Gli uomini (quasi tutti) sono solo dei maschilisti.

Gli uomini (quasi tutti) sono solo dei maschilisti.

Non è un paese per mamme, ma più genericamente non è un paese per donne.

Non è un paese empatico non è una paese in cui la donna viene rispettata.

E sto parlando dell’Italia.

Parità di diritti certo. Ma i diritti delle donne alla fine valgono sempre meno di quelli degli uomini.

Parità di doveri, ma per qualche misterioso motivo i doveri delle donne sono sempre in numero maggiore rispetto agli uomini.

Cerchi un lavoro, trovi un lavoro. Poi se un uomo chiede un permesso non c’è problema, se è una donna a chiederlo invece è un problema, perché magari lo ha chiesto per una visita al bambino e quindi è la solita mamma che chiede sempre e non da mai abbastanza all’azienda.



Gli stipendi poi, ne vogliamo parlare? Gli stipendi di una donna sono sempre più bassi, è innegabile. Lo dicono i dati.

Devi fare, impegnarti, e magari sei pure la più brava sul lavoro ma se solo osi mettere al mondo un figlio, da punta di diamante diventi punta di sterco.

Perché non darai più la stessa disponibilità, perché avrai la mente altrove e ah certo, è scientificamente dimostrato che gli ormoni della gravidanza brucino i neuroni e quindi sicuramente sarai intellettivamente meno sveglia.

Perché sei donna in fondo. Il loro problema è questo.

Perché stai rivendicando un diritto, il diritto di essere madre. Ma nel mondo gli uomini fanno finta di non capire. Perché essere padre ha un valore diverso dal loro punto di vista e no, loro non sono in grado di capirti fino in fondo.

Sono cresciuti credendosi migliori, più forti, più svegli, più tutto senza minimamente considerare il concetto di collaborazione e complementazione.

Perché è un pensiero arcaico, io penso insito nel dna.

Perché i problemi riguardano sempre gli altri, nella completa incapacità di guardare oltre se stessi e nell’arcaica presunzione di essere superiori a qualsiasi donna.

Facciamo lotte, indossiamo tacchi alti e corriamo le stesse maratone degli uomini in scarpe da ginnastica, ma tutto ciò che facciamo non è mai abbastanza. Ci affanniamo in continuazione, e i nostri risultati alla fine valgono sempre meno.

Oggi va così giornata storta, periodo nero, nelle mie corse quotidiane in tacchi a spillo nella disperata speranza di far valere la mia parità di diritti e di doveri che so già non otterrò mai.

Mi affanno, mi logoro, la mente e anche il fisico. Faccio di tutto, un tutto che non basta mai.

Mi sento in colpa, provo rammarichi e rabbia.

Si provo tanta rabbia, quando vedo che nonostante le lotte, le fatiche e e il sudore quotidiano di goni donna, le cose in fondo non cambino mai e poi mai.

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Pubblicato da mammansia

Nata a Modena nel 1982, laureata in MATEMATICA. Mamma di due piccoli terremoti e lavoratrice nel campo informatico.

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