Due figli così vicini! Ma come ho fatto?
Ho partorito Enea che Carlotta aveva due anni e mezzo. Ora che lei ne ha 6 e lui 3 mi guardo indietro e la domanda che mi viene è :”Ma come ho fatto?”
Quando lei era più piccola di lui adesso, io gestivo lei e anche un neonato.
Il fatto è che quando sei dentro alle cose le vivi e in un qualche modo resti a galla. Tiri fuori risorse che non sapevi di avere senza nemmeno rendertene conto.
Vai avanti a testa alta.
Le mamme sono dei supereroi non c’è altra spiegazione. Nulla è impossibile solo se sei una mamma.
Quando ho deciso di fare Enea pur avendo Carlotta ancora piccola non mi rendevo conto di quello a cui sarei andata incontro. Volevo un secondo figlio e basta. Dicevo finché sono in ballo ballerò. Da uno a due cosa vuoi che cambi.
L’ho voluto e me lo sono cresciuto.
E ho scoperto che da uno a due cambia tutto, nel senso che è tutto doppio.
Doppie spese, attenzioni, visite e giri da fare. Doppi impegni, cose da memorizzare. Doppi giochi, doppi regali.
Ma soprattutto doppi baci, doppie coccole e doppi amore.
Non è stato semplice, ma sul momento non l’ho vissuta nemmeno con questa immensa difficoltà, la vivevo e basta giorno per giorno. Ora però, col senno di poi, mi rendo conto di quanto sia stata brava.
E noi mamme, tutte quante, non dovremmo mai dimenticare di quanto siamo brave ogni singolo giorno.
Perché non è facile gestire un neonato. Che non parla, e va interpretato. Un neonato che richiedere attenzioni continue. Cure minuziose. E che assorbe il tuo tempo e le tue energie al 100%.
Non è facile gestire notti in bianco, allattamenti vari e richieste di attenzione.
Non è banale non mollare ed essere sempre fiere di se stesse.
Non è facile gestire più figli senza togliere alcun tipo di attenzione ad entrambi e al contempo non dimenticarsi anche di se stesse.
Non è facile non annullarsi quando si ricade cosi prepotentemente nel ruolo di mamma.
Nella vita niente è facile.
Ma io penso che crescere dei figli sia in assoluto la cosa più difficile e più gratificante allo stesso tempo.
Oggi io vedo due bambini che giocano insieme, dormono e mangiano senza bisogno del mio aiuto. Abbastanza grandi da giocare in maniera indipendente ma non abbastanza da rifiutare i miei abbracci.
Li vedo cosi vicini di età da essere in grado di condividere tante cose. Da giocare insieme, da ridere insieme.
Mi guardo indietro e mi chiedo come ho fatto.
Ma in un qualche modo ho fatto e sono orgogliosa di me e dei bambini che sto crescendo.
Ed è proprio così che dovrebbero sentirsi tutte le mamme: semplicemente ORGOGLIOSE di se stesse. Perché fare e crescere un o più figlio è al cosa più bella e più difficile.
Ma anche quella che riempie maggiormente di soddisfazione.
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