Il tuo primo diploma. Fine della scuola materna.
E così è arrivato anche questo giorno, lo sapevo che avrei pianto. Ma non sapevo che avrei pianto così copiosamente, nascosta dal buio, infossata nella poltroncina del teatro, mentre tu, felice illuminata dalla luce del palco sorridevi ed eri orgogliosa di te stessa come non mai.
Se mi avessi visto in quello stato avresti pensato che fossi delusa da te.
Ma non è così. Le mie erano lacrime di mamma. Le lacrime che vengono dalla parte più profonda del cuore.
Lacrime piene di orgoglio. Di felicità e di soddisfazione e allo stesso tempo intrise di malinconia. Perché la mia scricciolina, la stessa persona che la prima volta che ho visto pesava pochi grammi, stava li su un palco, con la sua divisa da diploma un po’ troppo grande per lei. E sorrideva, felice di essere cresciuta.
Quanta strada abbiamo fatto amore mio.
Quanto siamo cambiate e cresciute insieme. Ognuna a modo suo.
Per te ho tirato fuori il meglio di me. Tutto il buono, il bello che avevo.
Ho imparato ad essere più razionale, ragionevole e meno impulsiva.
Ho imparato ad apprezzare cose e persone che prima di te, molto probabilmente, avrei escluso a propri.
La tua scuola materna è stata anche la mia personale scuola di vita.
Ci sono successe tante cose, anche che mi hanno ferito, ma solo per te ho imparato a lasciarmele alle spalle. E a ripartire da zero.
Ho imparato a tenere le mie opinioni un po’ più per me, e a mediare come non ho mai fatto.
Ho imparato il valore del tempo. Del tempo passato con chi amiamo davvero.
Ho capito che un sorriso costa poco ma vale tanto.
Ho anche constatato, ancora una volta, che la vita passa in fretta, troppo. Perché non riesco ancora a realizzare come sia possibile che tu sia già li, con un diploma in mano, e io seduta su una poltroncina a piangere copiosamente come il giorno in cui sei nata.
Sono i figli a risvegliare i sentimenti più profondi, le emozioni più ancestrali. La parte di noi quella più vera che spesso tendiamo a nascondere nell’angolo più buio del nostro essere. La parte di cui siamo gelosi perché è anche la più fragile.
Sono i figli che tirano fuori tutte le lacrime che abbiamo in corpo.
Le cui gioie sono gioe all’ennesima potenza.
Sono i figli che tolgono l’aria e soffocano il respiro.
E tu sapessi come toglievi il respiro ieri. Così bella, cosi raggiante e sorridente.
E lo ammetto ogni tuo traguardo ogni tuo progresso è una spina nel cuore, perché sono consapevole che ogni piccolo passo ti porta un po’ lontano da me.
E allora rimpiango quelle notti che sapevano di pannolini e di latte. Quelle giornate in cui non volevi stare da nessuna parte se non tra le mie braccia. Quei momenti in cui mi sono sentita incapace di gestirti.
Rimpiango ogni momento che è passato e che ora non posso più vivere con te.
Che continui a guardarmi da quel palco, col tuo cappello e il tuo diploma e mi sorridi.
Allora mi asciugo le lacrime e corro a stringerti forte per sentirti ancora dentro di me.
E dopo un anno se ci penso piango ancora.
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