Mese: Marzo 2019

I bambini hanno il sacrosanto diritto di annoiarsi

I bambini hanno il sacrosanto diritto di annoiarsi

I bambini di oggi sono lo specchio degli adulti e della società odierna.

Sono sempre di corsa, sempre di fretta.

Passano ore e ore a scuola e appena finito ogni giorno o quasi hanno un’attività nuova.

Anche i week end sono sempre impegnati, tra partite, e impegni vari.

I bambini di oggi hanno perso il sacrosanto diritto di annoiarsi.

Di fermarsi e respirare con calma.

Il tempo di perdersi a guardare l’orizzonte, o un bruco che cammina in giardino in tutta la sua semplice lentezza.

Hanno perso il diritto di respirare con calma.

Reddito di maternità ma assolutamente no!

Reddito di maternità ma assolutamente no!

In questi giorno ho visto girare la proposta più maschilista e offensiva nei confronti delle donne che abbia mai sentito in vita mia.
Il reddito di maternità per le mamme che decidono di dedicarsi unicamente alla cura dei figli. Un sussidio di 1000 euro al mese fino agli otto anni dei bambini per le mamme che decidono di dedicarsi esclusivamente ai figli.

Ho scritto proprio qualche giorno fa Su come il lavoro mi ha salvato la salute mentale e trovo questa proposta aberrante.

Vi spiego subito perché

Su come il lavoro mi ha salvato la salute mentale

Su come il lavoro mi ha salvato la salute mentale

Su come il lavoro mi ha salvato la salute mentale.

Fare la mamma è bellissimo.

E lo ripeto ogni giorno, i miei bambini sono l’unica cosa bella e giusta che ho fatto nella mia vita.

Dopo Enea per un certo periodo ho anche smesso di lavorare credendo erroneamente che loro e solo loro fossero il centro lo scopo della mia vita.

Ho buttato via tutto. Anni di studio, anni di lavoro, professionalità e competenze credendo di trovare nel tempo passato insieme a loro il senso e lo scopo della mia vita.

Credendo che per essere una buona mamma sarebbe stato sufficiente esserci.

Sempre e anche fin troppo.

Credendo che il mio valore di mamma si misurasse in ore passate insieme, in vestiti perfettamente stirati e in casa perfetta.

Che mettere me al secondo e ultimo posto avrebbe fatto di me la mamma migliore del mondo. La mamma perfetta e l’unica in grado di crescere figli felici.

Poi mi sono resa conto che essere sempre e solo la mamma dei miei figli significava umiliare me stessa.

La me che aveva studiato tanto, che si era impegnata per raggiungere obiettivi. Che per laurearsi si svegliava il sabato mattina alle 5 per prendere lo scooter con una temperatura polare e passare la giornata in piedi sui tacchi facendo la hostess a qualche convegno.

La stessa me che senza chiedere nulla a nessuno era uscita di casa da sola e sola si manteneva e andava avanti senza aver mai chiesto aiuto a nessuno.

La me che i mobili se li era caricati uno ad uno all’ikea e se li era montati.

Spendere soldi non guadagnati da me mi infastidiva e mi umiliava.

Stavo diventando l’ombra di me. Della me donna libera e indipendente.

E stavo dando troppo spazio alla mamma.

Poi ho avuto fortuna e sono riuscita a rientrare nel mondo del lavoro, nel mondo del mio lavoro, quello per cui avevo studiato e mi ero impegnata a lungo.

Quel lavoro che aveva fatto di me una donna indipendente e libera.

E mi sono accorta che la mattina uscire per andare verso l’ufficio significa respirare ossigeno.

Ho imparato a chiudere gli occhi davanti ad una casa in disordine, un vestito piegato e non stirato.

Sicuramente ho dovuto tagliare su tutto e imparare a correre. Con l’orologio sempre alla mano.

E vi dico la verità certe mattine le invidio le mamme che possono prendere il caffè perché non hanno un lavoro a cui correre.

Ma poi mi rendo conto che a me il lavoro ha salvato la salute mentale.

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Le donne e mamme di oggi non si fermano mai

Le donne e mamme di oggi non si fermano mai

Le donne e mamme di oggi non si fermano mai.

Corrono all’impazzata, nel disperato tentativo di conciliare il ruolo di mamma e donna.

Tenendo alti gli standard. Perché noi donne non ci accontentiamo mai.

Vogliamo essere mamme perfette. Presenti e impeccabili. Ma essere solo mamme non basta. Per necessità personali o necessita contingenti dobbiamo essere molto di più.

E conciliare più ruoli quando all’uomo spesso ne è richiesto solo uno.

Una sorella maggiore è colei che dopo aver tentato di eliminarti ti aiuta a mettere i calzini

Una sorella maggiore è colei che dopo aver tentato di eliminarti ti aiuta a mettere i calzini

Una sorella maggiore è colei che dopo aver tentato di eliminarti ti aiuta a mettere i calzini.

E colei che magari ti ha tanto desiderato, perché non c’eri. Ma poi quando arrivi per davvero si accorge subito che a volte sei di troppo. E non ti vorrebbe più, ma poi ti vorrebbe di nuovo.

E colei che si rende conto che non è facile condividere la mamma. A volte lo fa volentieri, ma molto spesso è la cosa che odia più al mondo. Perché la mamma è la mamma.

Che quegli abbracci che erano tutti per se all’improvviso vanno divisi equamente. E che né la mamma né il papà sono divisibili fisicamente.

Una sorella maggiore è colei che è orgogliosa di te, ma a cui allo stesso tempo la tua presenza infastidisce.

Che ti porta in braccio ma si stanca subito. Che dice che sei carino, ma lei è più bella. E che i fratellini e le sorelline delle sue amiche sono molto più belli e bravi di te.

Una sorella maggiore è colei che ti ama con tutta se stessa. Ma che poi, allo stesso tempo ti odia.