STORIA DEL MELONE
La scorsa settimana, nel paese in cui sono in vacanza, si è tenuto un concorso letterario al quale ho voluto partecipare sia nella sezione narrativa che poesia. Il tema del concorso era “gufi e melone” e la mia poesia è arrivata seconda. 🙂
La storia che ho scritto e che a Matteo è piaciuta tanto, ho pensato di metterla a disposizione del web. In realtà basta cambiare soggetto e il risultato finale non cambia. La morale è chiara.
Buona lettura!
CANTO ESTIVO DI UN MELONE GIALLO CHE VOLEVA GIRARE IL MONDO
Questa è la storia di un melone giallo che voleva girare il mondo.
Si era stancato di guardare la terra arida e di soffrire il caldo torrido.
Lui sognava la città con le sue luci e i suoi colori. Qui non aveva niente da fare. Le sue giornate trascorrevano con monotonia, lentamente: andava a dormire con il bubolare dei gufi e il frinio spensierato delle cicale, si risvegliava alle prime luci dell’alba quando i contadini andavano ad accudirlo con amore togliendo le erbacce che gli crescevano intorno e accarezzando la sua gialla buccia liscia e levigata.
Vedeva i suoi amici meloni partire ogni giorno e sognava il momento in cui sarebbe toccato anche a lui.
Alle prime luci dell’alba di quel mattino lo colsero. I contadini gli piacevano tanto. “Mi mancheranno” pensò.
Ma era finalmente giunto il suo momento. Eccitato ed emozionato era pronto per la sua avventura.
Lo caricarono su un treno e si sentiva inebriato dal paesaggio che cambiava in continuazione, dal vento che rinfrescava la sua buccia gialla e intensa. Vide altre piantagioni di meloni, uguali alla sua e capì l’immensità del mondo.
Arrivò in aeroporto e da lì partì alla volta di una grande città, sul continente, come aveva desiderato da quando era solo un semino.
Che grande emozione per il piccolo melone!
Era una bellissima serata estiva quando il melone giallo arrivò in città. Si guardò intorno e la luce dei lampioni illuminava localini alla moda che emettevano musiche allegre e spensierate. Com’era bella la città di notte! Si addormentò sognando le meraviglie che lo attendevano il giorno successivo.
Non si svegliò alle prime luci dell’alba come sempre. Quando aprì gli occhi tutto intorno a lui era grigio e scuro. I palazzi alti, le strade trafficate e una patina di grigio smog lo stavano spegnendo pian piano.
Cercava i suoi punti di riferimento per darsi coraggio. Si sentiva tremendamente solo. I meloni intorno a lui non erano gialli. Avevano una dura buccia chiara e rugosa. Alcuni erano piccini e tondi, altri grandi e oblunghi.
Ma il sole splendente e il cielo azzurro? Il canto allegro delle cicale e il bubolare intenso dei gufi? Ad un tratto la città non gli sembrò più così speciale.
“Voglio tornare a casa mia” disse il melone. “Voglio rivedere i miei amici contadini che si prendevano cura di me con amore. Il colore del cielo azzurro e il caldo torrido, il sole che risplende…voglio tornare a casa mia”
Il melone si mise in viaggio. Conobbe altre città. Si innamorò e rimase lontano a lungo. Ma pensava sempre alla sua terra natia. E la nostalgia rimbombava sorda ogni giorno nel suo cuore.
Tornò un giorno il melone con tutta la sua famiglia. Aveva viaggiato per il mondo in lungo e in largo. Ma quando guardò la terra arsa dal sole, i contadini che lo accoglievano a braccia aperte e i suoi amici meloni pensò che non aveva mai visto in tutto il mondo un altro posto più bello di casa sua.