Vbac e mille e una tipologie di parto

Vbac e mille e una tipologie di parto

Riprendo in mano questo articolo a un anno dall’ultimo parto finito ancora una volta in cesareo d’urgenza.

Al terzo parto ho imparato a prenderla in ridere. Perché sono altre le cose di cui piangere.

Quando si parla di parto le donne possono essere divise scherzosamente  in diverse categorie:

  • Le donne NATE PER PARTORIRE. Ognuno di noi ha delle doti, alcune donne hanno la dote del parto. Sono quelle che al primo parto in 2/3 ore sfornano il pupo, dal secondo in poi rischiano di farlo in macchina. Sono quelle “due spinte e via, voilà ecco a voi il pupetto”. Quelle che, il parto naturale in una vasca coi fiori di loto. Quelle che ricordano il parto come: ”il giorno più bello della mia vita”, che non hanno punti ovunque e dopo una bella doccia escono dalla sala parto fresche come una rosa.. ah come le invidio!!!
  • Le donne CHE PARTORISCONO IN MANIERA VAGINALE . Ecco ho detto in maniera vaginale e non naturale appositamente, perché si il bimbo esce proprio da li, ma non maniera del tutto naturale bensì con diversi interventi medici e ostetrici. Sono le donne che si fanno ore, ore, e ore di travaglio, magari flebo di ossitocina, di dolori lancinanti, che se avessero un coltello il marito lo ucciderebbero seduta stante, quelle che urlano fino a perdere la voce e magari alla fine per far uscire il bambino vengono tagliate, subiscono salti olimpici sulla pancia e alla fine nasce. Queste più difficilmente escono fresche dalla sala parto, magari ci escono sulle loro gambe, ma sicuramente coi capelli spettinati e diversi punti di sutura.
  • Le donne che partoriscono con CESAREO PROGRAMMATO: ci sono situazioni mediche che non permettono un parto naturale e allora alcune di noi sono costrette a programmare il cesareo. Ecco queste donne con le loro gambe entrano in sala parto, ma ne escono in barella, con il catetere, flebo su flebo e soprattutto con un bel 20 cm di taglio fresco fresco sulla pancia.
  • Infine le più “fortunate” , ovvero le donne che partoriscono con CESAREO D’ URGENZA. Queste donne sono un ibrido tra la categoria 2 e la 3.

Subiscono ore e ore di travaglio come quelle della categoria 3, ma poi escono dalla sala parto come quelle della categoria 4. E poi magari si sentono dire: ”ah vabbè tu non hai partorito hai fatto il cesareo!”.

E io secondo voi di categoria faccio parte?

Mah provate a indovinare.

Della categoria 4 entrambe le volte, praticamente per due figli ho fatto 4 parti, due travagli e due cesarei.

Non so voi, ma io ho sempre immaginato il mio parto come un parto di tipo 1, molto romantico col bambino che nasceva e il papà che poteva tagliare il corone ombelicale, e poi tutti insieme si piangeva di gioia. Insomma davvero ho visto troppi film.

Al corso pre- parto di Tempestina , un ostetrica molto dolce, ci raccontò quanto fosse bello e semplice partorire, disse che eravamo programmate per partorire e che sarebbe stato stupendo.

Mentiva. Spudoratamente.

In realtà ho iniziato a stare male il giorno prima, ho fatto avanti e indietro dall’ospedale diverse volte perché nonostante i dolori, che per me erano già insopportabili, secondo loro non ero ancora in travaglio, e alla fine quando in travaglio c’ero veramente in ospedale non ci volevo più andare perché credevo che ancora una volta avrebbero deriso la mia sofferenza.

Invece ho trovato un ostetrica dolcissima, che è stata con me e mi dava coraggio.

Io che sono moooolto coraggiosa gridavo gridavo (credo mi abbia sentita tutto l’ospedale), ad ogni contrazione gridavo, e invocavo i santi del paradiso, e minacciavo il non-marito di evirazione, e dopo una giornata così verso sera il tracciato di Tempestina ha iniziato a dare segni di cedimento, e via di cesareo d’urgenza.

Vbac e mille e una tipologie di parto

Ricordo che sul momento fu una liberazione, la flebo per fermare le contrazioni, l’anestesia epidurale, ho sentito il suo primo pianto l ho visto. Poi c’è stato un vuoto e l’ho rivista in camera già bella vestita.

Sul momento ho fatto fatica a capire che fosse mia.

Poi i dolori del post cesareo, la ferita sulla pancia, le flebo.

Fisicamente in qualche giorno mi sono ripresa, ma psicologicamente no. Non ho accettato che mia figlia fosse nata in quel modo nonostante io avessi fatto di tutto per farla nascere in maniera naturale.

Avevo sofferto due giorni, ero scesa all’inferno, avevo gridato avevo pianto e alla fine non ce l’ avevo fatta.

Poi ho iniziato a informarmi e ho scoperto che dopo uno o più cesarei è possibile fare un parte naturale. Si chiama vbac se alle spalle hai un solo cesareo (vaginal birth after cesarean), vba2c se alle spalle hai 2 cesarei e vba3c se ne hai 3. SE vuoi saperne di piu leggi QUI

Ho trovato un gruppo facebook di sostegno, ho letto di tante mamme con il mio stesso drammatico parto alle spalle e ho deciso che se avessi avuto un altro figlio avrei provato il vbac.

E così rimasi incinta di Sempreallegro, la prima cosa che dissi alla mia ginecologa è che mai e poi mai avrei fatto un altro taglio programmato e lei fu d’accordo con me e mi appoggiò fino alla fine.

E cosi arrivò anche il giorno del parto di Sempreallegro.

Mi presentai in ospedale solo per qualche contrazione perché la ginecologa mi aveva detto di andare, ma ricordavo benissimo quali fossero i dolori buoni e sapevo di non essere ancora in travaglio.  Ma fortuna che sono andata perché all’improvviso i dolori veri sono arrivati, non ho fatto in tempo a fare l ‘epidurale (che questa volta avevo richiesto con anticipo) che ero già a dilatazione completa, oramai ero certa che ce l’avrei fatta e invece anche stavolta nel pieno delle spinte battito del bambino in calo, perdite ematiche e via di corsa in sala operatoria in anestesia generale.

Sono stati attimi terrificanti. Ricordo la gente che correva, io non capivo nulla e per un attimo (stranamente eh!) ho davvero creduto di morire.

Non ho sentito il primo pianto del mio bambino.

Quando l ho visto era in braccio al mio non-marito e io non avevo le forze per prenderlo.

Questa volta i dolori erano lancinanti, molto peggio della prima volta, e la mia pancia era chiusa con una fila graffette come un block notes.

Ho tentato il vbac e ho fallito.

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Anche questa volta non sono stata capace di dare alla luce mio figlio nonostante di impegno e sofferenza ce ne abbia messa parecchia.

A livello psicologico il senso di incapacità e inadeguatezza è stato più forte della prima volta, ho passato giornate a piangere e a sentirmi una madre inadeguata.

Poi a 8 mesi di distanza ho capito che non è il tipo di parto a fare una madre inadeguata ( e nemmeno il tipo di allattamento ma di questo ne parlerò in un altro post)  tutte soffriamo e facciamo il meglio per i nostri bambini.

E solo questione di culo. Ecco l’ho detto culo.

Perché non è vero che siamo programmate per partorire. Il parto è un evento naturale ma che può avere mille sfaccettature e mille complicazioni.

Non è scontato che avremo un parto perfetto come nei film.

Ma tutte avremo il nostro premio che vale più di mille parti perfetti.

Quindi future mamme aspettate il momento della nascita del vostro bambino con tranquillità e consapevolezza.

Il dolore è forte, forse urlerete, odierete il fatto di essere incinta.

Potranno esserci, come no, delle complicazioni.

Qualsiasi cosa accada l’unica cosa che conta è stringere tra le braccia il vostro bambino.

Poi avrete il resto della vita per essere ottime mamme.

E questo accadrà senza dubbio.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

Una risposta a “Vbac e mille e una tipologie di parto”

  1. Mi dispiace per il fatto che non hai avuto i parti che desideravi.

    Lascio il commento qui per le future mamme che leggeranno il tuo articolo.

    Scegliete un BUON CORSO PREPARTO. Cercate un corso che vi parli di fisiologia del travaglio e del parto non dimenticando la PARTE EMOTIVA. Il parto è governato da un cocktail di ORMONI che se non sono in equilibrio non aiutano l’ottimo funzionamento del corpo della mamma.

    Non è la mamma a partorire ma il suo corpo insieme al bambino. Non è un processo che si può controllare col la razionalità. Succede e basta….NON DOBBIANO INTRALCIARLO.
    Dobbiamo essere consapevoli che la cosa migliore da fare è abbandonarci al processo della nascita. Per riuscire a fare questo NON ci deve essere la paura. Parte di questa paura è dovuta al non sapere cosa succede.

    Un buon corso preparto non ti dice solo che “tutte le donne sanno partorire”. Lavora con la coppia per far emergere le potenzialità che uno può tirare fuori prima, durante e dopo il parto.

    Il dolore per alcune donne è la paura più grande ma anche qui si può lavorare per trovare il modo giusto per affrontarle. In principio più la respingi la sensazione e più lei aumenta di intensità. Imparare già in gtavidanza come accogliere e accompagnare il dolore, farà sicuramente la differenza anche nel momento del parto.

    Care future mamme
    Scegliete con Cura il corso di accompagnamento alla nascita

    Auguri a tutte voi

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