Un giorno arrivò in paese un personaggio insolito. Non era un mercante,
era vestito in modo semplice, un berretto in capo, capelli lunghi biondi,
che girava per il paese osservando con molta attenzione tutto ciò che lo
circondava. Tutti lo salutavano, ma nessuno sapeva chi fosse, ne dove
alloggiasse, portava con se tele, pennelli e colori, e spesso si fermava a
disegnare o a prendere appunti.
la sua voce, si limitava a rispondere al saluto con un sorriso, il cenno di
una mano, o si toglieva di testa il cappello, facendo un inchino al
passaggio delle donne, qualunque fosse la loro età.
Era sicuramente una persona bene educata, ben presto fu soprannominato
“il Pittore”, perché si fermava tra la gente e si metteva a dipingere, i suoi
soggetti infatti erano scene di vita quotidiana, sempre con sfondi
paesaggistici. Ovunque andava era circondato da bambini incuriositi che
ammiravano i suoi disegni.
Il Pittore non era infastidito da tanta curiosità, anzi ne era felice, e spesso
si faceva aiutare dai piccoli ammiratori per trasportare le sue tele, oppure
gli chiedeva di posare per lui.
Loro si facevano ritrarre volentieri, non vi era bimbo che non fosse stato
ritratto.
Il Principe Diego che aveva visto uno di quei ritratti, pensò di mandare a
chiamare il Pittore per chiedergli di ritrarre la sua giovane sposa Dèsirèe.
L’artista si recò al cospetto del Principe e chiese: “In che cosa posso
esservi utile”.
“Vorrei che facciate un ritratto alla Principessa, spero che possiate
esaudire questo mio desiderio”, disse Dario.
Il Pittore si sentì onorato e accettò con piacere di eseguire il ritratto e
quando vide la fanciulla rimase affascinato da tanta bellezza, la trovava
un soggetto molto interessante.
Dèsirèe posò per lui, e mentre la ritraeva faceva commenti nella sua
lingua, il francese, su quella sublime creatura, convinto, ovviamente, di
non essere capito. La guardava con ammirazione, mentre la ritraeva, e
diceva: “vous ètez tres joule, une merveille, oh! Mon Dièu, je n’ai jamais
vu une faille comme vous! Je voudrai etre votre mariè”.
Dopo tante belle parole dette tra i denti, quasi sussurrate, il Pittore si
sentì rispondere: “Oh! Marci monsieur, vous etez tres gentile, mais je
suis marriè avec le jeun Prince Diego”.
Sentendo la Principessa parlare la sua lingua, il Pittore si scusò, e le
spiegò:
“Je suis de Paris, j’ai travaillè depuis sept annè a Monte Matre, je suis en
artist de rue.” La Principessa gli disse che anche lei era di Parigi, e
precisamente de L’ile de la Citè. Dopo tre giorni di lavoro il ritratto era
terminato, Dèsirèe e il Pittore erano diventati ottimi amici. Finalmente si
poteva vedere quel ritratto, fu convocato anche il principe Diego. Il
dipinto ritraeva la Principessa in tutta la sua bellezza, sullo sfondo
appariva la chiesa Notre Dame de Paris e un albero di ulivo, che rimase
per sempre il simbolo dell’Umbria.
Quel ritratto fu fatto appendere nella stanza da letto dei Principi. La sera i
giovani si misero ad osservare il quadro in tutti i suoi particolari.
La Principessa Dèsirèe, tra le braccia del suo sposo, guardandolo, fece un profondo sospiro, provava un senso
di nostalgia per quei luoghi che non vedeva oramai da anni.
A voce alta espresse il desiderio di ritornare a vedere il paese in cui era nata e vissuta per tanti anni e disse:
“Quanto vorrei tornare, anche per una sola notte, a Parigi, rivedere i luoghi in cui ho vissuto!”
Come attirati in un vortice, furono trasportati entrambi all’interno del
quadro, si ritrovarono di fronte alla Cattedrale di Notre Dame.
Dèsirèe ora si trovava nella sua città con l’uomo della sua vita.
Iniziava per loro un altro lungo viaggio, quello della loro vita insieme.
I viaggi fantastici e avventurosi erano terminati, ora iniziava il loro percorso di vita reale, simile a quello di ognuno di noi. La vita vera con ostacoli e gioie, amore e passione, sogni difficili da realizzare, a volte impossibili.
La condivisione e l’amore accompagneranno il percorso della lunga vita
insieme, di questa coppia che non si arrende, neppure di fronte
all’impossibile.