DIRITTO PRANZO AL SACCO
Pranzo al sacco a scuola: la legge dice sì – Farà discutere la sentenza della corte d’appello di Torino che ha riconosciuto il diritto alle famiglie di portare il pasto da casa.
Farà discutere per due motivi importanti: il primo di carattere pedagogico, l’altro di natura organizzativa.
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Le scuole dovranno dotarsi di due locali per la mensa: uno per il pasto da casa, l’altro per quello “tradizionale” poiché, per la normativa vigente in materia igienico-sanitaria, non è possibile consumare nei locali della mensa il pasto portato da casa.
Ora… separare al momento del pasto i bambini sarà di per sé una discriminante… e questa sentenza, in realtà, non tiene conto dei diritti dei minori ma solo di quelli dei genitori che hanno richiesto l’intervento della giustizia.
Una giustizia che, se fosse tale, dovrebbe garantire EQUITÀ di accesso ai servizi e non favorire alcuni a scapito di altri. Se il costo della mensa aumenta è perché c’è sempre chi non paga ed è tutelato dal rigore dei non controlli.
Ora la sentenza apre nuovi scenari preoccupanti… non si tiene conto del momento del pasto come formativo e socializzante, dovrà aumentare il personale al momento del pasto e del riordino per far fronte alla divisione dei bambini in due diverse mense, non tutte le scuole hanno la possibilità di destinare uno spazio alternativo… insomma, seppur favorevole e felice che finalmente ci si sia espressi in questa direzione vedo delle lacune preoccupanti.
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Una battaglia nata più di 2 anni fa con un ricorso al Tar di 583 famiglie. I giudici amministrativi avevano bocciato il ricorso sull’aumento dei costi, ma si erano dichiarati incompetenti a decidere sulla sussistenza o meno di un diritto a portarsi il pranzo preparato a casa, demandando la questione al giudice ordinario. A cui si sono rivolti i genitori: il tribunale in primo grado aveva respinto le loro ragioni che sono invece state accolte in appello, con una sentenza destinata a diventare un precedente in tutta Italia.
«La Corte d’Appello di Torino, finalmente, ha accolto la nostra domanda e per la prima volta in Italia ha accertato la sussistenza del diritto di scelta faticosamente rivendicato», scrive sulla pagina Facebook dei genitori l’avvocato Giorgio Vecchione che ha portato avanti le cause, sottolineando poi l’obbligo che avranno le scuole di garantire anche a livello organizzativo la possibilità di scelta: «La Corte di Appello – scrive – ha ritenuto di non consentire indiscriminatamente agli alunni di consumare il pasto domestico presso la mensa scolastica, ma statuito che ciascun istituto debba adottare idonee misure organizzative in relazione alla specifica situazione logistica». Organizzazione che ora diventa un obbligo specifico per le scuole.
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fonte La Stampa Torino