Month: ottobre 2015

All’alba sorgerò – Il termine destino spiegato ad una bimba

alba sorgerò

Dopo aver ascoltato sempre in modo distratto “All’ alba sorgerò”  ,uno dei brani del celebre film Disney  “Frozen”  ieri la mia attenzione si è soffermata sulle parole del testo. 
La canzone in versione italiana è cantata da Serena Autieri che presta la voce ad Elsa, protagonista della storia.

All’alba sorgerò

La neve che cade sopra di me
copre tutto col suo oblio,
in questo remoto regno
la regina sono io.

Ormai la tempesta nel mio cuore irrompe già,
non la fermerà la mia volontà.

Ho conservato ogni bugia,
per il mondo la colpa è solo mia.
Così non va,
non sentirò un altro no!

D’ora in poi lascerò
che il cuore mi guidi in po’,
scorderò quel che so
e da oggi cambierò.

Resto qui,
non andrò più via.
Sono sola ormai,
da oggi il freddo è casa mia!

A volte è un bene poter scappare un po’,
può sembrare un salto enorme
ma io l’affronterò.

Non è un difetto, è una virtù
e non la fermerò mai più.
Nessun ostacolo per me, perché…

…d’ora in poi troverò la mia vera identità,
e vivrò, sì, vivrò
per sempre in libertà.
Se è qui il posto mio
io lo scoprirò.

Il mio potere si diffonde intorno a me,
il ghiaccio aumenta e copre ogni cosa accanto a sé.
Un mio pensiero cristallizza la realtà,
il resto è storia ormai, che passa e se ne va!

Io lo so, sì lo so,
come il sole tramonterò,
perché poi, perché poi
all’alba sorgerò!

Ecco qua, la tempesta che
non si fermerà.
Da oggi il destino appartiene a me.

Da tempo la mia bimba più  “grande” canticchia, inventando qualche parola ovviamente;-)) questa canzone ma la frase che pronuncia meglio e ripete spesso è  “da oggi il destino appartiene a me”. Big V non ha neppure 4 anni per cui non conosce il significato di queste parole intense. Con leggerezza e usando termini molto alla portata di una bimba così piccola le ho spiegato che il destino lo si costruisce giorno dopo giorno, che non c’ è nulla di predefinito nella vita di ognuno di noi, anche nella sua; che ogni giorno dovrà agire riflettendo bene su cosa sta facendo (si, anche una bimba di quasi 4 anni può anzi deve iniziare a riflettere bene su ciò che fa, ovviamente in  relazione ad un vissuto alle esperienze di una piccola.

, a canalizzare sapientemente le nostre forze e le nostre emozioni (gestendole con l’ intelligenza emotiva, di cui ti parlerò) !
Ogni attimo della nostra esistenza appartiene a noi. Cerchiamo di insegnare ai nostri figli, con non poche difficoltà, questo concetto chiave per ognuno di noi da 0 a 100 anni: la libertà. 
Non voglio che tu confonda la libertà di agire con il “fai ciò che credi purchè tu ci rifletta un pò su” , è chiaro che è sempre necessaria una reale ponderazione e una reale considerazione del rapporto con gli altri,  ma che  si tenga bene presente che l’ essere umano nasce LIBERO di autodeterminarsi.
Che meravigliosa, emozionante parola: libertà!

Foto:Disney

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Il desiderio di sapere

Il desiderio di sapere

L’essenziale dell’insegnamento consiste nel mobilitare il desiderio di sapere, nel rendere  corpo erotico l’oggetto teorico, si tratti di una poesia di Pascoli o della successione di  Fibonacci. Ecco il miracolo della lezione. Trasportare il desiderio.

da ” L’ora di lezione” di Massimo Recalcati

Un paio di anni fa sono entrata in un’ aula scolastica come docente per la terza area.
Avevo un monte ore prestabilito in cui avrei dovuto approfondire argomenti legati alla mediazione e alla pedagogia.  Dopo essermi presentata come “di rito”, ho esordito dicendo “Sapere è conoscere, dobbiamo apprendere ciò che ci viene spiegato qui a scuola con desiderio e cura!” 

Ebbene 21 volti mi hanno guardata come se stessi pronunciando una clamorosa eresia.
Imparare, a scuola, con amore? Addirittura dobbiamo desiderare di apprendere? Più o meno leggevo questo negli occhi dei ragazzi quel giorno.

E’ così complicato far comprendere  quanto sia fondamentale il desiderio di apprendere, quanto più si impara con ardore e reale voglia di acquisire tanto più le cose apprese si sedimentano in ognuno e, nel tempo, troveranno il modo di germogliare?

La spiegazione di una lezione, in un’ aula scolastica, è alcune volte uno sterile passaggio di nozioni. Questo è ciò che si dovrebbe evitare proprio nell’ ottica di una “didattica efficace” .
Penso all’ allievo come ad un seme che germoglia e diventa pianta, dopo aver ricevuto tanta acqua fresca. 
Penso ad un insegnante che, ricco del proprio bagaglio culturale, trasmetta con entusiasmo il proprio sapere  facendo in modo  di accendere l’ interesse e la curiosità in chi ascolta, che cerchi di stimolare alla creatività e di far emergere delle qualità nascoste (o malcelate) dell’ alunno. 
Penso a quanto importante sia attribuire ad un contenuto formale (una lezione) passione, colore, linfa vitale! Come? Sono necessari poteri magici? La risposta è no, il mezzo di coinvolgimento maggiore per chi ascolta è la parola! Si insegna trasmettendo con  parole cariche di stupore, perchè ogni giorno si scopre qualcosa di più.

Nella mia esperienza  a scuola, come in quella nella aule dove si fa formazione professionale, post universitaria o post diploma, cerco, e spero di riuscirci, di caricare di significato ogni singola parola che pronuncio. Non è semplice, perchè devo azionare, innanzitutto in me stessa, un meccanismo attraverso cui recupero tutte le informazioni in mio possesso che rielaboro e rendo ricche di emozione (sperando di suscitarne di nuove in chi ascolta;) )

Il queste mie righe, in realtà, si racchiude il desiderio di farti conoscere quanto sia importante il ruolo dell’ educatore/formatore/insegnante che non è uno sterile contenitore di conoscenze, ma può e deve manipolare il proprio sapere trasformandolo in qualcosa di straordinariamente ricco e coinvolgente. Così si impara con amore e si fanno proprie le conoscenze, così si scopre il vero valore della cultura ed ogni minuto, ora, trascorsa su un libro di testo o con l’ attenzione ben rivolta a “colui che trasmette”, non sarà mai tempo perso!

 

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Casa Lettori #LaMiaMensola

casa lettori

Per l’ #LaMiaMensola di Casa Lettori su Twitter  (ecco Casa Lettori su Oltrechemamma) ho scelto il libro “L’ora di lezione” di Massimo Recalcati, tra i più noti psicoanalisti in Italia e che ho già citato qui sul blog

Ecco il miracolo della lezione, trasportare il desiderio.

A breve parlerò qui su “Oltrechemamma” di insegnamento, partendo proprio da Massimo Recalcati per arrivare alla mia esperienza di formatrice.

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Autunno? Stagione di zucca!

Zucca di Cenerentola

Alla fine di ottobre scoppia una vera “zuccamania” e non si parla che di Halloween e di zucche 😉

Ecco che arriva anche il mio contributo! Mi fa piacere spendere qualche parola su un ortaggio che gradisco particolarmente e che evoca in me molti ricordi. 
La zucca era la protagonista incontrastata dei pranzi preparati dalla mia nonna, immancabili in tavola i tortelli di zucca ( qui trovi il procedimento per realizzarli) dal sapore dolce e dalla consistenza morbida! E’ tanto tempo, ormai, che non li mangio più, ma presto imparerò come riprodurre con le mie mani questo piatto così a me caro!

Ho ricevuto in regalo da due care amiche una zucca meravigliosa, enorme e bella come quella delle illustrazioni di Cenerentola: le mie bambine erano estasiate appena mi è stata consegnata! 

zucca oltrechemamma

Come “smaltire” questa super zucca? Ho iniziato subito a cercare diverse ricette veloci (ahimè la mia vita corre a 1000 km/h) e tra le prime mi è venuta in mente quella della “zucca in padella” 

La ricetta super veloce: 

  1. togli la buccia e taglia la zucca a pezzettoni (attenta perchè è piuttosto dura)
  2. fai rosolare sul fondo di una padella olio e due spicchi di aglio
  3. aggiungi i pezzettoni di zucca
  4. aggiungi una cucchiaino di sale e un po’ di vino bianco (metà bicchiere)
  5.  metti il coperchio e lascia cuocere finchè non noti che i pezzi di zucca non sono cotti e ben morbidi.
  6. aggiungi altro sale, se lo ritieni, e servi in tavola!

La zucca, così cucinata, è un buon contorno, ma può essere anche un ottimo primo piatto, magari accompagnata da crostini di pane e arricchita con pomodorini. Ortaggio versatile e squisito anche come ingrediente per biscottini sfiziosi o risotti prelibati!

Conosci le proprietà della “protagonista” di questo periodo autunnale? La zucca è ricca di:

  • vitamine, B ed E soprattutto
  • sostanze antiossidanti
  • sali minerali (potassio, fosforo, magnesio)
  • fibre 

Ho notato, inoltre, che entrambe le mie figlie gradiscono la zucca che ho proposto, durante lo svezzamento, intorno agli 8 mesi di vita. Il colore arancione, la forma così particolare e la sua scarsa reperibilità durante gli altri periodi dell’ anno rendono la zucca un ortaggio quasi prezioso, non a caso è stato associato ad una fiaba celeberrima (la mia preferita) come Cenerentola  😉 

 

Fonte foto Cenerentola: web

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Come nasce un papà!

PapàChi è un papà?

Domanda assai complessa e che si presta ad infinite definizioni

Se la donna, il più delle volte, si sente madre ancor prima che il figlio nasca  grazie allo splendido dono della gravidanza (un corpo che cambia, che ospita un’ altra vita) per l’ uomo non sempre è così. Egli diventa padre biologicamente, ma spesso solo con il trascorrere del tempo comprende le responsabilità e l’impegno che il nuovo ruolo comportano.

Il passaggio è da uomo a padre, quindi, non è immediato. Spesso molte neo mamme mi confidano di essere insoddisfatte del proprio partner nelle vesti di papà, in particolare i primi mesi dopo la nascita del pargoletto di casa. A loro dico di pazientare, di cogliere anche i momenti di “disagio” che il proprio uomo sta vivendo, cercando di comprendere che la novità di un essere umano a cui dare attenzione, cura e affetto (si spera per tutta la vita) è dirompente e comporta una “revisione” di se stesso, del proprio modo di condurre la vita, di gestire lo spazio e soprattutto…i tempi! 
Spesso accade che il neo papà risenta dei  ritmi sonno-veglia del piccolino che, quindi, spesso disturba la quiete notturna con pianti a dirotto o che “soffra” di un legame non più esclusivo con la propria compagna. 

Si aprono vari scenari circa la neo avventura di padre, molte sono le sfumature che si  possono cogliere e di alcune di queste parleremo più avanti approfonditamente.

Che tipo di padre è diventato il mio partner ve lo dirò presto…

Per ora, tornando alla difficile definizione di papà, ti comunico solo la mia: fortunata figlia di un padre  presente durante la mia infanzia ed ancora oggi  che sono adulta e genitore. Il (mio) papà è una guida, un sostegno quando scorgo poca luce in alcune situazioni, è la “manona” che accarezza le mie figlie, con amore, la stessa che accarezzava me molti anni fa; è anche rimprovero e scontro, a volte costruttivo a volte meno (il carattere forte è sempre stato una sua prerogativa;)) ma fa tutto parte del suo unico modo di essere il mio papà.

 

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