La sveglia birichina
C’era una volta una vecchia e malandata sveglia, che passava da un mercato all’altro senza che nessuno mai si accorgesse di lei.
Un bel giorno si ritrovò, tutta lustra, sopra un mobile tra pizzi e statuine di capodimonte.
Le sue lancette erano ferme e segnavano le quattro in punto, ma non si sa se fossero le tre del mattino
o le quindici del pomeriggio.
Il grosso batocchio, sulla sommità, aveva smesso di suonare da chissà quanto tempo e, per il momento,
non aveva nessuna intenzione di ricominciare a farlo, e neppure le lancette non volevano più
muoversi da quella posizione.
I due bimbi Ale e Desi, che vivevano in quella grande casa gialla, la videro e si fermarono ad osservarla, incuriositi da quel “nuovo” oggetto misterioso.
Mentre Desi si chiedeva quale ne fosse la provenienza, Ale l’afferrò con le sue piccole mani,
rischiando di farla cadere, e scuotendola vigorosamente disse: “ma non funziona”.
Desi, più giudiziosa, per evitare che la sveglia si rompesse, gliela tolse al volo dalle mani e la
riposizionò sul mobile.
Fu a quel punto che la sveglia birichina iniziò a suonare ininterrottamente, e mentre suonava
si muoveva e le lancette, sia quella dei minuti, la più lunga, che quella delle ore, incominciarono a girare
e a girare.
Con tutto quel trambusto, tra il “drinnnn…” della sveglia e le risate dei bimbi, ci mancava anche
il pappagallino Dadà, che, attirato da tutto quel rumore, volò fuori dalla sua gabbietta, che era sempre
aperta, e volando là da dove proveniva quel suono, si andò a posare sul batacchio della sveglia,
facendola smettere di suonare.
Da quel giorno, ogni volta che vuole, senza motivo, la sveglia si mette a suonare e a scandire le ore,
facendo un gran fracasso, a volte anche rompendo il silenzio della notte.
Ogni volta, a quel suono, Dadà vola cinguettando sul batocchio dell’amica sveglia, che non sempre
smette di suonare, e un po’ per amicizia e un po’ per l’emozione, lascia un “regalino” alla sua ormai
“inseparabile” Sveglia.