Mamma, mi dici sempre NO!
Per quanto il mio agire educativo trovi riscontro in un’impostazione montessoriana ( qui trovi un compendio dei principi pedagogici montessoriani) basata sul lasciare libero il bambino di imparare, esplorare secondo i propri tempi di apprendimento, mi trovo molto spesso a dover porre alcuni limiti al comportamento delle mie figlie.
Perchè se il piccolo “rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi, non quando viene coartato da qualche schema educativo o da una disciplina puramente esteriore”, come afferma Maria Montessori è anche vero che qualche “stop” va sicuramente posto.
Il bambino non può percepire che tutto è consentito, che non esista un limite da rispettare. Questo disciplinare, regolamentare (anche parzialmente) la vita educativa del bambino gioca sicuramente a favore di un ottimale sviluppo psicopedagogico comportamentale che si riflette sulle relazioni con gli altri.
Il tuo bimbo è tuo nella misura in cui è degli altri, ciò che impara da te e da chi lo educa attraverso le varie agenzie educative, lo resituisce al mondo che lo circonda!
Immagino le mie bambine, a cui dedico tutta la mia esperienza di educatrice farcita con il pathos di madre, come due preziosi vasi di cristallo da riempire con acqua fresca, pura.
Loro sono “capienti”, possono contenere, ma mai traboccare.
Perchè ci sia una condizione di equilibrio, perchè questa acqua non vada fuori dal bordo del vaso è necessario che chi la versa (io, la loro madre, in doppia veste) riesca a dosarne bene la quantità da versare.
Da qualche tempo big V, la mia cinquenne, spesso con fare annoiato, sbuffa “Mamma mi dici sempre di no!”
Ovviamente il “sempre” non è un avverbio che indica la reale frequenza delle mie negazioni;-) ma esprime la sensazione di incombenza di paletti su alcune sue azioni e comportamenti.
Insomma, la piccola-grande V mal sopporta essere “ripresa” quando esagera nelle richieste: “voglio mangiare più cioccolata!”,”voglio guardare più a lungo questo cartone!”, “voglio rimanere più tempo a a casa di Giulia”, “voglio comprare quel giocattolo”, ecc: le richieste non finiscono mai!!!
Non credo che dire di sì ad ogni richiesta di un figlio significhi viziarlo, si può scegliere se rispondere affermativamente senza avere troppi sensi di colpa: io dico sì se ritengo che quella cosa può essere fatta. Ne faccio una questione di buonsenso.
Se c’è, invece, un valido motivo per cui quella cosa proprio non desidero si faccia allora scatta il no, fermo, secco.
Negare alla mia bimba ciò che mi chiede, come puoi ben immaginare, può dispiacere: ogni genitore vorrebbe non scontentare il proprio bambino!
Ma i NO servono a crescere, a capire che ci sono cose che non si possono proprio fare.
Il NO fine a se stesso non ha senso neppure di essere pronunciato!
Big V, così come tutti i bimbi, ha bisogno di capire perchè le è stata negata una tale cosa. L’unico modo per non reiterare la richiesta sarà, per lei, comprendere il motivo per cui non è stata soddisfatta (fermo restando che la comprensione non è così immediata, non esisterebbero pianti e le urla ostinate, sennò :-))
Come dico sempre anche nei miei video girati per Pianeta Mamma, cara mamma cerca di avere molta pazienza con il tuo bimbo.
É più semplice urlare a squarciagola credendo di avere l’ubbidienza di tuo figlio che comunicare con lui,catturare la sua attenzione e indurlo a capire di alcune scelte.