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Intramontabile Pan di Spagna: ricetta perfetta!

Dunque, i dolci sono il mio debole. Dante  mi avrebbe sicuramente  collocata  nel girone dei golosi 🙂 

Mi piace il sapore dello zucchero, il profumo che emana una torta appena sfornata o un croccante biscotto. 

Tra le mie torte preferite c’è il Pan di Spagna, intramontabile dolce amato da grandi e soprattutto bambini! Se desideri sapere come decorare un Pan di Spagna per una ricorrenza (ad esempio il compleanno del tuo piccolino) clicca qui http://www.pianetamamma.it/donna-e-mamma/torte-di-compleanno-per-bambini-base-farcitura-e-decorazioni.html

Ho preparato il composto con l’ ausilio del magico Bimby  ma puoi  usare anche le classiche fruste o l’ impastatrice!

Dosi per un Pan di spagna semplice, buono e veloce:

  • 4 uova, meglio se a temperatura ambiente
  • 260 g di zucchero
  • 260 g di farina 00 (o per dolci, o manitoba)
  • 50 g di acqua
  • 1 pizzico di sale
  • 1 bustina di lievito per dolci 

Pan di SpagnaInserire nel boccale del Bimby prima le uova e lo zucchero 10 sec. vel. 6, poi subito dal foro del coperchio con le lame in movimento aggiungere farina e far  lavorare il bimby per altri 40 secondi.

Versare, sempre dal foro del coperchio, l’ acqua e subito dopo il lievito ed il sale. Far lavorare altri 10 secondi a velocità 5.

Ciò fatto, versare il composto in una teglia preferibilmente da 26 cm di diametro.

Infornare in forno statico a 160 gradi circa, per quanto questa della temperatura sia un’ indicazione  di massima: è il tuo forno che “detta le regole” in realtà 😉 quindi il Pan di Spagna potrà cuocersi in più o meno tempo.

Una volta sfornato lascialo raffreddare bene e poi farciscilo o bagnalo a piacere! 

Buonissimo, parola di piccola chef golosa e mamma contenta!

Pan di Spagna

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Scuola materna ed incontri con i genitori: inizio di un cammino insieme

Per big V (la mia prima bimba) questo è il primo anno di asilo. 

L’inserimento è stato piuttosto semplice, la piccolina è socievole e desiderosa di condividere le proprie esperienze con i coetanei.  

Trascorsi ormai alcuni giorni dall’ inizio della scuola noi genitori siamo stati invitati  a partecipare alla prima riunione con le maestre, l’incontro è  durato circa quaranta minuti.

Gli argomenti trattati sono stati principalmente due : 

  • il rispetto delle regole per i bambini e per i genitori (ebbene si, anche il papà e la mamma devono attenersi a determinate indicazioni)
  • la programmazione formativa

Una moltitudine di mamme ha ascoltato attentamente due maestre che si erano rese portavoce di alcune disposizioni del dirigente scolastico. 

In un’ atmosfera distesa  (il discorso avrebbe potuto non essere ben “accettato” perchè, quando si tratta di regolamentare qualcosa c’è sempre chi  manifesta disappunto anche in toni non proprio pacati…) una delle due insegnanti ha esordito dicendo che fosse necessario stabilire alcuni punti fissi per disciplinare la vita comunitaria dei bimbi .

Primariamente si è evidenziata la necessità di  rispettare l’ orario di ingresso a scuola, pregando i genitori di non arrivare oltre il termine definito. Le attività scolastiche non possono iniziare se non sono presenti tutti i componenti della classe, pena la comprensione non completa di una lezione già avviata. La coesione della classe ed il livello alto di attenzione per dei bimbi così piccini sono, già in condizioni ideali, difficili da mantenere figuriamoci se ogni pochi minuti una mano bussa alla porta  interrompendo il discorso iniziato!

Osservare la puntualità non è un’ imposizione “totalitaria” che può privare il piccolo di preziosi minuti di sonno (che potrebbe recuperare andando a dormire prima la sera  o riposando il pomeriggio!).  Anzi. Far comprendere al  piccolino l’importanza  dell’ orario di ingresso (e di uscita) non può, invece,  che giovare a costruire in lui il concetto fondamentale del rispetto delle regole.

E’ stato importante conoscere anche la programmazione formativa per questo anno scolastico: sappiamo che i bimbi si dedicheranno a lavoretti in aula, ad attività ludiche ma con grado crescente di complessità. 

Sarà interessante, a fine anno, valutare i progressi dei nostri figli sia in campo cognitivo che pratico ed emozionale!

scuola materna

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La maternità è (un) dono.

La maternità è (un) dono. L’istinto materno? Non esiste.
Sovverto anni di studi, sarò impopolare ma davvero non credo che ogni donna nasca con il desiderio di accudire un figlio.

Perché?

Perché un figlio è sacrificio, è (per i primi mesi di vita, ma forse anni o forse per sempre…) abnegazione di sé.

La gravidanza, momento di grazia, ma anche di preoccupazione: hai una vita che pulsa dentro di te, speri che avvenga un parto semplice e che tu figlio nasca sano.
Poi le nottate in bianco per le poppate frequenti, il singhiozzo, il pannolino da cambiare spesso, le prime cadute e i primi lividi, i capricci. Bene, la narrazione degli avvenimenti potrebbe continuare, anzi continua per tutta la vita.
E i momenti di sconforto sono tanti per molte neo mamme: prendersi cura sotto ogni aspetto di una vita appena iniziata, di un “esserino” che agirà nel mondo! Che responsabilità!

Non tutte le donne sono pronte a trascurare un pò una parte di sé e donarla al proprio figlio. Penso ad Erica Jong e alle sue parole:

Nessuno stato è così simile alla follia da un lato, e al divino dall’altro, quanto l’essere incinta.La madre è raddoppiata, poi divisa a metà, e mai più sarà intera.

L’intero (la madre) che si scinde e che non tornerà più una sola unità.

Ora, però, a fronte di questa premessa dai toni dissacratori, ti voglio anche dire che per molte di noi (io stessa appartengo alla categoria mamme, per giunta bis) la maternità è pienezza, è il senso della vita. E’ il motivo per cui mi sembra di essere nata: amare le mie bambine e donare loro cos’ tanto di me da renderle forti, sicure e ricche di affetto.

A volte vorrei che ritornassero nel mio pancione per poter risentire il loro movimento che si “intreccia” con quello del mio corpo che le ospitava. Mai scorderò il momento in cui il mio sguardo ha incrociato quello della mia piccola per la prima volta.
Gioia, tenerezza, sorpresa e pienezza, slancio vitale. Ammetto una certa melensaggine (eh,eh!), ma credo di pronunciare “Ti amo”, “Vita mia”, “Cuore mio” almeno cento volte al giorno (ovviamente, tra un rimprovero e l’altro da cui non si può, comunque, prescindere 😉 .

Gestisco la mia mammitudine con disinvoltura, lascio una certa “libertà” di azione alle piccole, pur delineando con una matita immaginaria una “stradicella” da percorrere; ritengo basilari alcuni principi educativi da seguire (la mia formazione professionale mi aiuta tantissimo nella prassi educativa quotidiana).

Mi piace preparare cibi sfiziosi e sani, non rinuncio a qualche merenda golosa, ma rigorosamente preparata in casa.
Spesso in cucina organizzo dei veri e propri laboratori: le piccoline manipolano, impastano, mesolano e sono così contente di questa operatività (“Learning by doing” direbbe Dewey, uno tra i miei ispiratori pedagogici).

Sono attenta, ma non ossessivamente apprensiva, cerco di infondere sicurezza in sé stesse alle bimbe, figlie già purtroppo di un’epoca fragile e dai contorni sbiaditi. Spero il meglio per loro. Spero brillino della luce che i loro stessi occhi emanano. Spero che esprimano pensieri lucidi ed equilibrati. Spero che sappiano amare con lo stesso ardore con cui io, la loro mamma, amo loro. Penso a loro proiettate nel futuro sempre, tutti i giorni. Le ho “create” per questo, giusto? Mi vengono in mente i versi di Kahilil Gibran:

…Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti. L’arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloco e lontane…

Per quanto lanciate verso il futuro vorrei tanto che le mie cucciole volgessero il loro sguardo verso chi le ha desiderate con ardore e puro desiderio di vita.
In fondo l’amore cerca (e chiama) l’amore.

maternità

 

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