Consapevolezza e cambiamenti

COME ACCETTARE SE STESSI

Ho pensato tanto a come dare corpo a questo post che è una riflessione a voce alta, in divenire, senza nulla di definito o definitivo. Spero che nella vita di chiunque capiti questa presa di coscienza.

Questa consapevolezza. E la chiamo così. Consapevolezza di se stessi.

Ho passato una vita intera a tormentarmi perché non ero abbastanza. Una vita a punirmi per colpe più o meno esistenti. Una vita a dubitare di me, a vivere giustificando gli altri anche quando sbagliavano. Una vita di sofferenze. E me le sono vissute tutte, le sofferenze, una ad una.

Fino a qualche mese fa.

Cosa è accaduto con esattezza non lo so. Molto probabilmente la campagna elettorale ha tirato fuori quella parte nascosta di me, quella ambiziosa, quella che non si è mai permessa di gareggiare per paura di perdere, perché il secondo è un perdente e non è vero che l’importante è partecipare. Se gioco voglio vincere… L’esperienza delle ultime elezioni mi ha fatto scoprire che potevo farcela in qualunque occasione. Anche a vincere le partite più difficili. E ho vinto.

Ad un certo punto non ero più solo mamma, solo compagna, solo donna. Non ero più solo figlia, sorella, amica. Ad un certo punto tutti questi surrogati di me stessa non erano più abbastanza da definirmi con completezza. Ad un certo punto ero io e basta. Con le mie esigenze, la mia felicità e la mia voglia di vivere.

Non mi sono accettata subito. Sono andata in crisi. Non mi capacitavo di come fosse possibile evolversi in questo modo e non riconoscersi più. Improvvisamente tutti i pezzi del puzzle andavano al loro posto. Ho cominciato ad utilizzare le parole giuste in ogni circostanza, ho cominciato e volere per me stessa solo quello che desideravo veramente senza le sovrastrutture, anche quando quello che volevo veramente andava contro ogni regola della logica umana.

Le regole che avevo costruito con tanta fatica sono andate a farsi benedire. Ho pensato fosse un periodo passeggero e mi sono assecondata. Invece, più passava il tempo, più mi accorgevo che il cambiamento, tutto sommato, mi piaceva.

Mi sono sentita vera, chiara, semplice, pulita. E tutto intorno a me ha cambiato forma e colore.

E ho provato quella sensazione che pensavo essere chiaro sintomo dell’amore. Sospiri infiniti, sguardo perso nel vuoto, farfalle nello stomaco. Ma con una grande lucidità e una inaspettata forza.

Ho cominciato a volere momenti solo per me, in maniera esclusiva, da passare come meglio credessi. Senza sensi di colpa. Ho cominciato a chiedere di più, a spingermi oltre, a togliere i paletti che avevo davanti e lasciarli da una parte.

Qualcosa di totalmente inaspettato e destabilizzante. Come una crisalide che diventa farfalla.

E oggi mi sento assolutamente serena, appagata, felice. Consapevole.

A voi non è mai successo?

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