riuscire a scegliere quello giusto non è stato semplice. Fino all’ultimo sono stata indecisa. Da una parte c’era mia madre che mi diceva di scegliere un ospedale, perché sono attrezzati per affrontare qualsiasi emergenza (questo perché lei al primo parto era andata in una clinica privata… come se poi queste tragedie non potessero accadere negli ospedali…); dall’altra invece c’era la mia ginecologa che mi ha consigliato di scegliere un ospedale o una clinica che mi ispirasse fiducia, senza stare a sentire quello che raccontano gli altri.

Queste ovviamente erano le mie paure più grandi… poi per ogni minimo cambiamento durante i mesi di gravidanza, mi capitava sempre di spaventarmi o di pensare al peggio (anche se in realtà la mia gravidanza procedeva più che bene!).

Con la seconda gravidanza invece le mie più grandi paure erano solo due: come la bimba grande avrebbe preso l’arrivo della sorellina e come sarebbe stata a casa qualche giorno senza di me. E poi la paura che mi potesse succedere qualcosa durante il parto (quella non manca mai!).

Fortunatamente sono state tutte paure che in qualche modo sono riuscita a gestire e superare. E che non hanno rovinato i miei 9 mesi di attesa o il momento del parto!