La bella addormentata nel bosco

Rosaspina e i doni delle fate: Tratto dal libro di Fiabe per sognare

Edizioni LARUS SPA Illustrazioni di Baraldi, Design, Ripamonti.

Un libro di Fiabe bellissimo, scritto molto bene e con illustrazioni ben fatte.

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Rosaspina e i doni delle fate

C’era  una volta un grande castello, in un paese assi lontano in cui vivevano un re e una regina che non potevano avere bambini e, per questo, erano moto tristi.

Dallo stagno del giardino un giorno uscì fuori un ranocchio che rivolgendosi al re e alla regina disse:

  • Presto il vostro desiderio di diventare genitori sarà esaudito. 

Questa profezia del ranocchio si avverò e la regina mise al mondo una bella bambina. La sua pelle era soffice e delicata come i petali di una rosa, fu per questo che la regina la chiamò Rosaspina.


Alla festa del battesimo furono invitate le fate del paese come madrine. A loro fu dato un posto d’onore nella cappella del palazzo reale. Per il battesimo al palazzo reale fu data una grande festa. Il salone era adornato con nastri di seta e ghirlande di fiori. I musicisti di corte suonarono per rallegrare gli invitati. La tavola era forniti dei cibi più buoni e del vino migliore che si potesse trovare.

All’improvviso ci fu un gran frastuono e si spalancò la porta. I festeggiamenti si interruppero e gli ospiti si voltarono per salutare il nuovo ospite. Li sulla soglia apparve una vecchia rugosa, La regina riconobbe in lei  una vecchia fata che non vedeva più da anni.

L’anziana donna battè il suo bastone sul pavimento e chiese:

-perchè non sono stata invitata al battesimo?-

La regina cercò di calmarla, dicendole che credevano fosse morta, ma la fata era molto arrabbiata e rivolgendosi verso la culla della piccola disse: -sono viva come la principessa-

-Vieni, siediti tra noi- la invitò la regina. 

Alla fine del banchetto, le fate si avvicinarono alla culla per fare ognuna un dono alla neonata.

Si consultarono e dopo aver riflettuto si accordarono a donare alla piccina la forza di superare ogni “paura”.


– Io ti dono la bellezza – disse la prima fata più giovane.

– io ti dono la saggezza – aggiunse la seconda.

– io ti dono l’eleganza del cigno – proseguì la terza.


– voglio che tu sia una danzatrice leggera come un angelo – disse la quarta fata.

Poi toccò alla quinta: – voglio che tu possa cantare come un usignolo-

e aggiunse la sesta: – che tu sappia suonare una musica celestiale –

– Non avrai mai paura di non essere amata- aggiunse la settima.

– vincerai la paura di dover diventare grande – disse l’ottava fata.

– Non avrai paura delle persone cattive – disse la nona.

La decima fata pensò tanto, ma non riuscì a trovare nessuna altra paura da esorcizzare per quella piccina e così disse:

– io ti regalo il dono di non aver mai paura della paura- 

La vecchia fata tremante si chinò sulla culla e disse: 


-Oh re tu mi hai offesa escludendomi dalla tua festa. 

Anch’io voglio fare un dono a Rosaspina!

A quindici anni la principessa si pungerà un dito con un fuso e morirà- Senza aggiungere altro la fata cattiva scomparve in una nuvola nera.


La decima fata, che aveva regalato alla piccina il dono di vincere la paura della paura disse:

– non posso cancellare la maledizione ma  posso fare qualche cosa per attenuarla. 

Rosaspina si pungerà, ma non morirà. Si addormenterà in un sonno profondo che durerà cento anni ma arriverà un principe a svegliarla.-


Il re ordinò di far distruggere tutti i fusi del regno.

Sperava di evitare l’avverarsi della maledizione.

 

.

Gli anni trascorrevano felici per la bella principessa, 

aiutata a vivere serena anche dai doni delle sue fate madrine.

Un brutto giorno, proprio il giorno del suo quindicesimo compleanno, Rosaspina si avventurò alla scoperta delle stanze segrete del castello. Trovò una scala e vi si avventurò.

Giunse ad una porticina, la aprì e vide una vecchietta che filava.

La pricipessa chiese: – che cosa è questa cosa che gira?-

– E’ un fuso bella fanciulla, serve per filare.

–  Mi lasci provare?- disse Rosaspina incuriosita.

Appena la ragazza toccò il fuso si punse e cadde a terra, mentre la vecchia sparì in una nube nera.

Il re e la regina la cercarono a lungo e quando la trovarono tentarono di rianimarla, ma fu tutto invano.

La misero a letto e in quel momento arrivò la decima fata che disse: – Rosaspina dormirà cento anni, ma affinchè non rimanga sola al suo risveglio, dormirete tutti con lei fino a quando un principe non la sveglierà con un bacio.-


La decima fata si era dimenticata di regalare alla principessa il dono di superare” la paura di rimanere sola”, così facendo aveva trovato il modo di risolvere il problema.


Rosaspina e i doni delle fate


Al suo risveglio sarebbe rimasto tutto come prima, con i suoi genitori accanto.

 

La fata buona alzò la sua bacchetta magica e, in quell’istante, tutti piombarono in un sonno profondo.

Dormivano il Re e la Regina, le ancelle, i dignitari di corte, le guardie, i cavalli nella scuderia, i cani nel cortile, i colombi sul tetto e il fuoco nel camino si spense.

Attorno al castello crebbe una fitta vegetazione di spine e rovi. Trascorsero gli anni e nacquero le più strane leggende intorno al castello.

Un giorno, era trascorso ormai un secolo, un giovane principe capitò a caccia presso quel castello incantato. Sentì un racconto di quella storia di Rosaspina e decise di essere lui il principe che l’avrebbe svegliata.

Al galoppo si diresse al castello.

Finalmente arrivò alla reggia. Tutti dormivano. 

 
Il principe al galoppo

Il principe percorse corridoi e saloni finchè giunse alla camera della principessa. Emozionato si avvicinò al letto in cui giaceva la principessa. Le prese la mano e la baciò.

Dal libro Fiabe per sognare LARUS edizioni

Come per magia la principessa aprì gli occhi; la fanciulla si era svegliata e nello stesso momento ogni essere vivente in quel luogo incantato si risvegliò da quel lungo sonno che era durato cento anni.

Rosaspina, rivolgendosi a quel cavaliere, gli chiese chi fosse.

Lui le rispose che che era venuto da molto lontano per aiutarla a liberarsi da quell’incantesimo e senza esitare le chiese di sposarlo.

La principessa Rosaspina condusse il suo bel cavaliere al cospetto dei suoi genitori, presso la sala del trono. Rivolgendosi ai genitori la fanciulla chiese loro il consenso di sposare il suo salvatore.

I genitori felici acconsentirono e le nozze furono celebrate e alla grande festa furono invitate anche le dieci fate buone. Da quel giorno i giovani sposi vissero felici, in quel regno che per troppo tempo era stato rattristato da quella brutta e cattiva strega.

Ringraziamo questa casa editrice LARUS da cui vi consiglio di acquistare questo magnifico e ben fatto libro.

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