La rimandano a casa due volte.. partorisce in macchina

Una donna si sarebbe recata al pronto soccorso dell’Ospedale Buzzi di Milano all’alba sostenendo di avere le contrazioni. Il medici l’avrebbero  tenuta sotto controllo per alcune ore, ma poi l’avrebbero mandata a casa. Nel corso della mattinata la donna avrebbe continuato ad avere malesseri e si sarebbe recata nuovamente in ospedale, dove i medici nuovamente le avrebbero detto che ancora non era il momento.
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Intorno alle 16, una volta tornata a casa, chiede al marito di portarla nuovamente all’ospedale. Si tratta del secondo figlio e Claudia, la donna, sostiene di aver subito riconosciuto i sintomi pre parto. E nel percorso verso l’ospedale, la donna avrebbe partorito in auto, con la paura di schiacciarla. La piccola Greta per fortuna sta bene, ma la donna vorrebbe sporgere denuncia nei confronti dell’ospedale

Una risposta a La rimandano a casa due volte.. partorisce in macchina

  1. eleonora scrive:

    è successo anche a me poco più che un anno fa ma a cagliari, ospedale brotzu. l’esperienza più bella si stava trasformando in un delirio!!sono arrivata in ospedale con le contrazioni dopo 60 km in macchina, mi fanno il tracciato che finisce con un cognome sbagliato nella cartella di una ragazza che era entrata in ospedale per prenotare il cesareo e a me mi visitano e mi dicono: “le contrazioni non ci sono, è un pò dilatata ma vada a fare colazione!” scendo a fare colazione con le contrazioni in corso, ritorno in reparto, si accorgono dell’errore ma comunque la ginecologa mi dice che posso tranquillamente fare ritorno a casa e ripresentarmi dopo 2 giorni. le dico che in ascensore mi si sono rotte le acque e vengo aggredita e urlando mi rispondono, senza rivisitarmi, che non è possibile, che non capisco nulla. scappo dall’ospedale ma per fortuna non ho dato retta a delle persone incompetenti e mi sono recata in un’altra struttura dove mi hanno ricoverato e dopo una giornata di travaglio il mio bimbo è nato con un cesareo d’urgenza!! meglio non pensare a cosa sarebbe accaduto se gli avessi dato retta… è passato un anno ma brucia ancora.. e forse la denuncia è l’unico passo per rendere migliore la sanità!

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