Sono le mamme e i bambini le vere vittime del coronavirus

Sono le mamme e i bambini le vere vittime del coronavirus

Sono le mamme e i bambini le vere vittime del coronavirus.

Iniziamo parlando dei bambini, quelli che sono prima di tutto stati additati come untori. Quelli che in realtà superano il coronavirus senza grossi problemi.

Come al solito i bambini sono stati ritenuti portatori sani di virus e allontanati senza spiegazioni e senza remore dalla loro quotidianità, dalle loro scuole e dai loro amici.

Chiusi in casa senza il diritto di fare una passeggiata al parco.

Chiusi in casa mentre loro giochi al parco venivano transennati. E vedere quelle altalene transennate credo sia l’esempio più lampante del fallimento della nostra società.

Quelli delle materne per di più abbandonati al loro destino da parte delle scuole, quelli delle elementari relegati davanti ad un pc ad ascoltare lezioni on line e fare compiti con l’ausilio dei genitori.

I bambini sono stati segregati e violentati per salvare gli anziani che sono quelli che statisticamente hanno più complicazioni dalle malattie.

Sono le mamme e i bambini le vere vittime del coronavirus
Sono le mamme e i bambini le vere vittime del coronavirus

E mentre i bambini sono chiusi tra quattro mura gli anziani invece il giretto al supermercato non se lo negano.

Hanno fatto rinchiudere i loro nipoti per tutelare la loro salute. E poi se ne vanno a spasso senza alcun rispetto del sacrificio dei più piccoli.

Ma non è solo sacrificio. Questo è un danno psicologico che si sta perpetuando sulle nuove generazioni.

I bambini hanno necessità di muoversi, di correre e frequentare i loro coetanei.

E non possono farlo per colpa di un virus che però uccide gli anziani.

Poi ci sono le famiglie, in particolar modo le mamme. Le mamme che si sono trovate a ricoprire il ruolo di insegnanti oltre che di lavoratrici, colf cuoche etc etc. Come se fosse possibile allungare le ore giornaliere. Oppure sdoppiarsi.

I bambini a casa sono annoiati, svogliati e demotivati.

LA MAMMA NON PUO E NON DEVE SOSTITUIRSI ALLA SCUOLA.

E da mamma ve lo dico senza vergogna: dopo due mesi a casa 24 h coi miei figli, i compiti, lo smart work e tutto il resto sono arrivata al capolinea e su qualcosa devo mollare.

O non faccio più l’insegnate, o non lavoro.

Se non lavoro però non posso sfamarli.

Se non faccio l’insegnante mi sento una mamma di m… che non segue abbastanza i suoi figli.

La scuola non è un parcheggio. La scuola è molto di più. E condivisione, socializzazione, studio e amicizia.

I rapporti via skype non possono nemmeno lontanamente essere paragonati ai rapporti reali.

Alle risate in compagnia, le corse nel prato e le ginocchia sbucciate.

Non voglio crescere i miei figli sotto una campana di vetro. Voglio che i miei figli vivano la vita.

Che corrano sotto il sole fino ad andare a dormire esausti.

Rivoglio la nostra vita. Voglio vederli sorridere.

Si sono già sacrificati troppo.

Gli anziani sono a rischio? Allora è giusto che stiano loro in quarantena. I bambini hanno già fatto troppo per uno stato che non è nemmeno in grado di tutelare i loro bisogni primari.

Noi genitori rientreremo a lavoro a breve, qualcuno mi dica chi si prenderà cura dei nostri bambini.

Perché il lavoro delle donne non è solo un dovere ma è un diritto.

Le famiglie hanno diritto di lavorare per garantirsi uno stile di vita dignitoso.

I bambini devono stare coi loro coetanei.

Ridateci la vita.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.