Month: dicembre 2015

IL 31 Dicembre

31 dicembre

 

Il 31 dicembre è un giorno che mi intristisce. 

Mi rabbuia un po’ quel pensiero volto all’appena trascorso anno, ricco di avvenimenti belli e alcuni tristi (molto tristi, quest’anno in particolar modo). 

Non mi piace voltarmi indietro a ri-guardare,ri-vivere a ri-pensare, ri-riflettere, a ri-soffrire.

Perchè la mente di alcun di noi spesso rivanga tra i ricordi più spiacevoli, che tra quelli più belli. 

Forse le emozioni, le sensazioni, gli avvenimenti negativi sono più difficili da affrontare nel momento in cui accadono e, per cui, molto difficili da metabolizzare nel tempo.

Ed, insomma, la mia indole malinconica prende il sopravvento su di me quando mi avvicino al 31 dicembre  😀

Preferisco rivolgere i miei pensieri al futuro: lo trovo tempo utilizzato in modo migliore.

La mia parola d’ordine è guardare oltre, perchè al di là di ciò che è stato c’è sempre qualcosa che ancora deve succedere e nuovi scenari possono ancora aprirsi.

In particolar modo, l’essere diventata madre mi ha insegnato a vivere la contingenza: la gestione quotidiana della vita delle bambine, della mia vita in relazione alla loro, del “qui ed ora”. 

Mi proietto nel futuro e proietto anche la vita delle mie bambine, ma non corro neppure troppo oltre. Tante idee, tanti sogni e desideri ma… piedi ancorati al suolo!

Vivrò il mio 31 Dicembre come un giorno qualsiasi, inevitabilmente tirerò le somme dell’anno appena passato ma soffermandomi poco al pensiero di ciò che è stato.

Presente e futuro sono le parole chiave del mio ultimo giorno dell’anno.

Ognuno ha il proprio passato chiuso dentro di sé come le pagine di un libro imparato a memoria e di cui gli amici possono solo leggere il titolo.
Virginia Woolf

Auguri!

 

 

 

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Alto contatto e maternità “libera”

alto contatto

La mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo. (William Ross Wallace)

In questo post non voglio elogiare mamme che adottano la modalità “Co-sleeping on” o il famoso “Alto contatto” e non voglio castigare chi non dorme con il proprio cucciolo.

Se mi conosci sai che Con il termine “Maternità libera” intendo un modo di essere madre senza costrizioni, senza forzature,senza regole imposte da parenti, amici e affini.

Una neo-mamma può accettare consigli, accoglierli e anche seguirli, ma non dovrà subire imposizioni di alcun tipo su come approcciarsi al proprio bambino, come prendersene cura

Molte volte si tende a demonizzare il maternage ad alto contatto . 

Co-sleeping, allattamento al seno, coccole a profusione durante la giornata ( magari ancora di più durante la sera)… Questo e tanti altri i temi legati all’alto contatto.

In particolare mi preme dirti che:

  • fin dalla prima gravidanza “pratico” il co-sleeping (per saperne di più clicca qui)
  • “offro” spessissimo alle mie bimbe il mio corpo, dispenso baci, abbracci e carezze senza misura

Quindi, il mio orientamento di madre/educatrice ad alto contatto è chiara 😉  

Non demonizzo chi preferisce un approccio meno “fisico” con il proprio figlio e non esalto esponenzialmente chi, come me, basa buona parte dell’ agire educativo sul contatto fisico frequente. 

Non nego, però, che mi spiace un pò ascoltare donne neo-madri che ancora credono che:

  • un bimbo che dorme nel lettone a lungo sia più viziato di chi dorme in culla già dai primi mesi;
  •  baciare un figlio sulle labbra sia quasi peccaminoso; 
  • provare ad allattare a lungo al seno sia deleterio per lo sviluppo psico fisico del bambino
  • varie ed eventuali…

Insomma, smitizzare alcuni luoghi comuni è d’obbligo perchè sono… scorretti!

Sempre più studi scientifici sottolineano l’importanza di una relazione educativa basata sia sulla potenza verbale (e del messaggio, quindi, che si vuol trasmettere) che su quella corporea: “io ti bacio, ti accarezzo, ti faccio sentire il calore del mio corpo che diventa veicolo di affetto”.

Nei reparti maternità, ormai, una volta nato il bimbo sia con tc che con parto naturale, si tende a favorire il contatto “pelle a pelle” con il neonato.

In entrambe le mie esperienze di donna che ha appena partorito è stato così: bambina posta sul mio petto ancora “sporca” vernice caseosa, liquidi. Che meraviglia, se ci ripenso:dal mio ventre al mio petto, da dentro a fuori continuando in realtà a essere una cosa sola.

, non danneggia (come erroneamente si crede) la crescita affettiva e psicologia del bambino anzi, il contatto più “carnale” con lui genera rende più tranquillo il piccolo. 

A te, adulta, piace sentirti amata, protetta, coccolata? Pensa come un esserino di pochi giorni, dopo nove mesi di vita intrauterina tra le calde mura della sua mamma possa sentirsi smarrito una volta venuto alla luce! 

Un bimbo non viene viziato, ad esempio,dalle coccole o dall’abitudine del dormire insieme, i comportamenti corretti o scorretti che assumerà nel corso della sua vita dipendereanno da tanti altri fattori (ambiente circostante, impronta educativa…)

Parleremo del co-sleeping, dell’allattamento prolungato e di altre tematiche all’alto contatto più approfonditamente qui su Oltrechemamma. 

Torna a trovarmi!

 

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Barbapapà e i “nativi digitali”

barbapapaQuasi “transgenerazionali” i Barbapapà.

Li ho amati io, i miei genitori e ora le mie bambine (e nuovamente io, attraverso loro).

Spesso mi ritrovo a canticchiare con le mie pupe la sigla di questa intramontabile serie tv (orecchiabile, deliziosa) e ti dirò, guardo molto volentieri le puntate del cartone ancora oggi.

Barbapapà è sempre un contenitore di messaggi  di denuncia sociale, veicolo di informazioni utili per la crescita morale dei bimbi. Lo definisco un cartone “impegnato” .

Appena ho saputo dell’esistenza di un’applicazione dedicata ai beniamini delle mie figlie ho scaricato “Barbapapà e gli strumenti musicali”, disponibile gratuitamente sugli app store (per IOS e Android)!

AppsGo, nuovo editore di libri illustrati interattivi per bambini, annuncia il lancio delle applicazioni dei Barbapapà: i celebri personaggi prendono vita sotto forma di libri animati interattivi, capaci di guidare i bambini in emozionanti scoperte e giochi educativi.

Un’occasione imperdibile quella di avere sempre a disposizione (ad es.su smartphone) un gioco istruttivo ma divertente, gioioso, allegro per le mie piccole “native digitali”, figlie di un’era in cui l’interazione domina la vita di ciascuno di noi (anche la loro 😉 ).

Conosci Appsgo, nuovo player nel mondo edu-tainment?

AppsGo propone ai bambini un’esperienza unica grazie alla qualità delle animazioni e all’utilizzo di personaggi provenienti dal mondo della letteratura per l’infanzia.

Ogni storia è accompagnata da un gioco originale e consente l’accesso ad altri contenuti gratuiti, disponibili sulla piattaforma http://www.appsgo.com.

Co-fondatore di AppsGo è Thomas Taylor, autore delle avventure dei Barbapapà e di Vittorina Confettina insieme a sua sorella Alice Taylor. Entrambi sono i figli di Annette Tison e Talus Taylor, i creatori dei due personaggi resi famosi dai libri pubblicati per la prima volta negli anni ’70.

Pensa che con “Barbapapà e gli strumenti musicali” le mie bimbe stanno esplorando il mondo degli strumenti musicali! In questa applicazione Barbabravo (lo conosci, vero?) da vero scienziato, vorrebbe dedicarsi all’apprendimento della musica insieme a Barbalalla: lei è molto contenta di aiutarlo e condividere la sua passione ma dovrà capire qual è lo strumento adatto a lui. 

Corri a scaricare questa  app davvero interessante ed esplora il mondo di Appsgo: sono certa che riscontrerai il piacere del tuo piccolino che farà simpatiche scoperte e aggiungerà nuove conoscenze (consolidando quelle già acquisite!). 

Buona divertimento!

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Scuola e Genitori, binomio inscindibile

La scuola (l’istruzione, la formazione)  è un’istituzione che sempre dovrebbe essere accostata alla famiglia dello “scolaro”.

L’educazione scolastica, fondamentale sin dai primissimi anni di vita, è sempre complementare a quella ricevuta a casa.  

Non ti parlo di bambini/adolescenti che debbano per forza avere una famiglia tradizionale alle spalle (che, tra l’altro, va disgregandosi e ne parlerò più diffusamente nel blog) ma di soggetti che dovrebbero ricevere un discreto supporto anche una volta tornati a casa alle prese con compiti, problematiche legate alla classe che si trascinano fuori dall’ambiene classe ecc.

E sai, ad esempio, quanto importante sia fin dai tempi dell’asilo (perfino del nido) che ci sia un buon “scambio” tra scuola e “famiglia”, un’ottima collaborazione, quasi una interconnessione tra le due istituzioni?

Scrivo da madre, ora. E riporto l’esperienza positiva vissuta con little V in asilo nido.

Le educatrici cercano un contatto diretto SEMPRE con il genitore (con me in questo caso io) e addirittura favoriscono lo scambio di contatti e l’intrecciarsi di relazioni anche con genitori di bimbi della stessa classe. 

La mission educativa dell’asilo di little V è proprio educare in sinergia con il genitore, ma non solo. Ciò che mi piace è l’idea di comunità , all’asilo di little V si educa il bambino, si comunica efficacemente con il genitore affinchè meglio possa rapportarsi con il proprio figlio una volta tornato tra le mura di casa; in ultimo, si cerca di stabilire connessioni, creare legami significativi anche tra i genitori dei bambini. Un esempio?

Pochi giorni fa la coordinatrice dell’asilo ha organizzato un piccolo party: grandi protagonisti le mamme, i papà dei piccoli “scolaretti”!

E’stato imbandito un piccolo banchetto con leccornie locali e natalizie a disposizione di grandi e piccolini: il momento di convivialità ha favorito lo scambio di opinioni e la conoscenza tra i genitori dei piccoli, il cibo unisce in ogni situazione.

In un secondo momento i genitori e i propri figli sono stati invitati ad accomodarsi intorno ad alcuni tavolini per realizzare un alberello natalizio.

Le educatrici hanno fornito materiale necessario per realizzare il “lavoretto” (nelle foto vedrai me all’opera per decorare il “cono” verde assegnatomi, ovvero l’alberello da decorare). 

Il momento di decorazione dell’albero ha rivestito valenza pedagogica (ogni genitore ha condiviso lo stesso “progetto” con il proprio figlio) e relazionale/comunicativa inquanto vi è stato stretto contatto tra mamme e papà dei bimbi perchè hanno così potuto confrontarsi sul delicatissimo ruolo di genitori.

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