Le responsabilità di un bambino

Fino all’ingresso alla scuola primaria, Matteo non ha mai avuto grosse responsabilità.

C’ero sempre io dietro ogni suo passo. A casa sapeva lavarsi e vestirsi in autonomia, in piscina anche, oni volta che toglie un abito cerca di piegarlo e metterlo sulla sedia e sul letto ma per il resto solo gioco e relax dopo la scuola.
Da qualche mese tutto è cambiato.
Le maestre della scuola primaria non sono amorevoli e protettive come quelle dell’infanzia. E così è accaduto che ci siamo resi conto tutti che le cose dovevano cambiare.<br />
Innanzitutto a scuola.

Vestiario:
Togliersi il cappotto, mettere il berretto dentro alla manica, appendere il cappotto.
Allacciarsi le scarpe se si sciolgono.
Ricordarsi di riprendere il proprio cappotto con cappello quando si va via…(e non è scontato)
Zaino:
togliere lo zaino, prendere ciò che è necessario per la lezione e lasciare fuori dall’aula lo zaino (in classe non c’è spazio)
Astuccio: 
provvedere al proprio astuccio in autonomia: temperare le matite, i pastelli colorati, avere la gomma da cancellare a portata di mano, non far cadere nulla dal proprio banco.
Libri e quaderni:
i libri e i quaderni sono riposti sotto al banco per cui bisogna stare attenti a non farne cadere nessuno quando si cerca quello di cui si ha bisogno. Soprattutto bisogna essere in grado di rimettere tutto a posto.
Merenda e pranzo: 
per la merenda ed il pranzo a scuola è importante avere tutto a portata di mano, tovaglietta e succo o acqua per la merenda e mangiare o assaggiare tutto per il pranzo. Purtoppo si ha poco tempo per consumare i pasti quindi è bene che il bambino assaggi tutto prima di dire “non mi piace”.
Bagno: 
andare in bagno solo all’occorrenza è davvero una regola difficile. I bambini vanno in bagno per uscire dall’aula e fare due passi. la responsabilità sta nel permanere in classe anche quando non si ha voglia di farlo.
A casa:
quando arriva il momento dei compiti è un dramma. Le matite vanno temperate, i temperini svuoati, non si gioca, bisogna stare fermi, seduti composti…bisogna preparare lo zaino, riporre tutto in maniera ordinata, preparare i vestiti per il giorno successivo.

A volte guardo Matteo e mi sembra un bambino che non ha mai avuto responsabilità. La mole di cose da fare è tanta e c’è un abisso tra la scuola dell’infanzia e la scuola primaria.

Voi come vi trovate?

8 Risposte a “Le responsabilità di un bambino”

  1. Difficile Mariaelena! Sia per me che per lui. Io faccio una gran fatica a lasciarlo fare da solo. A casa cerco ancora di aiutarlo a fare tante cose anche se pure Samu, come Matteo è diventato autonomo in tantissime cose ben prima di iniziare la scuola primaria. Si sapeva già vestire, svestire, gestire la propria merendina, raccogliere le sue cose e metterle o toglierle da uno zaino… Lui fa ancora fatica a capire che queste cose ora sua sua completa responsabilità! Fa fatica a capire che deve tener d’occhio il suo materiale quando è a scuola, che deve averne cura, che si deve mettere il giubbino anche se sente caldo quando vanno fuori dopo il pranzo per giocare un pochino. Non parliamo poi del capire che deve anche controllare che altri bimbi non rovinino gli oggetti di sua proprietà (bretelle zaino). Posso dire una cosa? Tu mi conosci e non sono una mamma lamentona, proteggo mio figlio ma solo se è necessario, lo coccolo ma gli do anche regole. Ecco.. secondo te il passaggio dalla scuola infanzia alla scuola primaria non è troppo brusco? Come può un bimbo passare dall’ultimo anno di scuola infanzia (e centro estivo) abituato a domandare aiuto alla maestra e a riceverlo, alla scuola primaria e a diventare un numero tra tanti altri bimbi. All’improvviso deve arrangiarsi ad allacciare le scarpe, temperare le matite, aprire il sacchetto della merenda, ricordarsi il berretto, cercare la gomma che magari è stata presa per dispetto da un compagno, capire che i compiti sono obbligatori, che non può andare in bagno se davvero non deve fare pipì urgente… Perchè non abbiamo, come in qualche altro Paese, una classe di passaggio in cui i bimbi si abituano piano a diventare responsabili di sè stessi, del proprio comportamento, dei propri oggetti… Tra l’altro la scuola italiana non aiuta perchè essendo “povera” spesso non può offrire la possibilità alla maestre di essere più disponibili, di procedere per gradi… Una maestra con 23/24 (ma anche più) bimbi non può fare tanto tutto da sola.

  2. ecco. secondo me è un abisso. Non riesco capire se sono io che sono troppo “precisa” se è lui che molto disordinato, se è la scuola che è troppo esigente, se sono le maestre molto severe. Ho molta confusione nelle idee

    1. Secondo me, semplicemente, è un abisso! Proprio come dici tu. E io son contenta delle nostre maestre, mi piace la scuola, insomma son soddisfatta, (che non vuol dire che sia tutto perfetto… anzi!), però trovo che per un bimbo di 6 anni sia davvero faticoso ritrovarsi da un giorno all’altro a rovesciare tutta la sua routine, tutte le sue certezze, tutti i suoi diritti e doveri. Perchè se alla materna cadi e ti sbucci un ginocchio la maestra corre da te, ti coccola, ti medica, ti canta una canzoncina… Se alla scuola primaria perdi il dentino che ti è appena caduto in giardino ti senti rispondere “io non ci posso fare niente”. Devi aspettare il tuo turno, stare zitto quando vorresti parlare, non c’è più nessuno che ti dice che sei un bimbo d’oro. Non sei più un bimbo speciale. Diventi uno tra tanti e questo mi mette tristezza. Lo so che la vita da grandi è così, devi imparare a far da solo, a far valere le tue ragioni, a rispettare le regole… Però son convinta che dovrebbe essere un passaggio un pochino più graduale. Samuele a scuola è disordinato, a volte birichino, chiacchera, talvolta si dimentica di rispettare le regole. A casa non riesce a stare seduto nè per mangiare nè per fare i compiti perchè è già stato tanto seduto a scuola 🙂
      Insomma non sei la sola ad aver notato questo cambiamento. Però c’è poco da fare, la scuola è così

    2. A me non piace la scuola così! Ricordo con amore la mia maestra delle elementari, carmela, col suo profumo di borotalco e la sua dolcezza. Si può essere autorevoli anche con dolcezza. Nella classe di matteo ci sono 19 bambini e due maestre di sostegno. Eppure le maestre si lamentano della classe irrequieta. Matteo a volte chiacchiera, fa fatica a stare attento perché c’é confusione…avrei preferito un inserimento più graduale…abituarsi a questo ritmo non é facile per nessuno…nemmeno per le famiglie!

  3. Il piccoleto di casa si è subito abituato ai ritmi della scuola “dei grandi”, come dice lui… ma… ora – dopo la pausa di Natale soprattutto – inizia a sentire il peso, come ben dici, delle responsabilità. Forse nei primi giorni l’insegnante ha favorito il passaggio in modo “morbido”. Ora stanno lavorando di più e le richieste che vengono fatte ai bambini iniziano ad essere più importanti…. Spesso noto che è nervoso… più di quanto non lo sia stato in passato e credo che inizi a cambiare qualche cosa anche per lui. Con i compiti a casa, ad esempio: il piccoletto è sempre stato molto pratico e pronto a svolgere i suoi doveri senza lagnarsi e senza perdere tempo. Ho notato ultmamente che inizia a borbottare, a sbuffare, ad essere un po’ pasticcione… Sarà il prezzo della crescita? Sull’autonomia ho visto che è piuttosto in gamba: fa da solo e spesso, quando io tento di aiutarlo o di stargli un po’ troppo addosso mi dice “io sono grande, mamma, faccio da solo”… Spero che duri… Ps. al primo colloquio con la maestra ero un tantino nervosa perchè temevo che mi avrebbe detto qualche cosa sul comportamento. Il piccoletto non riesce a stare fermo troppo a lungo e il passaggio dai giochi della materna alle quattro ore di lavoro a scuola credevo potessero destabilizzarlo. La maestra mi ha tranquillizzata dicendo che è vivace come un normale bambino della sua età, non è fastidioso, quando è il momento di lavorare lavora senza problemi, sa ascoltare e tutto il resto…. Meglio così, mi sono detta… Poi, però, alcuni bambini mi dicono che lui è uno dei tre moschettieri e non so come interpretare questa cosa… mi fido della maestra, è evidente, ma…

  4. Ritrovo Stefano in tutto quello che hai scritto. Sa fare perché è capace, ma ammetto che a casa spesso per la fretta lo aiuto ancora in cose che non dovrei. Spesso la maestra mi dice che a scuola cade dalla sedia perché non sta fermo, giuro mi sembra parli di un altro bambino..
    La cosa che mi spiace di più è che è sempre stato un bambino allegro e sorridente e felice, lo è ancora, ma da quando va a scuola ha degli episodi di nervosismo che prima non aveva. Lo reprimono in tante cose che sapeva fare ora non sembra non se le ricordi..che tristezza..

    1. Credo che sia l’unico caso in cui mal comune non è mezzo gaudio. Da nord a sud abbiamo tutti lo stesso identico sentore: questa impostazione della scuola pubblica non giova al benessere psico-fisico dei bambini…

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