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Vomito e diarrea nei bambini: come intervenire?

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Vomito e diarrea nei bambini: come intervenire?

Disamina sulla genesi della gastroenterite a cura dell’ Istituto Mario Negri.

Buona lettura!


Vomito e diarrea sono sintomi frequenti nei bambini. Spesso sono dovuti a una gastroenterite (infezione che colpisce lo stomaco e l’intestino), malattia molto comune nei bambini soprattutto nei più piccoli.

Nella maggior parte dei casi la gastroenterite è dovuta a un’infezione virale, in particolare da rotavirus, un virus altamente contagioso che infetta quasi tutti i bambini prima del compimento dei 5 anni di età. (altro…)

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Istituto Mario Negri: focus su autismo

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L’autismo.

Oggi ti propongo la lettura di una scheda di approfondimento – a cura dell’ Isitituto Mario Negri – in cui si parla dell’autismo.

Buona Lettura!


Cos’ è?

I bambini vengono al mondo con la motivazione e la capacità innate per cominciare a stabilire un’immediata relazione sociale con chi si prende cura di loro.

Sorridono, gli piacciono le coccole, ridono e rispondono con entusiasmo a giochi come il gioco del cucù o “nascondino”.

Alcuni bambini non interagiscono in questo modo previsto e sembrano chiusi in un loro proprio mondo caratterizzato da routine ripetitive, comportamenti strani e particolari, problemi di comunicazione sia verbale che non verbale, e mancanza o ridotto interesse per gli altri.

Queste sono caratteristiche comuni a un insieme di disturbi, chiamati disturbi dello spettro dell’autismo.

All’interno di questo spettro le caratteristiche difficoltà compaiono in modo sfumato dalla più grave alla più lieve, dalla presenza di tutte alla presenza solo di una in forma leggera.

L’autismo è la manifestazione delle alterazioni di alcune funzioni del sistema nervoso centrale, la cui causa è ancora sconosciuta e, comunque, non è imputabile ai genitori e neppure alle vaccinazioni dell’infanzia.

Quali sono i sintomi/segni? Le difficoltà, soprattutto nello sviluppo sociale, sono difficili da riconoscere quando il bambino è piccolo.

Spesso i genitori cominciano a preoccuparsi perché il loro bambino sembra non sentire, non parla, o evita il contatto fisico e l’interazione con gli altri.

Alcuni segni e sintomi che suggeriscono che un bambino può avere bisogno di accurate e approfondite valutazioni per un disturbo dello spettro autistico sono quando:

  •  sorride poco in risposta a qualcuno che gli sorride;
  •  non sempre si gira se chiamato per nome;
  •  guarda poco negli occhi;
  •  non indica e non saluta con la mano;
  •  sembra preferire il giocare da solo;
  •  non pronuncia singole parole all’età di 16 mesi;
  •  non pronuncia frasi semplici di due parole all’età di 24 mesi;
  •  allinea qualsiasi oggetto in maniera ripetitiva;
  •  reagisce in modo eccessivo a certi suoni o al contatto con certi tessuti.

Non basta che sia presente soltanto uno dei sintomi sopraelencati per sospettare un disturbo dello spettro dell’autismo ed è importante inoltre considerare tutti i sintomi in base all’età di sviluppo del bambino.

Un bambino in età prescolare con autismo preferisce stare e giocare da solo, e non riesce a rispondere in modo adeguato alle persone; può avere comportamenti motori strani o rituali come dondolare, “sfarfallare” le mani, o un bisogno ossessivo di mantenere l’ordine. Alcuni bambini con autismo non parlano.

Se parlano, il linguaggio può essere caratterizzato dalla ripetizione di parole o frasi fuori dal contesto, ripetizione di ritornelli o spot pubblicitari (ecolalia), si riferiscono a se stessi in terza persona, come un “lui” o “lei ” o usano un linguaggio particolare.

La gravità dell’autismo è molto variabile.

Alcuni bambini sono molto brillanti e vanno bene a scuola, anche se hanno problemi con la regolazione delle emozioni e dei rapporti sociali.

Questi bambini possono essere in grado di vivere autonomamente quando crescono.

Altri bambini invece presentano un deficit cognitivo (ritardo mentale) associato all’autismo.

Alcune volte i bambini con autismo sviluppano interessi e talenti straordinari nel campo dell’arte, della musica o di un altro settore specifico.

Come si cura?

I bambini con autismo hanno bisogno di una valutazione globale e programmi comportamentali ed educativi specialistici.

Alcuni bambini con autismo possono anche trarre beneficio dal trattamento farmacologico.

Un neuropsichiatra infantile può diagnosticare l’autismo e aiutare le famiglie a progettare e implementare un piano di intervento adeguato, anche di supporto per l’intero nucleo famigliare.

Sebbene non esista una cura dimostrata efficace per l’autismo, interventi specialistici adeguati e precoci possono avere un impatto positivo sullo sviluppo del bambino.

 

Questo post, ricco di materiale informativo, è prodotto nell’ambito del progetto “Lo Sai Mamma” a cura del Laboratorio Salute Materno Infantile, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano in collaborazione con Associazione Culturale Pediatri e Federfarma Lombardia”.

 

 

 

 

 

 

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Il disturbo bipolare nel bambino

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La scheda di approfondimento a cura dell’ Isitituto Mario Negri  tratta del disturbo bipolare nel bambino, caratterizzato dall’alternarsi di sintomi depressivi e di eccitazione.

Buona Lettura!

Cos’è il “disturbo bipolare” ?

Il disturbo bipolare è caratterizzato dall’alternanza di sintomi depressivi e sintomi di eccitazione (detti maniacali).

Il disturbo bipolare puro è relativamente poco comune nei bambini a causa della rarità con cui si manifesta con la tipica alternanza di periodi (fasi) con prevalenza di sintomi maniacali e periodi con sintomi depressivi.

Più spesso i bambini con questo disturbo passano rapidamente da una fase all’altra oppure presentano “stati misti” in cui mostrano contemporaneamente sintomi depressivi e maniacali.

Nel disturbo bipolare l’eccitazione e il rallentamento possono interessare non solo l’umore, ma anche i pensieri e l’attività motoria. Quali sono i sintomi/segni?

Il bambino presenta potenziali sintomi maniacali quando manifesta:

  •  un umore instabile, da insolitamente felice a molto irritabile, è arrabbiato, agitato o aggressivo;
  •  un aumento dell’autostima o grandiosità, si sente onnipotente o un supereroe con poteri speciali;
  •  un grande aumento di energia e un ridotto bisogno di sonno;
  •  parla eccessivamente e velocemente, passando troppo in fretta da un argomento all’altro;
  •  si distrae e l’attenzione si sposta continuamente da una cosa all’altra;  ha ripetuti comportamenti rischiosi e scarsa percezione del pericolo. Il bambino presenta potenziali sintomi depressivi quando manifesta:
  •  irritabilità, persistente tristezza o pianto frequente;  frequenti lamentele fisiche come mal di testa o mal di stomaco;
  •  perde il piacere per le attività preferite;
  •  ha un basso livello di energia, stanchezza, scarsa concentrazione, noia;
  •  ha significativi cambiamenti delle abitudini alimentari o disturbi del sonno;
  •  ha pensieri di morte o di suicidio.

Alcuni di questi segni sono simili a quelli che si presentano in adolescenti con altri problemi come l’abuso di sostanze, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività o in alcune forme di psicosi. Il disturbo bipolare può iniziare durante l’infanzia o l’adolescenza, anche se di solito è diagnosticato in età adulta.

La malattia può colpire chiunque. Tuttavia se uno o entrambi i genitori hanno un disturbo bipolare le probabilità che i loro figli possano sviluppare il disturbo sono maggiori.

Anche una storia familiare di abuso di sostanze o di alcool è associata a maggior rischio di disturbo bipolare.

La diagnosi di disturbo bipolare nei bambini e negli adolescenti è complessa e comporta un’attenta osservazione per un periodo di tempo prolungato.

Una valutazione approfondita da parte di un neuropsichiatra infantile è utile per identificare il disturbo bipolare e iniziare la terapia.

Come si cura? La terapia del disturbo bipolare comprende l’educazione del paziente e della famiglia circa la malattia e la prescrizione di farmaci che stabilizzano l’umore che possono ridurre il numero e la gravità degli episodi maniacali, e aiutano a prevenire la depressione.

La psicoterapia può essere utile in quanto aiuta il bambino a capire sé stesso, a ricostruire l’autostima e a migliorare i rapporti interpersonali.

Questo post, ricco di materiale informativo, è prodotto nell’ambito del progetto “Lo Sai Mamma” a cura del Laboratorio Salute Materno Infantile, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano in collaborazione con Associazione Culturale Pediatri e Federfarma Lombardia”.

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Fonte Immagine: www.uncome.it

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L’importanza dell’acido folico

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La scheda di approfondimento a cura dell’ Istituto Mario Negri tratta dell’importanza dell’ acido folico, vitamina contenuta in diversi alimenti.

Buona Lettura!


 L’acido folico (o folato), è una vitamina contenuta nella frutta e nelle verdure: asparagi, broccoli, cavolini di Bruxelles, fagioli, cereali arricchiti, succo d’arancia, avocado, piselli, soia e ceci. Viene utilizzato dall’organismo per la riproduzione delle cellule; è perciò importante per la crescita dei tessuti e degli organi del feto.

Purtroppo il nostro organismo non è in grado di immagazzinare grandi riserve di acido folico, e nei momenti di intenso utilizzo, come durante la gravidanza, la quantità assunta con la dieta può non bastare ed è necessario integrare con una dose ulteriore.

Come si usa? Ogni giorno tutte le donne dovrebbero assumere almeno 400 mcg (0,4 mg) di acido folico (alcuni integratori sono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale). Chiedi consiglio al medico o farmacista sul prodotto da assumere.

Nuove indicazioni consigliano di assumere acido folico da 3 mesi prima del concepimento; è comunque necessario assumerlo almeno un mese prima del concepimento (per aumentare le riserve) e proseguire per tutto il primo trimestre di gravidanza.

Se nella precedente gravidanza si è verificato un difetto del tubo neurale o l’ha avuto qualcuno della tua famiglia, o se sei in terapia con antiepilettici (che riducono l’acido folico nell’organismo) devi assumere una dose maggiore (fino a 5 mg).

Assumere acido folico prima che inizi la gravidanza riduce il rischio di gravi malformazioni del sistema nervoso nel nascituro, con anomalie a livello del cervello e della colonna vertebrale (difettosa chiusura del tubo neurale), che possono determinare aborto o handicap permanenti. La più comune è la spina bifida. 

Questo post, ricco di materiale informativo, è prodotto nell’ambito del progetto “Lo Sai Mamma” a cura del Laboratorio Salute Materno Infantile, IRCCS Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”, Milano in collaborazione con Associazione Culturale Pediatri e Federfarma Lombardia”.

 

Fonte Immagine:www.luganocare.com

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