A scuola con il metodo Feuerstein

PRIMO GIORNO SCUOLA FEUERSTEINPRIMO GIORNO SCUOLA FEUERSTEIN

Il primo giorno di scuola Feuerstein comincia con i bambini accanto ai genitori.

Tutti sorridono, emozionati e sereni, le maestre si guardano tra loro, complici ed entusiaste di cominciare una nuova avventura.

Si entra in classe dove la maestra accoglie i bambini uno ad uno, li saluta e consegna loro una busta con le letterine che compongono il loro nome. “Andate a scegliere il vostro cubotto, è importante, conterrà le vostre cose per tutto l’anno” Genitori e bambini si dirigono verso i cubotti (armadietti aperti) e incollano le letterine (Big shot santa subito!)

Poi i bambini di seconda accolgono i bambini di prima consegnando loro una coccarda con scritto 1 e le maestre consegnano ai bimbi di seconda la coccarda con scritto 2.

LA STORIA DEI PALLONCINI – E poi è l’ora della Storia. La maestra S. è coinvolgente, basta un suo cenno della mano per far ammutolire tutti. La storia è quella dei bambini che vivevano in un mondo in bianco e nero, la LIM proietta figure di luci e ombre senza colori…”Un giorno i bambini videro dei palloncini colorati ed ogni bambino ne afferrò uno. Nessuno voleva lasciarli andare perché i non avevano mai visto nulla di così allegro e colorato. Ma i palloncini volevano volare in alto, così i bambini per paura di lasciarli andare strinsero più forte la cordicella che li teneva legati a loro. Ma i palloncini volevano proprio essere lasciati liberi così, uno ad uno, i bambini decisero di lasciarli andare.
E con grande stupore si accorsero che per ogni palloncino che volava via, il mondo si colorava di un colore fantastico…” (cit. Istituto G. B.)

I genitori vengono invitati ad uscire ed aspettare nel cortile. I bambini escono ad uno ad uno con un palloncino tra le mani. Al “tre” tutti lasciano andare il palloncino e il cielo si colora di rosa, rosso, blu e giallo!

A quel punto i genitori sono invitati ad andare mentre i bimbi corrono nelle classi.

Matteo ha raccontato di aver fatto i biscotti per i bimbi di prima elementare, di aver sistemato le proprie cose nel cubotto e di aver preparato la scatolina.

INSEGNARE IL RISPETTO DELLE COSE E DEGLI ALTRI – La scatolina, una scatola da regalo, con tanto di fiocchetto, contiene 3 oggetti da mettere in comune: una matita (anch’essa infiocchettata) una gomma da cancellare e uno stick di colla. Dentro la scatola c’è scritto il nome ma fuori è anonima.

Ogni mattina i bambini prendono la scatolina e non sanno di chi è. Utilizzano il materiale e poi devono riporlo in ordine, come l’hanno trovato, con la matita temperata, la gomma da cancellare pulita e la colla stick in ottime condizioni. Se non si rispetta il materiale, si lascia la matita senza punta o la colla stick sporca, il giorno successivo un altro bimbo potrebbe trovarla in disordine.

IN COSA CONSISTE IL METODO FEUERSTEIN?

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(Leggi l’articolo completo che ho scritto qui)

METODO FEUERSTEIN E APPRENDIMENTO MEDIATO – Così come una mamma sceglie gli stimoli giusti da dare al proprio bambino, sceglie il momento giusto in cui insegnare al bambino a camminare, nuotare, andare in bicicletta, nello stesso modo un maestro del metodo Feuerstein sceglie in che modo andare a potenziare l’intelligenza umana attraverso determinate strategie. Non esistono misurazioni fisse, rigide e statiche, non si viene etichettati e limitati, tutto viene svolto con grande rispetto del potenziale intellettivo. E se qualcosa non riesce al bambino in questo dato momento non è detto che più tardi potrebbe riuscirci.

METODI A CONFRONTO – Il prof. Feuerstein mette a punto il suo metodo con i bambini usciti dai campi di concentramento che avevano subito uno shock emotivo particolarmente grave. La dott. Montessori mette a punto il suo metodo con i bambini di un quartiere popolare di Roma alla soglia della prima guerra mondiale, il prof. Steiner concentra il suo metodo nell’educazione dei figli dei lavoranti in una fabbrica. Ognuno di questi metodi parte dalla preparazione degli insegnati, dal materiale proposto ai bambini e dall’ambiente che circonda gli alunni.

NON SPRECHIAMO L’INTELLIGENZA – Ognuno di noi arriva a scuola con il proprio bagaglio culturale che viene plasmato e avviato verso l’uniformità del pensiero. Ad un determinato stimolo deve esserci una determinata risposta. Nelle teorie di Feuerstein non sono gli stimoli in se’ a fare la differenza, ma l’intervento degli adulti (genitori o insegnanti) che hanno il compito di “mediare” ciò che viene presentato al bambino, quindi fargli scoprire qual è l’utilità di ciò che stanno imparando.

IL COMPITO DELL’INSEGNANTE – L’insegnante deve innanzi tutto credere che ogni bambino possa imparare e sta a lui cercare le strategie per aiutarlo. Gli insegnanti che utilizzano l’approccio Feuerstein devono sempre tenere in considerazione l’emotività del bambino che sia timido o irrequieto, deve insegnare loro a riconoscere le emozioni in se stessi e negli altri, che le emozioni e gli stati d’animo cambiano nel tempo (ad esempio all’inizio di un gioco e alla fine: se si vince si provano delle emozioni, se si perde se ne provano altre).

SFERA COGNITIVA E SFERA EMOTIVA – Un bambino che ha un livello cognitivo alto ma e’ frustrato smetterà di apprendere così come un bambino che ha un livello cognitivo modesto se emotivamente e’ equilibrato apprenderà senza difficoltà’. Altra cosa importante e’ quella di rendere i bambini autonomi nel pensare e nel trovare soluzioni quindi l’insegnante deve sempre porre domande ai bambini per cercare di farli ragionare sul perché’ accade qualcosa. Inoltre, se un bambino viene mortificato o messo in difficoltà non farà alcun progresso, mentre se un insegnante farà sentire il bambino competente aiutandolo a trovare la strada per risolvere una sua difficoltà questi farà passi da gigante.

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