Apelle, il pittore

Apelle, il pittore 

 

 Alessandro Magno fu un grande condottiero, non solo per le conquiste e per la vastità del suo impero, ma anche e soprattutto ebbe il merito di fondere le varie civiltà, circondandosi di artisti di ogni genere, provenienti da culture e popoli diversi. Alessandro accolse alla sua corte diversi artisti, tra cui il pittore Apelle, esperto disegnatore del volto umano.
Il pittore aveva una bottega dove dipingeva. Apelle esponeva le sue tavole sempre vicino l’entrata, e aveva l’abitudine di ascoltare le critiche dei passanti.

Passò un calzolaio che si fermò a guardare con attenzione le scarpe di un personaggio dipinto e disse:

“quelle scarpe non vanno bene”.

Durante la notte Apelle si affrettò a correggere quell’errore. L’indomani mattina il calzolaio, che si era accorto della correzione, si mise a criticare la forma del piede. Apelle intervenne dicendo: “Ciabattino non andare oltre alle scarpe”.

Il grande condottiero Alessandro, che aveva sentito molto parlare dell’arte di questo pittore, lo invitò alla sua corte, e lo nominò suo pittore personale. Apelle ritrasse in uno dei suoi dipinti il condottiero a cavallo, era talmente realistico che, nel vedersi dipinto, il cavallo si spaventò e nitrì, mentre Alessandro Magno rimase impassibile e non lodò il ritratto. Allora Apelle disse: “o re, proprio a me sembra che il cavallo sia molto più pittoresco di te”.  

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