COME RICONOSCERE LA DISGRAFIA
Quella che vi racconto è la mia esperienza personale fatta di 3 anni e mezzo di consapevolezza, di lotte, di discussioni, di ignoranza, di rabbia, di chiarimenti e verso una diagnosi che stiamo per affrontare.
LEGGI ANCHE: Come crescere bambini creativi
CHE COS’E’ LA DISGRAFIA
La disgrafia è un disturbo che non permette ai bambini di scrivere in maniera leggibile e comprensibile, a volte nemmeno a loro stessi. Mi ero accorta che Matteo poteva avere questo problema già all’asilo, però non si può diagnosticare e certificare prima della fine della seconda elementare.
Le caratteristiche che avevano suscitato in me un campanello d’allarme erano molte e, ad aggravare la situazione, una delle tante maestre di Matteo nella scuola dell’infanzia, strappava ripetutamente i suoi disegni in classe perché erano brutti. Ripercorrendo la storia di questo blog si vede che per 6 lunghi mesi noi abbiamo fatto homeschooling poiché, quando la maestra mi disse che strappava davanti a tutti i disegni e costringeva Matteo a farne altri “più belli” io l’ho ritirato subito.
E dunque Matteo non ha mai amato disegnare da piccino né scrivere poi. Diceva che non era bravo e che tutti erano più bravi di lui. Sui suoi quaderni c’era sempre scritto:”sei disordinato, fai più attenzione, devi essere più ordinato, fai più ordine”.
Abbiamo passato tutto lo scorso anno in prima elementare a cercare di fare esercizi grafo-motori per aiutare Matteo ad essere più sicuro di sé, a sentire meno la fatica e “il dovere” della scrittura. Fino a quando, quest’anno, ha cambiato scuola e ha cominciato, da solo, a scrivere “meglio” per non far dispiacere alla sua maestra che non riusciva a capire quello che c’era scritto sui suoi quaderni.
CARATTERISTICHE DELLA DISGRAFIA
La valutazione vera e propria la cominciamo questa settimana. I tratti distintivi che mi avevano fatto intuire un possibile problema già alla scuola dell’infanzia sono stati:
- Impugnatura scorretta della matita
- Eccessiva stanchezza nello scrivere e disegnare
- Postura scorretta
- Mancato rispetto dei margini del foglio
- Mancato riconoscimento dello spazio del foglio e delle righe o quadretti
- Tratto grafico incerto (o troppo marcato o troppo debole)
COME INTERVENIRE PRIMA DELLA DIAGNOSI
Nel nostro caso abbiamo cercato in tutti i modi di potenziare la motricità grossa e fine con manipolazione e scrittura nella sabbia (oppure nella farina di polenta in casa) sia con le dita che con l’ausilio dei bastoncini, perché la nostra più grande difficoltà nel fare i compiti era quella che dopo appena 5 minuti, Matteo si stancava e la mano gli faceva male. Abbiamo anche sercato di correggere la postura cercando di farlo sedere comodamente, con il foglio nella giusta posizione, disegnando anche in casa la sagoma del quaderno in modo da renderlo autonomo. Parlo al plurale perché la mia più grande difficoltà era la pazienza. Vederlo piangere ogni giorno per la fatica, vedere la sua consapevolezza nel sentirsi “diverso” dai suoi compagni, vedere continuamente il suo impegno ripagato con un “più ordine” è stata davvero dura. Volete sapere se ho parlato con la maestra vero? Ebbene sì, le avevo mostrato le mie perplessità ma forse sono sembrata solo una mamma un po’ ansiosa di un bambino un po’ disordinato.
Invece la scorsa settimana ho portato Matteo a fare la prima visita per capire se c’era bisogno effettivamente di una diagnosi e di un aiuto visti i suoi progressi, la scuola mi ha molto supportata in questo percorso e la maestra e tutto il personale sono sempre stati disponibili all’ascolto e alla comprensione indicandomi il giusto percorso.
L’emotività di Matteo nei confronti della scrittura è saltata subito agli occhi della terapista che comincerà la valutazione nei prossimi giorni.
Spero tanto che altre mamme nella mia situazione, che hanno dubbi o perplessità, che sentono quella vocina dentro che dice che qualcosa non va e che non è solo disordine, possano prendere coraggio e rivolgersi ad un logopedista esperto o ad un terapista.
PER APPROFONDIRE: Le nove intelligenze multiple