Federica Marchese

La menopausa: cambiamenti metabolici ed alimentazione

La Menopausa, cambiamenti metabolici e alimentazione

La dott.ssa Federica Marchese -biologa e nutrizionista e co-fondatrice di Psiche&Nutrizione– parla delle menopausa, fase della vita della donna che necessita di una certa attenzione.

Buona lettura!



La menopausa è una fase biologica della vita della donna, ne indica la fine del ciclo mestruale e della fertilità; non è una malattia, seppur spesso accompagnata da fastidiosi sintomi come: vampate di calore, letargia o insonnia, sbalzi d’umore, secchezza vaginale e aumento di peso.

Con la menopausa si sente parlare di aumentato rischio di osteoporosi, questo a causa della carenza di estrogeni tipica di questa fase. I nostri maggiori depositi di calcio li formiamo durante lo sviluppo, ma circa il 10% del tessuto osseo si rigenera di anno in anno e se c’è carenza di calcio plasmatico mancherà la materia prima per il rinnovamento osseo. (altro…)

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Donne, come affrontare la sideropenia?

Donne, come affrontare la sideropenia (o carenza di ferro)?

La dott.ssa Federica Marchese -biologa e nutrizionista e co-fondatrice di Psiche&Nutrizione– spiega come affrontare la sideropenia, carenza nutrizionale molto comune tra le donne.

Buona lettura!


Vorrei parlarti del deficit di ferro, la carenza nutrizionale più comune, responsabile del 50% dei casi di anemia in tutto il mondo.

I sintomi tipici della carenza di ferro sono: cefalea, stanchezza cronica, irritabilità, astenia, ridotta capacità di concentrazione, palpitazioni, fragilità di unghie e capelli, scarsa tolleranza al freddo, dispnea da sforzo.

E’ una problematica che riguarda più le donne che gli uomini, ma da che dipende?

Il ferro è un minerale fondamentale nel nostro organismo, si lega all’emoglobina e permette il trasporto dell’ossigeno a tutte le cellule.

Proprio perché è così importante abbiamo sia quote di ferro circolanti o plasmatiche definite come “sideremia” (che deve essere maggiore di 60mg/dL) che scorte di ferro a livello di milza, fegato e midollo, la “ferritina”, che deve superare i 15mg/dL.

La diagnosi di anemia sideropenica viene fatta quando a bassi valori di ferritina e sideremia si accompagnano livelli di emoglobina inferiori ai 13,5 g/dl negli uomini e inferiori a 12 g/dl nelle donne di età adulta.

Ma arriviamo alla parte più pratica del discorso: come aiutarci con l’alimentazione!

Il ferro è presente negli alimenti in 2 forme, il ferro EME nei cibi di origine animale ad eccezione di latte e derivati è altamente assorbibile.

Il ferro NON EME è presente nei cibi vegetali, ha una struttura diversa che ne rende meno facile l’assorbimento intestinale.

Questo non vuol dire che chi ha la tendenza alla sideropenia non può seguire una dieta vegetariana, ma che deve ottimizzare l’assorbimento del ferro che assume dai cibi di origine vegetale.

sideropenia

Alcune sostanze, come i tannini presenti in tè e caffè, non favoriscono l’assorbimento del ferro, quindi un buon consiglio è NON assumere queste bevande subito dopo i pasti.

Anche il calcio presente nei latticini e derivati lega il ferro e non ne permette l’assorbimento; è una buona abitudine non associare i latticini a legumi o verdure ricche di ferro come il radicchio, la rucola, gli spinaci, la cicoria, i broccoli di rapa, l’invidia e la lattuga.

La vitamina C favorisce l’assorbimento del ferro, quindi è utile aggiungere alle verdure o i legumi il peperoncino, la menta, il prezzemolo, il limone o l’arancia per insaporire e arricchire le insalate o la frutta come le fragole, il kiwi, i mandarini, i ribes o il pompelmo per concludere il pasto (ovviamente rispettando la stagionalità).

La vitamina B12 ha un ruolo importante nella formazione dell’emoglobina, quindi verdure a foglia verde, cereali integrali, molluschi e fegato che ne sono ricchi sono ottimi alleati per incrementare i livelli di ferro.

Oltre ai legumi (soprattutto fagioli e lenticchie) hanno un elevato contenuto di ferro anche le spezie come ad esempio  il basilico, il rosmarino, il pepe nero e la frutta secca (in particolare i pistacchi), il cacao amaro in polvere; invece alimenti animali ricchi di ferro EME sono: le cozze, lo scorfano, la spigola, le alici, la carne di cavallo, vitello, tacchino e agnello e le uova (soprattutto il tuorlo).

Dott.ssa Federica Marchese
federicamarchese86@libero.it

 

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Allergie alimentari e reazioni avverse nei bambini

 

La dott.ssa Federica Marchese -biologa e nutrizionista- Psiche&Nutrizione– ti parla delle allergie alimentari e reazioni avverse nei bambini.

Buona lettura!


Il fenomeno delle reazioni avverse agli alimenti nei bambini in età pediatrica è, sicuramente, in ascesa. I sintomi che si manifestano possono essere cutanei (prurito, rash, orticaria, eczema, secchezza), respiratori (asma, tosse, rinite), gastroenterici (diarrea, vomito, stipsi, anemia, dolori addominali e rifiuto del cibo), oculari (edema periorbitale, prurito oculare, congiuntivite, lacrimazione) ecc e la comparsa di queste reazioni sono legate a predisposizioni genetiche e ai condizionamenti ambientali.

Il nostro sistema gastro-intestinale svolge l’importante funzione di digerire e trasformare gli alimenti (sostanze estranee all’organismo) in molecole più piccole e facilmente riconoscibili dal sistema immunitario come non pericolose che riescono a passare la barriera intestinale; quando ciò non avviene correttamente si ha una reazione avversa alla molecola.

riproducibile alla riesposizione a un determinato alimento, per pseudoallergia invece una reazione derivante da una risposta specifica non immune, ma con sintomi sovrapponibili a quelli allergici.

L’intolleranza alimentare è una reazione dipendente dalla difficoltà a digerire e metabolizzare un alimento o un suo componente causata da un suo consumo eccessivo, prolungato o abbondante associato ad una predisposizione genetica (Ministero della Salute 2013).

Esistono anche le reazioni tossiche ad un alimento, ma queste non dipendono dalla suscettibilità del soggetto e sono legate alla presenza di contaminanti o sostanze nocive nell’alimento (pesticidi, micotossine, inquinanti ambientali e sostanze chimiche o naturali).

Tra i maggiori allergeni per i bambini abbiamo: latte, uovo, arachidi e frutta secca, pesce, crostacei, grano, soia, sesamo, additivi alimentari come E102, E211, E223, E224, e dolcificanti come la saccarina e l’aspartame.

Gli E 210 ed E219 sono i benzoati, presenti in succhi di frutta e, bibite ed alcuni farmaci e possono dare orticaria. Il glutammato monosodico è un additivo molto utilizzato negli inscatolati ed è il responsabile della sindrome da “ristorante cinese”, che si manifesta con brividi, tremore, irritabilità.

Nel primo anno di vita il 2,5% dei bambini è allergico al latte vaccino, ma nel terzo anno di vita l’80% di questi perde tale sensibilità e solo il 15% è ancora allergico dopo i 10 anni.

Un discorso molto simile vale per l’allergia all’uovo, la soia e il grano; solo l’allergia alla frutta secca, al pesce e ai crostacei persiste nell’adulto.

Il motivo di tali cambiamenti nel corso della crescita è legato all’immaturità del sistema immunitario e meccanico intestinale, alla flora batterica ancora scarsa quando si è neonati e che man mano che si cresce si sviluppa e rinforza.

Purtroppo per la diagnosi esiste ancora molta confusione attorno ai siatemi attualmente utilizzati e anche quelli di laboratorio e i test cutanei non sono totalmente affidabili… quindi spesso si procede con la dieta a eliminazione dell’alimento sospetto oppure alle diete oligo-antigeniche in cui sono concessi solo alimenti come: agnello, riso, mela, spinaci, lattuga, patate, sale, zucchero, aceto, olio d’oliva.

Le diete elementari vengono consigliate solo nel caso in cui le prime 2 sono state fallimentari perché utilizzano integratori e sostituti dei pasti.

La durata dipende dai sintomi: per le forme acute bastano già 2 settimane, per i sintomi gastro-intestinali occorrono 6 settimane e alcune forme di intolleranze come quella al lattosio o il fruttosio richiedono un’attenzione perenne alla quantità di alimenti ingeriti fino all’esclusione totale a vita nelle forme più gravi, questo è anche il caso della malattia celiaca, reazione avversa alla molecola del glutine.

Se i sintomi ritornano e persistono anche in seguito al periodo di dieta di esclusione bisognerà fare sempre attenzione all’alimento fastidioso, imparando a leggere le etichette, a conoscere l’alimento e la famiglia alimentare a cui esso appartiene perché nutrienti simili ad esso possono scatenare una reazione crociata simile all’alimento incriminato, bisogna verificare sempre alimenti preconfezionati come merendine, salumi, gelati che possono contenere soia, arachidi, albume e, in ultimo, la famiglia dovrà essere ben istruita in caso di reazioni forti in caso di emergenza quindi sarà opportuno consultare un centro specialistico di fiducia.

E’ stato dimostrato che rispettare l’età di svezzamento (4-6 mesi), introdurre un alimento alla volta e allattare al seno sono strumenti utili alla prevenzione di queste reazioni avverse alimentari.

Allergie

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Disturbi alimentari: donne e non solo

Disturbi Alimentari: donne e non solo

Ho deciso di informarti di questa iniziativa legata all’approfondimento dei disturbi alimentari proprio oggi, giorno in cui ricorre la” Festa della Donna” poichè ,tendenzialmente, si parla dei disturbi legati all’alimentazione “declinandoli” solo al femminile.

I Disturbi Alimentari, invece, possono manifestarsi in donne, uomini e bambini con fasce d’età variabile.

Il tempo trascorso a scuola durante le ore di counseling e mediazione scolastica mi ha aiutata a comprendere meglio questo delicato, composito e fragile universo.

Ti parlo di sofferenze trasversali, non conoscono sesso e quasi neppure età.

Sicuramente attraverso i mass media o la scuola si parla, si approfondisce maggiormente il problema del disturbo alimentare in veste femminile, rilevante quanto quello che tocca anche quello infantile e maschile.

In questo 8 Marzo colgo, quindi, l’occasione per lanciare una lodevole iniziativa che avrà compimento nella data e nei luoghi indicati in locandina.

L’ evento è organizzato dalla dott.ssa Federica Marchese (nutrizionista, trovi la sua biografia qui) e dalla dott.ssa Sonia Sorgente (psicologa, qui la sua biografia).

Le due esperte hanno fondato Psiche&Nutrizione e scrivono su Oltrechemamma con una certa frequenza.

Durante la giornata organizzata di informazione e prevenzione si tratterà in modo approfondito dei disturbi della sfera alimentare offrendo una valida chiave di lettura, di trattamento e risoluzione dei problemi in questione.

Sono state coinvolte nell’evento anche figure professionali come quella del fotografo, dell’estetista e del parrucchiere per esaltare e rivelare la bellezza naturale insita in ognuno di noi.

Si cercherà di comunicare, anche ai più piccini presenti, il valore dell‘autenticità, magari anche svelando che le patinate foto dei giornali, per esempio,sono poco realistiche (il più delle volte).

Saranno invitati grandi e bambini (dai 7 anni in poi) ad essere “fotomodelli” e  divertirsi a guardarsi in foto senza filtri alcuni!

Un ricco workshop sarà l’anima dell’evento: si parlerà di disturbi alimentari insieme ad un personal trainer, Dario Rago che racconterà di quanto si radicano, drammaticamente, anche in ambito sportivo i problemi con l’alimentazione.

La tematica del disturbo alimentare verrà trattata con l’ausilio di filmati e video, sarà gradito scambio di opinioni e saranno ben accolte domande e curiosità!.

 

Buon 8 Marzo soprattutto alle lettrici che amano informarsi ed informare, alle donne che soffrono per un problema legato alla sfera alimentare in questo momento.

Buona partecipazione all’evento a tutti coloro che credono che la conoscenza sia prevenzione e risoluzione.

 

disturbi alimentari

 

 

 

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