Oggi per una volta voglio essere seria per parlare di “violenza ostetrica”.
Si parla tanto di violenza sulle donne, ma ANCHE QUESTA lo è!
Violenza ostetrica, solo la parola è già esaudiente e spaventosa. Se ne sentono in giro veramente di tutti i colori e a volte, anche sul web, incappo in racconti di parti allucinanti dove troppo spesso i neonati hanno addirittura rischiato la vita e la mamma ha patito le pene dell’inferno.
“Parto naturale” è una parola di cui si abusa senza apprenderne il vero significato… Ormai tanti (tantissimi) parti sono più medicalizzati che naturali, ma allo stesso tempo poco seguiti durante il travaglio. Questo perchè? Sembrano avere fretta, ma la realtà è che ce l’hanno davvero, perchè con i tagli alla sanità le ostetriche spesso di ritrovano a seguire 3 o 4 parti contemporaneamente!
Negli ospedali si consumano spesso umiliazioni ed abbandoni durante il travaglio, attacchi verbali, procedure mediche non acconsentite che diventano per i neo genitori, e soprattutto per le mamme, shock tristemente indelebili.
E se ne parla ancora veramente troppo poco!
#Bastatacere è una campagna social lanciata ad aprile 2016 alla quale hanno preso parte anche molti operatori sanitari. Le mamme che hanno raccontato le loro testimonianze con foto-cartelli sono state tantissime, e più di 25.249 le adesioni alla pagina. (pag. Facebook – bastatacere). Sono tante, ma non abbastanza, perchè spesso per non ricordare e rivivere certe cose, o per vergogna, si tace. Erano state richieste testimonianze in forma anonima e invece in molte si sono volute firmare!
Al giorno d’oggi non è difficile per le donne informarsi: leggono e scrivono su forum, si documentano su vari siti, si confrontano in varie sedi e si accorgono così che spesso non hanno vissuto esperienze “normali”. Alla fine ciò che si chiede sono rispetto, consapevolezza, dignità e il non accanimento medico all’unico scopo di fare prima.
Le pazienti devono essere tutelate non solo dal punto di vista strettamente sanitario, ma anche dal punto di vista morale e della dignità umana, tenendo in considerazione che il momento del parto è quello in cui la donna è più vulnerabile, non solo per quanto riguarda la salute ma anche sotto l’aspetto psicologico.
I reparti maternità dovrebbero essere per ovvi motivi i reparti più sereni degli ospedali (nella gran parte dei casi è un momento felice il soggiorno in quel reparto), ma a volte trovi situazioni assurde e personale sanitario che è lì a lavorare solo per portare a casa lo stipendio, zero lato umano, zero tatto e tanta, tanta arroganza.
NON TUTTI! Come in ogni campo ci sono persone e persone, ma se ne iniziano a sentire veramente troppe in questo ambito e questo inevitabilmente preoccupa.
Ho trovato questo articolo riguardante la campagna #bastatacere, in cui sono le ostetriche a parlare (quelle vere, quelle brave e che hanno passione per il loro lavoro), vi lascio il link se volete dare un’occhiata. —Se sei incinta del primo figlio lascerei perdere la lettura per ora, per non alimentare le preoccupazioni che già si hanno normalmente.— Violenza, parlano le ostetriche.
Io non vi nego che ho voluto fortemente un cesareo proprio per una paura folle del parto, e tutto quello che si sente in giro non mi ha di certo fatto cambiare idea (nemmeno il terrorismo psicologico che ho subito da varie persone nel corso delle numerose analisi di routine). Sono stata molto criticata per questo, ma io sono stata bene così, mentalmente e fisicamente. ( attenzione, non è un consiglio, ma una mia personale scelta).
L’unica grossa mancanza è stata che nell’ospedale dove è nato mio figlio, non si potevano tenere i neonati in camera (cosa che per fortuna attualmente è cambiata) e quindi io mio figlio l’ho visto il giorno dopo quando mi hanno fatta alzare dal letto e sono riuscita a scendere in nursery (addirittura al piano sotto). Ecco, questo l’ho trovato AGGHIACCIANTE! Come è stato agghiacciante il fatto che i papà dei bambini potessero stare con loro SOLO 10 minuti al giorno dalle 21 in poi e… udite udite… SU PRENOTAZIONE!
Non voglio nemmeno ripensarci, per fortuna sono cambiate le cose perchè solo a ridirle mi sembrano assurde!!!
- “Il mio parto è stato uno stupro”,
- “La notte ho ancora gli incubi”.
- “Grazie a loro non so se potrò più avere figli”,
- “Al ginecologo con le forbici in mano dico che non voglio l’episiotomia, lo prego, ma lui procede lo stesso. Sono uscita dall’ospedale zoppicante, ancora oggi faccio fisioterapia e ho sofferto di incontinenza per tutto il primo anno”,
- “Sono stata sbeffeggiata”,
- “Senza cibo né acqua per 24 ore”,
- “Il ginecologo voleva che la bimba nascesse 15 giorni prima della data presunta del parto”,
- “Quando chiesi di darmelo in braccio immediatamente scoppiarono a ridere: ‘Dove l’ha letto? Su Bimbi Sani e Belli?’”,
- “Carne da macello”.
Queste sono solo alcune delle testimonianze della campagna #bastatacere le madri hanno voce. A me personalmente fanno venire i brividi solo che a leggerle, non voglio nemmeno immaginare cosa abbiano provato loro e cosa possa rievocare in loro raccontarlo. Perchè anche se la classica frase “il parto si dimentica” è sempre in voga, NO NON SI DIMENTICA e tanto meno quando si vivono incubi del genere! E credetemi ho letto una marea di testimonianze e ce ne sono anche di peggiori che non ho volutamente messo!
Ci sono anche ostetriche che hanno detto la loro:
- “Quando ero allieva ostetrica ho visto bambini spremuti fuori dalle loro mamme solo perché era tardi!! C’era il cambio turno…”,
- “Ho visto bambini separati senza motivo dalle loro mamme, trattati come bambolotti”,
- “Ho visto eseguire anestesie epidurali a 9 cm di dilatazione solo per rientrare nel budget”,
Mi fermo qui. Non voglio andare oltre perchè penso che basti così.
La mia domanda è una. In un intero reparto possono essere tutti così o anche solo vedere ma tacere??? Perchè si è permesso di arrivare ad un così alto numero di casi? Perchè continuano purtroppo ad esserci?
Solo che tra persone che conosco, ho sentito parecchi racconti dell’orrore e ad ognuna di loro è stato fatto credere che fosse difficile la personale situazione di quel parto (posizione bambino, mancata dilatazione, cordone intorno al collo, epidurale che rallenta il parto ecc.ecc.), ma siamo sicuri che non sia proprio questa la scusa per far tacere le mamme e non far emergere certe drammatiche esperienze?
E’ vero che siamo venuti al mondo tutti con un parto… e che la frase “quante teste vedi in giro” sia vera perchè un dato di fatto… Ma si può con questa scusa trattare una partoriente come un numero e nulla di più! Si può farla sentire niente? Si può umiliarla? Fino a che punto si possono spingere per non cadere nella violenza ostetrica o ginecologica? Qual è il confine e chi lo stabilisce?
Se dovete trattare le pazienti come numeri, andate a lavorare alla posta, lì il lato umano non è essenziale… in un ospedale sì!
Donne, mamme…, fatevi rispettare! Non credete che tutto sia lecito perchè loro hanno un camice!
Anche io in ospedale ho avuto a che fare con soggetti che erano lì solo per lo stipendio (pochi per mia fortuna) ed ero basita, ma in confronto a ciò che ho letto ora non era nulla.
Vi lascio ricordandovi che per fortuna NON SONO TUTTI COSI’ anche se è poco consolatorio, perchè mai dovrebbe essere così!
Vi aspetto alla mia pagina Facebook Mamma ho perso la pazienza anche se tratto di argomenti completamente differenti, di solito frivoli e ironici.
Questo articolo però mi sembrava più che doveroso scriverlo in quanto donna e mamma.
Questo articolo offre uno spunto di riflessione. Ricorrere al cesareo non è un’opzione da me suggerita. Questo articolo ha il solo scopo di informare e di offrire alle donne la consapevolezza dei loro diritti.
Non bisogna generalizzare e come esistono purtroppo questi casi, ci sono altrettanti medici ed ostetriche che svolgono egregiamente il loro lavoro e sono i primi a dissentire i comportamenti di colleghi meno professionali e preparati!