La pappagallina inseparabile

La pappagallina inseparabile è nata il 28 agosto 2018, giorno del compleanno di mio figlio Stefano, una bellissima combinazione.

Un grande dubbio mi assale

1 agosto 2019

Voglio fare una riflessione insieme a voi.

Ieri ho avuto il piacere di chattare con una “Amica” Alice, la quale ha messo una segnalazione del

ritrovamento di un pappagallo nella zona in cui abita. Ho guardato il piccolo video che ha pubblicato,

non si tratta della mia pappagallina, e non posso dire con esattezza se può essere il pappagallo maschio,

suo padre che ho liberato dalla gabbia in modo che potesse riportare indietro la sua piccolina.

Non so se ve l’ho raccontato, sembra che sia una idiozia, ma ho fatto proprio così; ho liberato il pappagallo

padre per fare in modo che la piccola lo avesse seguito, per tornare a casa.

Il padre era già uscito dalla gabbia diverse volte, è sempre ritornato.

Un voletto li intorno casa, da un albero all’altro, spizzicando la frutta della vicina Flavia, poi tornava

nella gabbia da cui era uscito e che io lasciavo aperta, per farlo rientrare.

Tutto questo mentre la mamma e moglie, quella che io ho definito mamma assassina, se ne stava li

in gabbia libera, se voleva, di entrare e uscire.

Avete capito però che questa volta il mio pappagallo maschio non è tornato più a casa, ne lui ne la

piccolina a cui tenevo tanto.

Voi direte: “ma è solo un pappagallo! non è un cane e neppure un gatto”

Si lo so avete ragione, forse sto cadendo sul ridicolo se dico che cerco la mia piccolina ogni giorno

e che spero che ritorni a casa, anche se so che non tornerà mai più.

Il mio dubbio è: Potrebbe essere che la mamma non sia stata la causa della morte del primo pappagallo maschio, ne del ferimento della piccolina?

La coppia di pappagalli inseparabili che ho da alcuni anni hanno sempre deposto le uova, ma non li hanno mai covati. Li hanno sempre mangiati.

L’ultima covata che hanno fatto, proprio quella in cui è nata la mia Cip, avevano tre uova. Ogni giorno andavo a controllare per vedere se sparivano come solito. Ne hanno mangiati due, ne è rimasto uno.

Quell’uovo dopo un po di giorni si è schiuso ed è uscito fuori un Pullo, tutto rosa, con un gran testone e con un becco enorme. I genitori lo accudivano, sembrava amorevolmente. Fortunatamente, lo controllavo ogni giorno, senza disturbare troppo il lavoro dei due genitori.

Dico fortunatamente perchè mi sono accorta che il piccolino aveva una piccola ferita sul lato destro della testa, che aumentava sempre di più, e ho notato che la mamma lo beccava continuamente in quel punto.

Il quinto giorno di vita del pullo, con quella testolina sanguinante, ancora tutto rosa e senza piume, ho deciso di toglierlo ai genitori, ero convinta che lo avrebbero ucciso.

Mi sono armata di coraggio, dico questo perchè la mamma è tanto aggressiva e più di una volta mi ha beccata, sia a me che ad altri componenti la famiglia.

In realtà questa pappagalla non è mia, ora vi spiego. Avevo due pappagallini inseparabili, tutti e due maschi, di cui uno allevato a mano, molto bello e docile.

Una mattina, mentre ero li davanti alla loro gabbia a preparare le mangiatoie, è arrivata questa pappagalla e, prima mi è girata intorno, poi svelta si è infilata nella gabbia e non è voluta più uscire.

Anche se lascio aperti gli sportelli lei non se ne va, si è accasata. Peccato però che è proprio antipatica, io la chiamo anche assasina. Ora vi dico il motivo.

Ora nella grande gabbia erano in tre, due maschi e lei, ma nel giro di due giorni, senza vedere litigi tra i tre,

“la signora” ha deciso che uno dei due maschi doveva essere eliminato e ha deciso di togliere di mezzo il pappagallo che aveva cresciuto a mano mio figlio, docile e bello. Certo che la pazza non poteva scegliere un marito così.

|Con il senno di poi… mi sto domandando.. forse mi sbaglio, potrebbe essere che quando è entrata la pappagallina nella gabbia in cui vivevano i due maschi si sia accesa una disputa tra i due? Io non ho visto mai nessuna aggressione, il mio può essere stato un pensiero sbagliato. So solo che uno dei due maschi è morto, e proprio quello più mansueto, allevato a mano da mio figlio.|

Morto Dadà, così si chiamava il poverino, la vita di coppia ha iniziato a scorrere come tutte le coppie, con alti e bassi, con una bisbetica che fa dormire il poverino rimasto sempre fuori dalla casetta.

Anche se ne abbiamo messa un’altra tutta per lui, non lo lascia entrare dentro, lo aggredisce: non può entrare ne su l’una ne sull’altra.

Ritorno alla storia del mio Pullo, Cip.

Per togliere il piccolo dal nido, come già detto mi sono armata di coraggio, ho messo un guantone , di quelli da cucina imbottiti, maniche lunghe, e con l’aiuto di mio marito che distraeva la mamma assassina, sono riuscita a prendere Cip dal nido.

Per prima cosa ho disinfettato quella brutta ferita, era molto profonda. L’ho adagiato in un piccolo nido che avevo preparato con del cotone e ho telefonato alla veterinaria del mio cane, per avere un consiglio sul caso.

Lei mi ha dato il numero di un ornitologo di Firenze. L’ho chiamato immediatamente, gli ho spiegato tutta la situazione e lui molto semplicemente mi ha detto:”signora lo butti via”.

Un bellissimo consiglio, da vero esperto, avrà fatto anche l’Università, non so quanti anni ci vorranno per arrivare ad una soluzione e un consiglio del genere.

Comunque non l’ho buttato, non avrei potuto, sono una mamma, e quel piccolo esserino mi faceva una pena incredibile. Ho sentito i consigli di mio figlio che aveva avuto esperienza con quel povero Dadà, eliminato dalla malefica madre del mio piccolino, o forse dall’altro maschio, mi sento di porre questo dubbio.

Con la pappa preparata due o tre volte al giorno, una piccola siringa lo imboccavo, lui mangiava, aveva sempre molta fame. Lo imboccavo ogni due ore, in questo impegnativo lavoro ero supportata da mia nipote, molto brava, senza di lei non sarei riuscita ad assolvere un compito tanto impegnativo.

Bisognava accudirlo e questo non includeva solo l’alimentazione ogni due ore, ma anche la pulizia del nido dagli escrementi e controllare la ferita: disinfettarlo con un cotton fioc e passargli la pomata cicatrizzante.

Non so bene quali siano le abitudini degli orari per far mangiare un pappagallo, ma  ci regolavamo pensando al ciclo del giorno e della notte. Pensando che normalmente gli uccelli vivono secondo il levarsi del sole e il tramonto, ho iniziato a regolarmi dando la prima pappa la mattina alle sei, l’ultima la sera alle dieci, logicamente cercavo di fare del mio meglio, non avendo esperienza.

Il problema dell’alimentazione era risolto, anche se era molto impegnativo, il Pullo reagiva bene, sembrava non avesse problemi, aveva sempre tanto appetito, e questo mi dava coraggio ad andare avanti. Nel frattempo ho insegnato alla mia nipotina Desi a dar da mangiare a Cip, nel caso io mi fossi dovuta assentare da casa per più di due o tre ore.

Siamo sempre al primo e secondo giorno da quando ho tolto il piccolo dal nido, quindi aveva sette giorni.

Dovevo risolvere il problema della ferita alla testa.

Ho usato una pomata cicatrizzante, ha funzionato, nel giro di due o tre giorni ha iniziato a formarsi una crosticina che è stata li per tutto un mese, era più grande la crosticina che tutta la sua testolina.

Era bruttissimo, lo chiamavamo “Il brutto anatroccolo”, ma era vivo e vivace.

Le sue piumette intanto iniziavano a coprire tutto il suo corpicino rosa, ad iniziare dalle ali e dalla coda.

Dopo il secondo mese, ad ottobre era già tutto impiumato, e la sua crosticina era caduta, ma in quel punto le piume sembravano non volessero comparire.

Era quasi arrivato Natale e la sua ferita era completamente guarita, le piume erano cominciate a spuntare anche li.

Ora era un vero pappagallo, anche se già da tempo avevo notato una certa differenza tra la zampetta destra e la sinistra. Quella ferita al lato destro della sua testolina aveva compromesso la funzionalità della zampetta destra.

Un problema che è rimasto, ma purtroppo i suoi problemi non finiscono qui.

Una mia amica mi ha regalato una gabbia per Cip, non potevo rischiare di metterla in gabbia con quei genitori che stavano per ucciderla.

Le disgrazie di Cip no erano finte, infatti con un filo di lana, messo nella sua gabbia per farla divertire, si è stretta forte la giuntura della zampetta sinistra, quella che funzionava bene e è rimasta così tutta la notte, senza che io potessi accorgermi.

Il laccio era talmente stretto che il sangue non passava più e non c’era modo di tagliare il filo di lana perchè la zampetta era tanto gonfia.

La zampetta è andata in cancrena e si è seccata e caduta, facendo rimanere scoperte tutte le terminazioni nervose.

Non c’era modo di fare fasciature su una zampetta così piccina, così ho applicato delle pomate per rimarginare la ferita, ma la cattiva circolazione aveva fatto annerire anche tutta la coscia e parte del petto, occorreva un intervento interno.

Sono andata per tentativi, ci ho provato, secondo l’ornitologo l’avrei dovuta aver buttata da un pezzo.

Innanzi tutto serviva una gabbia molto piccola, più facile da pulire e tenere disinfettata, la zampetta con la ferita scoperta non doveva toccare, o almeno ci ho provato, su escrementi.

Ho somministrato alla pappagallina un antibiotico per bambini e le vitamine, sciolte nell’acqua.

L’antibiotico ho dovuto dosarlo per un esserino così piccino, non è stato semplice.

Ho integrato la sua alimentazione con frutta e verdura, che ha mangiato con grande avidità.

E’ sempre piena di vita nonostante tutto.

In quel periodo ha mangiato sempre dalle mie mani, come faceva nei suoi primi giorni di vita.

Nel giro di una settimana è guarita, non ha più la sua zampetta, ma ha imparato la ad usare la zampa di destra, quella lesa, con una certa disinvoltura e per qualsiasi cosa sa usare il becco per aiutarsi nei suoi movimenti.

E’ bravissima, molto intelligente, sveglia e sempre attenta a qualsiasi novità che si presenta.

Spesso la lascio uscire dalla sua gabbia, mi fa compagnia.

Qualche giorno fa ha fatto il suo primo ovetto, è femmina dunque, la mia Pappagallina inseparabile.

Ora dovrò cercare un compagno degno di lei, spero di riuscire a trovarlo anche con il vostro aiuto.

Purtroppo la pappagallina è scappata dalla sua gabbia, probabilmente per seguirmi.

Era abituata a stare con me e quindi, anche se usciva dalla gabbia, tornava sempre da me, mi volava sulla testa e si faceva prendere.

Un pomeriggio l’ho rimessa in gabbia, ma lei non voleva rientrare. Poco dopo sono uscita, sono salita in macchina e non mi sono accorta che lei era riuscita ad uscire da una mangiatoia, che lei era riuscita ad aprire.

La sua voglia di seguirmi sempre l’ha allontanata troppo da casa e credo che non è più riuscita a trovare la via di casa.

Forse se me ne fossi accorta prima sarei riuscita a recuperarla.

Con queste giornate di gran caldo non so se è riuscita a sopravvivere, anche perchè non volava mai troppo a lungo.

Spero che qualcuno l’abbia trovata e se la sia portata a casa sua. Era solo una pappagallina ma ero affezionata a lei, un piccolo esserino che nella sua breve vita aveva avuto così tanti problemi.

Mi piace pensarla libera, forse ha trovato un posto in cui vivere.

/ 5
Grazie per aver votato!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.