Nove mesi

Verso il parto: la mia vita per te

vita

Si avvicina il tuo compleanno.

Rivivo l’ansia dell’ attesa del tuo arrivo.

In questi giorni pensavo a quanto stesse cambiando radicalmente, in meglio, la mia esistenza. La mia vita per te, la mia vita per dare vita, che a sua volta è diventata la ragione della mia esistenza.

Quanto ho desiderato le mie figlie, quanto mi sento pronta a dare tutta me stessa per saperle felici, sane, forti . 

Tra non molto big V compie 4 anni, sono emozionata in questi giorni perchè ricordo perfettamente la tensione, ma anche la curiosità di vederla.

Insomma, l’ho immaginata miliardi di volte, in quei nove mesi, la mia primogenita! Quel turbinio di emozioni e di incertezza, di sensazioni vibranti (mentre ti immaginavo il mio corpo sussultava, il cuore vibrava!) lasciava presagire il suo ingresso trionfale nella mia vita. Mai avrei potuto credere che l’avrebbe stravolta così completamente.

Parlo di uno stravolgimento inteso come rivoluzione di vita quotidiana, abitudini e quant’altro, ma, in primis, parlo di una vera rivoluzione in me stessa. Non più io al centro di me ma lei al centro di me. 

Non amo toni  melensi, ma le parole “emozionate” sì. Non pretendo di riuscire a trasmettere un’emozione, cosa assai complessa, ma mi piace parlare ricordando l’emozione provata mentre ho agito, pensato, vissuto.

E la mia, ti dirò, è una vita guidata dalle passioni. Tante.

E quindi, in questo periodo, ultimavo la mia valigia rosa e finivo di piegare profumate tutine taglia zero.

In realtà ero anche parecchio dolorante a causa di una sciatalgia tipica della gravidanza a termine e ormai il pancione era esplosivo, le notti erano insonni (e lo sarebbero state ancora moooolto a lungo 😀 ) ma poi queste ultime note dolente le dimentichi.

Perchè? Perchè presa dal tempo che comporta la cura di una nuova nuova vita sicuramente, perchè  le tue esigenze, i tuoi problemi ma anche le tue gioie passano in secondo piano. 

Oserei dire che è quasi “fisiologicamente” così.

Ti lascio con una citazione di Erica Jong che adoro e che saprà rendere ancor meglio l’idea di “scissione” di una donna/mamma 

“Nessuno stato è così simile alla pazzia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta. La madre è raddoppiata, poi divisa a metà e mai più sarà intera.”

 

 

 

 

 

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L’Attesa per Eccellenza: la Gravidanza

Oggi rifletto e ti invito a riflettere su un momento  lungo nove mesi e  specialissimo che la donna può vivere una o più volte: la gravidanza. Probabilmente sei una bis mamma come me o hai un solo  bimbo/a oppure vivi, per la prima volta, quel momento delicato e magico di  “Attesa” , quella per eccellenza, un’ attesa lunga nove mesi: la Gravidanza.

La maternità è una grande figura dell’ attesa…attendere, non lasciarsi sopraffare dal tempo, resistere, non essere bruciati dall’ impazienza. Se si ascoltano le madri…la figura dell’ attesa occupa una posizione centrale nei loro discorsi. La gravidanza innanzitutto. Non si tratta forse di un’ attesa speciale? Attendere che il figlio germogli e venga alla luce del mondo. Ma l’attesa di una madre non assomiglia a nessun’ altra attesa. Non è attesa di qualcosa: di un treno, di un anniversario, di un concerto o di un contratto. La maternità è un’ esperienza radicale dell’ attesa perchè mostra come l’ attesa non sia mai padrona di ciò che attende. Ogni vera attesa è, infatti, attraversata da un’ incognita: non si sa mai cosa o chi si attende, non si sa mai come sarà il tempo della fine dell’ attesa…Quella della madre non è la semplice attesa di un evento che può accadere nel mondo, ma di qualcosa che, sebbene lei lo porti con sé, dentro di sé, in sé, nel proprio ventre, nelle proprie viscere, appare come un principio di alterità che rende possibile un altro mondo…E’ un paradosso della maternità: nell’ attesa della gravidanza il figlio può essere nel mondo solo attraverso la madre, ma non è ancora nel mondo come soggetto. La madre attende chi già porta con sé, senza sapere chi è e senza sapere com’ è, senza averlo mai visto prima…La madre vive nell’ attesa -nella pazienza dell’ attesa- custodendo il suo frutto sconosciuto a se stessa. Una divisione interna che non colpisce il padre, il quale può solo osservare dall’ esterno, testimoniare da fuori, da un altro luogo, quello che avviene nel corpo della donna.La maternità  non è un fatto della natura, ma un suo sconvolgimento.

Queste parole sono tratte da “Le mani della madre” di Massimo Recalcati (  clicca qui Nasce un figlio ? Nasce un nuovo mondo ! ) e ogni volta che le leggo rivivo le sensazioni provate durante le mie due gravidanze. Ed ecco l’ ansia per il parto (il “fine percorso”), il senso di smarrimento, frequente in molte donne, quando osservano il proprio corpo modificato dalle curve della gravidanza, l’ impazienza perchè non si attende altro che guardare il bambino portato a lungo così in grembo. Ed ecco l’ Attesa di cui parla Recalcati, tanti mesi in cui la donna incinta si porrà mille domande, idealizzerà milioni di volte il proprio figlio (partendo dall’ immaginare i tratti somatici o persino il carattere che il piccolo potrà avere!) ; ci sarà, forse, un papà che osserverà il corpo della propria donna che cambia, che cercherà di comprendere le manifestazioni di tutto questo “fermento” interiore ma potrà ,appunto, solo guardare tutto da spettatore. Uno spettatore privilegiatissimo, intendiamoci 😉 , ma pur sempre “esterno” a quell’ incantesimo che si compie fuori e dentro il corpo della futura mamma.

  

Non ti voglio suggerire come vivere questi mesi di Attesa, non esistono regole da seguire per evitare l’ansia, non si può prevedere il futuro del bimbo prima ancora che nasca ma si può sicuramente vivere tutto con la consapevolezza che ogni pensiero, ogni stato emotivo nel periodo della gravidanza rimarrà nei tuoi ricordi per sempre. E che tu,infondo, non sarai più la stessa di prima…

Oggi rifletto e ti invito a riflettere su un momento  lungo nove mesi e  specialissimo che la donna può vivere una o più volte: la gravidanza. Probabilmente sei una bis mamma come me o hai un solo  bimbo/a oppure vivi, per la prima volta,  quel momento delicato e magico di  "Attesa" , quella per eccellenza, un' attesa lunga nove mesi: la Gravidanza.

 

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