Mese: Febbraio 2017

Su di me. Chi è Mammansia

Su di me. Chi è Mammansia

Sono mamma due volte, di due meraviglie che ho soprannominato Tempestina e Sempreallegro.

Tempestina ha 5 anni ed è una tempesta di energia, Sempreallegro 3 anni ed è la gioia e la dolcezza fatta a bambino.

Sono laureata in matematica e il mio lavoro, quello ufficiale è il consulente informatico.  Il lavoro che amo invece è qui sotto i vostri occhi.

Non avevo mai pensato di aprire un blog.

A onor del vero, quando andavo al liceo, odiavo scrivere i temi. Lo odiavo così tanto che il giorno del tema della maturità ho pensato “Meno male che è l’ultimo tema della mia vita”.

Quando un uomo diventa padre

Quando un uomo diventa padre

Quando un uomo diventa padre. Questa è la storia di un uomo, che un giorno, si è trovato tra le mani una aggeggio di plastica con due linee colorate e non immaginava quanto quelle due insignificanti lineette avrebbero cambiato la sua vita. Era iniziata la 

La valigia per il parto. L’essenziale per la mamma.

La valigia per il parto. L’essenziale per la mamma.

La valigia per il parto. L’essenziale per la mamma.

Dopo avervi parlato di tutto ciò che può servire  per il bambino nell’articolo Tutto sullo shopping pre parto, oggi vi voglio parlare di cosa mettere nella valigia del parto per la mamma.

Diventeremo mamme ma restiamo sempre donne ed è giusto che continuiamo a prenderci cura di noi anche nei giorni di degenza all’ospedale.

valigia per il parto

Camicia per il parto. Vi avviso potrebbe anche non servirvi perché nel delirio del travaglio a stento vi ricorderete chi siete, tuttavia io l’ho sempre messa perché in fondo, non si sa mai. Come camicia da parto potete scegliere tra una camicia vecchia che poi butterete via oppure una di quelle completamente apribili sul davanti che suggeriscono nei negozio pre-maman e che declamano essere assolutamente lavabili.

Mutande e assorbenti post parto. Avete varie opzioni, molti consigliano quei pannolini a mutandina che si usano anche per l’incontinenza in maniera tale da avere tutto in uno. Io ho preferito invece acquistare delle mutande di cotone bianco a vita alta (i mutandoni della nonna per capirci) e gli assorbenti post parto, ma quelli ergonomici. In realtà gli assorbenti post parto sono a disposizione anche negli ospedali, ma li vi daranno solo quelli grossi, spessi che vi costringeranno a camminare a game aperte tipo pinguino.

Coppette assorbi latte. NON servono! Nei tempi di degenza in ospedale difficilmente vi arriverà cosi tanto latte da necessitare delle coppette, magari vi serviranno invece dopo a casa.

Reggiseni da allattamento. Potete acquistare i classici reggiseni da allattamento, oppure sono sufficienti dei reggiseni in cotone morbido senza ferretto. Valutate voi in base alle vostre abitudini.

Tre cambi tra pigiami e camicie da notte. Quello che preferite ma meglio avere un cambio in più che uno in meno. L’unica cosa importante è che abbiano i bottoni davanti in maniera tale da poter allattare senza fare fatica

Beauty case: in cui metterete, dentifricio e spazzolino da denti, sapone per il viso, crema viso, olio di mandorle per il corpo e doccia schiuma. Io che sono fissata avevo messo anche la terra per il viso e il mascara, per essere carina quando avrei ricevuto visite, ma mi rendo conto che non sia cosi fondamentale!

Asciugamani da viso e corpo nel caso in vogliate fare la doccia.

Pantofole e calzini.

Generi alimentari di prima necessita tipo biscotti cioccolata e succhi frutta. Da utilizzare durante il parto per riprendere forza e dopo il parto per rimettersi in energie.

Dulcis in fundo, ma non per importanza : non dimenticate i vestiti per il giorno in cui uscirete dall’ospedale!

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Beata te che non lavori! Cosi dissero a una mamma che “non lavora”..

Beata te che non lavori! Cosi dissero a una mamma che “non lavora”..

Beata te che non devi andare a lavorare e ti puoi riposare! Cosi dissero a una mamma che “non lavora” o meglio che aveva perso il lavoro a causa della maternità.

E fu cosi che gli occhi della mamma si iniettarono di fuoco.

Diciamo che se il concetto di lavoro si limitasse a considerare esclusivamente quello retribuito allora no, nessuna mamma lavora.

Beata te che LAVORI! Dissero alla mamma lavoratrice

Beata te che LAVORI! Dissero alla mamma lavoratrice

Beata te che LAVORI! Cosi puoi riposarti un pò dai figli  dissero alla mamma lavoratrice.

Oggi, come avrete capito, vi parlo della mamma che lavora.

La mamma che lavora è un generale, deve esserlo perché, come un maratoneta, deve considerare anche la frazione di secondo.

Al mattino deve essere tutto sistemato e pronto all’uso. Moka sul fornello solo da accendere, latte da scaldare, abiti organizzati sul letto. Suona la prima sveglia quella della mamma e pronti via. Trucco, parrucco, perché in ufficio bisogna presentarsi curate. Ovviamente in massimo silenzio per non svegliare i bambini che dormono, e se si svegliano rischia di ritrovarsi a stendere il blush al primo semaforo rosso. Che poi casualmente quella mattina li prenderà tutti verdi.

La nonna e la bambina nella parabola della vita

La nonna e la bambina nella parabola della vita

La nonna e la bambina nella parabola della vita

L’andamento della vita può essere paragonato a una parabola. Si parte dal basso e si cresce in competenze ed energie. La prima parte della parabola, quella ascendente, rappresenta l’infanzia e l’adolescenza fino all’età adulta.

L’età adulta sta nel picco, e da li inizia una lenta e inesorabile discesa. Invecchiando si percorre una parabola discendente, più passa il tempo e più si va verso il basso; Ecco perché gli anziani sono tanto simili ai bambini.

Le parabole di nonni e nipoti si incrociano solo in un piccolo pezzo.

Un pezzo molto importante che segna l’infanzia per uno e gli ultimi anni di vita per gli altri. Si è cosi lontani eppure cosi vicini.

parabola della vita

La prima parte della parabola della vita, la nostra infanzia , è il periodo in cui si costruisce la personalità, e si coltivano i sogni.

Ma è anche il periodo in cui si immagazzinano ricordi più belli. Quelli che ogni tanto riecheggiano nella mente, che allo stesso tempo  ci strappano un sorriso e ci fanno scendere una lacrima .

Ho ricordi dolcissimi della mia infanzia, che custodisco in uno scrigno di cristallo nel mio cuore,  mentre ho cancellato tanti altri ricordi di periodi successivi.

In questi ricordi tanto preziosi c’è la nonna.

Ci sono i pomeriggi dedicati ai i vestiti che mi cuciva lei. Le prove degli abiti che riempiva di spilli e il mio terrore di farmi male nel togliermeli. L’immagine di lei china sulla macchina da cucire, che ritaglia un tessuto oppure lo segna con i gessetti.

Ci sono le sere di Natale passate a giocare a Tombola, quando mia arrabbiavo perché lei vinceva sempre e la costringevo a giocare finché non avesse perso.

Ci sono le estati al mare , quando ci mettevano a dormire nella stessa stanza e litigavamo perché io volevo la serranda abbassata e lei alzata.

Ci sono le sue torte, le sue lasagne e i suoi tortellini.

Le sue mani che impastano, il tagliere, la farina. E il fastidioso rumore del coltello che gratta per togliere la pasta che è rimasta attaccata al tagliere.

C’è il suo odore, l’odore di nonna che ancora pervade la sua casa. Quell’odore, che quando entro mi fa illudere che lei ci sia ancora. E allora passo davanti alla sua stanza , con timidezza socchiudo la porta e mi immagino ogni volta di vederla li che mi saluta e mi sorride felice. E un vuoto assordante mi imprigiona per qualche secondo.

C’è la sua domanda ricorrente:“Qual’è la tua nonna preferita?” e voleva che rispondessi che era lei.

L’ho conosciuta nel pieno della sua vita e l’ho vista percorrere la parabola discendente.

Io sono cresciuta e lei pian piano è tornata più bambina.

E’ innegabile quanto i nonni possano scrivere in maniera indelebile i ricordi più dolci.

Io sono arrivata nella parte alta della parabola e lei è arrivata alla fine. Per un breve tratto ha potuto incrociare la fine  della sua parabola con l’inizio di quella dei miei figli.

Avevano 80 anni di differenza, eppure si capivano cosi bene da lasciarmi senza parole ( leggi anche L amore di un bisnonno. Ma si torna dal cielo?)

La sua parabola si è interrotta all’improvviso, nel silenzio della notte. Con discrezione come è sempre stata la sua vita.

A quella bambina sono rimasti i ricordi. Dolci e amari che si tingono di nostalgia.

Ci sono notti in cui quelle parabole si incontrano ancora. C’è chi dice che i sogni siano solo elaborazioni della mente. Ma io voglio pensare che che sia lei, che ogni tanto passa a salutarmi, mi da un abbraccio e vive ancora.

Perché quando due figure geometriche sono state disegnate incontrandosi niente potrà davvero mai dividerle.

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Avere due figli significa

Avere due figli significa

Avere due figli significa, ricevere un doppio bacio al suono della sveglia.

Ma significa anche avere due bambolottti da svegliare con amore durante la settimana e al contempo due piccole pesti che saltano sul letto all’alba nei fine settimana.

Perchè posto le foto dei miei figli sui social

Perchè posto le foto dei miei figli sui social

Quando si parla di foto dei propri figli sui social abbiamo tutti idee molto chiare. Non esistono mezze misure, c’è chi dice assolutamente no e invece c’è chi dice assolutamente si.

Generazione senza futuro o con futuro da inventare?

Generazione senza futuro o con futuro da inventare?

Generazione senza futuro o con futuro da inventare?

E’ di pochi giorni fa la triste notizia dell’ennesimo suicidio di un ragazzo di soli 30 anni. Si è suicidato perchè stanco della precarietà, del lavoro che non trovava. Della lotta continua per sopravvivere.

La notizia mi ha  molto colpito perchè questo ragazzo aveva la mia età. E cosi giovane si è arreso.

Si è arreso perchè siamo una generazione senza futuro.

Perchè noi trentenni se non abbiamo un genitore che può spianarci la strada lasciandoci un lavoro, aiutandoci ad entrare magari in una certa ditta con una “spintarella” all’italiana di possibilità ne abbiamo poche.

La meritrocrazia sul lavoro è l’ultimo metro di giudizio. Prima conta come ti chiami e di chi sei figlio. Lo sappiamo ed è sotto gli occhi di tutti.

Le donne sono discriminate sul lavoro e allora a far notizia sul giornale è la storia della ragazza che viene assunta al nono mese di gravidanza.

Ma non dovrebbe far notizia, dovrebbe essere la normalità! A tal proposito leggi La famiglia o il lavoro.

Siamo cresciuti col mito del posto fisso, della casa da comprare con un mutuo. Nella nostra forma mentis non c’è la flessibilità. La flessibilità in Italia non ti permette di costruire nulla. Se vuoi comprarti la macchina devi avere una busta paga con contratto a tempo indeterminato. Se vuoi comprare casa la banca ti da il mutuo solo se si è almeno in due con contratto fisso.

Ci dicono che dobbiamo essere flessibili, poi se siamo flessibili, in Italia, non possiamo costruirci un futuro con indipendenza.

Però c’è chi comunque in tutto questo una soluzione la vede.

 E cosi un ragazzo si uccide perché non vede prospettiva nel futuro, realmente non vedeva il futuro guardava ad un passato che non c’è logicamente più , non esiste più il posto fisso ed esisterà sempre meno, non c’è più un assistenzialismo nè un welfare da perseguire, stanno sparendo i “diritti” certi e per molti questa è vista come una sconfitta, possiamo abbandonarci ad essa e morire dentro o fuori .. non fa gran differenza, oppure adattarci e comprendere verso quale PROSPETTIVA si sta muovendo il mondo , perché al mondo ci sono sempre tendenze e nuove vie, ci sono sempre opportunità, ma dobbiamo essere leggeri , senza pesi, senza schemi mentali vecchi e logori che ci impediscono di comprendere accettare che il mondo è cambiato ormai, in meglio o in peggio? Dipende .. sono solo concetti , per il proprietario del social su cui stiamo interagendo sicuramente in meglio, ha avuto una idea e l’ha applicata. Questo è il nuovo mondo, il mondo delle IDEE che vengono applicate, il mondo della creatività e dell’espressione, il mondo in cui ognuno tira fuori i sogni dal cassetto e li realizza. Il modo c’è sono solo le nostre paure e schemi che ci impediscono di pensare che sia possibile essere realizzati e felici. Siamo schiavi di una mente che ci mostra solo problemi dietro alla scusa della “razionalità” , ma una mente logica i problemi li risolve come in matematica applicata , quindi essere “razionali” vuol dire solo essere pessimisti non logici e il pessimismo reitera un mondo vecchio e non ne CREA uno nuovo .

In Italia c’è gente che si uccide perché non vede vie di uscita solo perché non si accorge che la strada che ha imboccato era già senza uscita prima.

Accanto ce n’é SEMPRE un’altra invece che si perde all’orizzonte , ma non la vedremo mai alla televisione ne la leggeremo sui giornali, va cercata, con un minimo di sforzo ed impegno personale se non altro , lo sforzo .. di cambiare la nostra MENTE.

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FOTO da Pinterest

Cose da dire o regalare a una neomamma

Cose da dire o regalare a una neomamma

Dopo le 13 cose da non dire o fare a una neomamma voglio darvi qualche suggerimento su come comportavi con una neomamma.