Tornare a casa in tre.

Finalmente si torna a casa…. in tre!

tornare a casa in tre
All’uscita dell’ospedale

Tornare a casa in tre ti fa finalmente rendere conto di essere una nuova famiglia!

Il giorno delle dimissioni ero molto contenta ma anche spaventata..

Riuscirò a prendermi cura del piccolo da sola dopo il cesareo? Riuscirò a fare le scale su e giù che ho dentro casa? Sarà un bimbo che dorme o strillerà tutta la notte? Come si mette un pannolino? Come si prepara il latte? Avrà freddo? Avrà caldo? Quel moncone del cordone ombelicale cadrà presto? E se fa infezione? E se non mangia? E se il latte fosse troppo caldo e non me ne accorgessi? E mille e una altre domande…

Chi ha partorito in ospedali che non fanno il rooming-in capirà meglio di cosa sto parlando. Per quanto ogni tre ore scendessi alla nursery per dare il latte a Thomas, durante il ricovero in ospedale avevo appreso solo come fargli fare il ruttino (e oltretutto il più delle volte si addormentava prima), non ho avuto mai modo di cambiargli un pannolino e di capire che tipo di bambino fosse. E’ anche vero che pare che i primi tre giorni di vita di un neonato non siano poi così rilevanti per identificarne a grandi linee il “carattere”, sono tre giorni a sé e c’è da capirli!!! Dallo starsene comodamente (loro comodamente, noi un po’ meno…) dentro alla pancia al caldo, protetti e nutriti costantemente dal cordone, si ritrovano alla luce, senz’acqua dove galleggiare, improvvisamente vestiti, impannolinati, con una pinza sul cordone e a dover capire che diamine sia successo!

Prima di dimetterci ci hanno per lo meno spiegato qualche cosina… Come trattare il moncone del cordone ombelicale (questo varia molto di ospedale a ospedale) e la metodologia del mio ospedale mi è piaciuta parecchio… Ci hanno parlato del latte artificiale dandoci le tabelle delle quantità da dare, ci hanno pregato di non coprire troppo i bambini e di vestirli come siamo vestiti noi e anche meno, dicendo che i neonati trattengono il calore molto più di noi, di non sentire se hanno mani o piedi freddi per regolarci, ma di sentirli al petto.

Ci hanno detto che si poteva tranquillamente uscire col bimbo fin da subito e che non c’era bisogno di starsene chiuse in casa data comunque la bella stagione.

Finalmente usciamo di lì e non vedevo l’ora di arrivare a casa.. in tre ma…. da soli !!!

Ho detto a tutti che avrei dato io il via libera alle visite, avevamo bisogno di ambientarci tutti! Non ho voluto aiuto da nonne né da nessun altro perché volevo da subito abituarmi alla nuova realtà.

Siamo stati alcuni dei pochi a portare via il bimbo nell’ovetto, ma vi spiego il perché se non siete ancora mamme.

L’ovetto può sembrare scomodo per il bimbo finché non tiene su la testa da sé, ma io sono fissata con la sicurezza stradale, e per portarlo in auto nella navicella serve un kit venduto a parte che tiene il bebè fissato alla navicella con una cintura e la navicella stessa deve essere fissata al sedile posteriore con delle speciali cinture di sicurezza. Io personalmente non ho comprato questo kit perché lo avrei portato in macchina da sola e quindi nell’ovetto posto nel sedile davanti (mi raccomando con air bag disinserito), per controllarlo.

Portare il bambino in macchina nella navicella senza il kit di sicurezza apposito, equivale e portalo sdraiato sul sedile della macchina.. ovvero, basta una frenata brusca e il bambino potrebbe balzare fuori.. Non voglio nemmeno pensarci!

Arrivati a casa ho trovato tutta la casa addobbata da palloncini azzurri e fiori…. mi ha fatto molto piacere trovarmi la casa così festosa.

Noi abbiamo una cagnolina, una chihuahua molto affettuosa e abbastanza viziata che era sempre stata abituata ad essere l’unica gallina del pollaio, quindi mio marito per prepararla al nuovo arrivato, le aveva portato, nei giorni precedenti, dei body usati da Thomas per farglieli annusare come ci era stato suggerito. Per chi non ha cani sembrerà assolutamente assurdo, chi invece li ha può capirne il motivo. Al nostro arrivo ha reagito molto scodinzolante e incuriosita!

Ecco lì la prima cacchina di Thomas…. Facciamo subito pratica. Già prendere quell’esserino così piccolo con la garza sull’ombelico non sapendo se effettivamente quel moncherino gli fa male oppure o no, e portarlo al lavandino con la tutina a penzoloni e il body aperto per fargli il bidè tenendolo saldamente ma senza stringerlo troppo, è stata un’impresa sinceramente ma non me la sono cavata male. All’inizio è normalissimo girare e rigirare il pannolino per capirne il verso giusto, metterlo e rimetterlo per paura che sia stretto, o largo, o che non sia messo bene. Diffidate da quelle che si vantano come super mamme nate che dicono di aver messo il primo pannolino alla prima, in 4 secondi e bendate… NON E’ VERO! A meno che non si siano cresciute dei fratellini. Solo il fatto che i neonati stiano con le gambe arranocchiate abituati al poco spazio angusto che avevano nella pancia, non aiuta per niente, non sai fino a che punto puoi fargliele stendere…

Mio figlio poi appena gli levavi il pannolino strillava come un matto e scattava il mio panico a capirne il motivo!

Sono stata subito chiara con mio marito dicendogli che dovevamo entrambi saper fatto tutto, e di non rifugiarsi dietro al “non sono capace” perché nemmeno io ero capace, tanto quanto lui!

Sono già passate tre ore dall’uscita dell’ospedale, quindi è ora di latte… così dopo il cambio sperimentiamo subito. Guardo il foglio con le quantità e mi rendo conto di che stomachino aveva! Era veramente un sorsooooo! Bhè quel poco se lo è bevuto di gusto per poi essere ubriachello e affaticato sulla mia spalla a cercare di fare il ruttino. Pooooverino com’era affaticato! Aggrottava tutta la fronte sospirando stremato… sembrava Mister Magoo! Sembrava un vecchiettino.

Il pomeriggio scorre bene, lui dormiva tutte le tre ore prima della prossima poppata e così via di super doccia, piega e depilazione finalmente vedendo cosa facevo!!! Mi ha rimesso al mondo ed ero molto soddisfatta di esserci riuscita con la ferita ancora fresca.

All’ora di andare a letto subito dopo una poppata, andiamo al piano sopra (sono riuscita a fare le temute scale), mettiamo Thomas nella culla e ueeeeeeeee…., ueeeeeeeee…., piange! NOOO! Abbiamo pensato: “ecco cominciamo bene… non ha pianto finora e appena spenta la luce grida? NOOOOOOOOOOOOOOOOOO“. Acchiappo un ciuccio e provo mooooolto scettica a darglielo e taaaac… silenzio immediato… Ottimo! Ci sdraiamo e dopo poco parte qualche lamento… Lui prima di fare il vero e proprio vagito, partiva tipo diesel quindi capivi subito che stava carburando prima di strillare. Aveva perso il ciuccio magico. Capito subito l’andazzo, sposto la culla a fianco a me appiccicata al letto così da non alzarmi per le 150 volte in cui lo avrebbe perso.

Devo dire la verità, eravamo molto sorpresi del fatto che avesse dormito tutta la notte. Si svegliava solo all’ora del latte, puntuale come un cronometro. Avevamo fatto qualche errore di organizzazione.. ovvero ci svegliavamo entrambi, io lo cambiavo al piano sopra e mio marito scendeva a fare il latte. ERRORE! Svegliarsi tutti e due non era una cosa per niente furba, difatti i giorni seguenti abbiamo rivisitato la faccenda della gestione della notte.

La difficoltà post cesareo che ho avuto a casa era l’alzarmi dal letto. Ovviamente è ben diverso alzarsi da un letto piatto che da quello dell’ospedale che potevi alzare in versione seduta. Non vi nascondo che io per paura del dolore avevo il Toradol anche a casa e prima di dormire me lo ero preso! Dormire a pancia in su era cosa ormai dimenticata, a pancia in giù ci ho messo qualche giorno, ma dopo… che goduriaaaaa!

Tornare a casa in tre
Thomas a 4 giorni a prendere l’aperitivo 🙂

Chiunque il giorno dopo ti chiede se il bambino ha dormito e se il bambino è bravo…. (di solito è bravo=ha dormito la notte)… Limitatevi a un secco sì, senza esprimere troppa felicità o fare balletti a riguardo, e fate anche le corna… I bambini spesso sembrano sentirti e fartela pagare sennò…e a molti fa invidia… quindi fatele le corna, date retta!

Il giorno seguente siamo usciti un pochino e poi siamo andati a berci un aperitivo (finalmente alcolico 🙂 !), quindi così moribonda non ero. Dopo essermi bevuta un drink, mi ricordo che stavo prendendo l’antibiotico -.- , e vabbè pace ormai è fatta.

I primi giorni sono trascorsi bene, e anche da sola me la cavavo abbastanza serenamente… Nulla in confronto a come ho vissuto la gravidanza, averlo lì era mooolto meglio… Mi dicevano: goditi la gravidanza, vedrai dopo! La pancia ti mancherà. In tante mi dicevano che per gli ormoni avrei pianto un mucchio dopo… che avrei probabilmente accusato molto lo “shock” di tornare a casa in tre essendo sempre stati in due, che avrei accusato i ritmi ecc. Cose plausibili ma che non mi sono successe per fortuna. Io ho pianto un mucchio in gravidanza, ma un mucchio per davvero! Forse non avevo più lacrime :-). Non ho accusato il tornare in tre ma anzi, per me ora eravamo in tre, quando ero incinta no. Vi sembrerò una matta, ma a me la gravidanza non è piaciuta per niente, non mi sentivo ancora mamma! Il fatto che fosse fuori dalla mia pancia per me era un enorme sollievo. La pancia? La pancia non mi è MAI mancata, anzi, non vedevo l’ora che sto benedetto utero si sgonfiasse e mi facevo foto da confrontare giorno per giorno per vedere se era scesa.

tornare a casa in tre
Pancia a 7 giorni dal cesareo -.-

 

Vogliamo parlare del peso???? Mi dicevano: io di parto ho perso 7 kg, io 8, io 5, io tutti… Il giorno dopo l’arrivo a casa mi sono pesata. Ho pensato che avendo preso non tanto (11,7 kg) probabilmente ne avrei persi in media in base alle testimonianze almeno 6 tra liquidi, placenta, bimbo e tutto il resto… e invece??? E invece 3,5 kg dopo dieta liquida di due giorni! NON CI POTEVO CREDERE! Tra poco svengo! Invece poi devo dire che giorno per giorno la bilancia scendeva regolarmente.. il mio utero molto lentamente, ma l’ago della bilancia mi consolava molto. Fermo restando che anche con 4 cm di pancia in meno mi sentivo snella e leggera, poi ad oggi rivedo le foto e mi spavento ahahaha, e a volte passavo davanti allo specchio girata di spalle convinta che sarei rimasta così!!! Ragazze, ve lo dico, la foto della mia pancia a 7 giorni dal cesareo, l’ho messa solo per rincuorare chi come me ha dovuto aspettare parecchio per vedere sgonfiare l’utero, ancora ad oggi guardarla mi fa prendere male!

Per chi fosse attualmente in questa fase, vi consolo… sono tornata esattamente come prima e senza una smagliatura sulla pancia (grazie bio oil!).

Le medicazioni alla ferita me le facevo senza sentire il minimo dolore, i punti essendo interni non andavano tolti e il taglio era obiettivamente perfetto.

Tornare a casa in tre quindi per me non è stato assolutamente strano, le grandi lacrime che aspettavo non sono arrivate, la pancia non mi mancava affatto (anche se come avete visto era sempre lì!), e non mi sono mai sentita una mamma meno mamma per non aver partorito con dolore né allattato. Le mie scelte mi hanno fatto essere serena così e questo è l’importante. La serenità è fondamentale per far essere sereno anche chi è intorno a te e soprattutto tuo\tua figlio\a quindi fate ciò che vi fa essere più serene, non quello che fa serena la mamma, la zia, la vicina di casa o la suocera!

Ricordo a tutti che non sono un medico, una puericultrice, una pedagogista, un pediatra né nulla di tutto ciò. Sono solo racconti di personali esperienze.

 

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