Guerrilla Gardening, i pirati del verde

Questa è una provocazione.

Da qualche tempo sull’onda di un’idea che viene da oltremanica, si stanno diffondendo anche in Italia dei gruppi autonomi  di Guerilla Gardening.

Il nome non deve impressionare, le attività proposte da questa “filosofia” sono innocue e direi anche benefiche.

Cosa si propongono i “guerriglieri del giardinaggio”?

Riqualificare, senza avere i necessari permessi amministrativi, le aree pubbliche lasciate dalle amministrazioni nel totale degrado, attraverso l’istallazione di piante, alberi, fiori e affini.

Ed è così che nella notte può  nascere un’aiuola a Campobasso, a coprire degli orridi cordoni di cemento, o può spuntare una siepe a Sant’Orso, o un orto ad Agraria in provincia di Milano.

Senza interessi particolari, lo scopo di questi gruppi autonomi di “giardinieri” è quello di rendere più belle e vivibile molte città, specialmente in quelle zone a maggior degrado, e forse anche quello di mandare un messaggio, pacifico, a chi dovrebbe amministrarle.

E allora una sera magari d’estate invece di accendere la televisione, mettiamo un bandana al collo dei nostri figli e armiamoli di paletta e rastrello a portiamoli a vivere l’emozione di far diventare una giungla la nostra città . . . . .

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