Notte prima della nascita. 1+1=3


Notte prima della nascita. 1+1=3

La notte prima della nascita rivoluziona le leggi della matematica…

La data della nascita si avvicinava e io, meticolosa e ansiosa come sono, avevo già tutto pronto da un bel, bel po’ .. Cameretta già pronta da almeno due mesi, culla montata da almeno uno, roba lavata e disinfettata già pronta e un guardaroba per il principino strapieno per le prossime due stagioni almeno. Valigia prontissima dalla notte dei tempi e una paura folle (a dir poco) di entrare in travaglio prima della data fissata per il cesareo.

Il libro che mi è stato utile

 

Avevo letto tutto il libro “il linguaggio segreto dei neonati” di Tracy Hogg, che sinceramente mi ha letteralmente aperto un mondo riguardo i neonati, per me materia completamente sconosciuta! Me lo ha suggerito vivamente un mio amico dicendomi che a lui e sua moglie è stato molto utile e, anche se mi ero detta di non stare a leggere delle teorie, l’ho ascoltato e devo dire che la sua convinzione del suggerirmelo mi è stata utile!

 

notte prima della nascita
1+1=3

 

Il mio livello di intrattabilità era giunto al livello super sayan .. ovvero, per chi non sapesse chi sono Goku e i suoi amici di Dragonball, in una scala da 1 a 10, ero a 15!

Ogni piccolo doloretto o indurimento di pancia per me era parto imminente! Quando dico che non sarei stata predisposta a un parto naturale è perché probabilmente al settimo mese avrei già campeggiato in una tenda canadese nell’aiuola dell’ospedale di fronte al reparto maternità e il ginecologo, con tutta probabilità se non quasi certezza assoluta, mi avrebbe fatto una sfilza di denunce per stalking!

Le sensazioni erano contrastanti. Finalmente avrei conosciuto quel piccolo alieno (affettuosamente definito alieno eh!)… che scalciava, saltellava per il singhiozzo e mi si impuntava nelle costole regalandomi fiatoni che nemmeno il baffo Roberto, quello delle televendite de “l’angolo di Roberto“, a fine trasmissione… Il suo culetto era stato un bozzo evidente ed indolenzito, quasi formicolante, nella parte destra della mia pancia per parecchio tempo…, mi immaginavo che sarebbe venuto fuori piatto come un tagliere! La gravidanza mi sembrava durata due anni come quella degli elefanti (che non invidio affatto per questo 😑) , ma arrivato il giorno prima del ricovero, non so definire esattamente quello a cui pensavo.. Di sicuro ero stra certa che non avrei chiuso occhio tutta la notte! Profondissima ansia per il cesareo dopo i racconti dell’orrore ascoltati con l’idea di patire atroci sofferenze per settimane. Dall’altro lato il sollievo (per me enorme) per non dover affrontare travaglio e parto e di sapere con assoluta certezza quando sarebbe finalmente nato mio figlio.

Poi c’era il panico di cosa mi sarebbe aspettato una volta tornata a casa, consapevole del fatto che mio marito sarebbe dovuto andare, ancora per due mesi almeno, ad allenare la sua squadra a due ore e mezza di treno da casa (quando andava bene e non c’erano ritardi) e che quindi io, in uno stato che credevo comatoso, avrei dovuto badare al bimbo da sola.

Ora metterò già le mani avanti dato che mi aspetto la pioggia di critiche per queste preoccupazioni… Non ditemi che nessuna di voi abbia avuto paura del parto (in qualsiasi modo lo abbiate fatto), “paura” del dopo, “paura” della gestione del tutto, “paura” dell’uscire di casa in due e tornare in tre

Non ditemi che la vita che cambia totalmente ha spaventato solo me perché ve lo dico subito che non ci credo!

 

notte prima della nascita
Una settimana prima del parto..

 

Se poi si stanno a sentire le varie vocine che echeggiano prima o dopo inesorabilmente nelle nostre teste, alcune delle frasi più ricorrenti quando si avvicina la data del parto sono:

  • Dormi ora che poi te lo scordi! – Siccome da incinta dormivo poco e male, spesso sentivo questa risposta quando mi lamentavo.. Che poi, sentita ora non mi stupisce per nulla, ma sentita prima di avere un figlio ti fa colare giù per la fronte un gocciolone di sudore gelato come una granita siciliana. Un po’ perché sai che in fondo è vero, un po’ perché non puoi sapere quanto e come potrà essere così, un po’ perché inevitabilmente ti immaginerai nella situazione più dura immaginando un bambino che non dorme MAI… Pensare positivo? In questi casi non lo fai, perché in qualche modo entra in gioco una sorta di scaramanzia che ti porterà a pensare che se immagini un bimbo che dorme avrai l’opposto!
  • Vedrai quando tornerai a casa in tre che panico che ti viene! – Non so perché, ma questa frase mi faceva immaginare una tremenda depressione post partum (ipotesi comunque non così rara per tante mamme purtroppo).. Quindi su questa frase vista in modo pessimistico non ho mai voluto soffermarmi a ragionare..
  • Se piangi ora per gli ormoni, pensa dopo che giochi ti faranno! – Qui di nuovo super gocciolone di sudore con l’aggiunta di mani spugnate e mancamento. Io in gravidanza ho pianto più di Alice nel Paese delle Meraviglie quando è caduta nella tana del Bianconiglio e ne è uscita a nuoto in un mare creato da lei! Qui si che mi preoccupavo molto… se i miei ormoni erano stati così impietosi per mesi, ora che mossa faranno??? Preparo le scialuppe di salvataggio per me e il piccolo??? Ai posteri l’ardua sentenza!

Alla luce dei fatti mi rendo conto che tutte queste tre affermazioni sono vere! Sono vere, ma una volta avuto un figlio le interpreti molto diversamente, o almeno… per me è così.. Però eviterei di dirle a chi aspetta il primo figlio o a chi è ansiosetta come me 😜.

La sera prima ovviamente ho provato lo sterilizzatore, provato i biberon che mi sembravano tappati da quanto il buchino della tettarella è stretto per i primi mesi (prima di riempirne uno, scusate ma non lo sapevo), svuotato e controllato la valigia per l’ospedale e mi sono recata a fissare il soffitto per tutta la notte, anzi nemmeno, fissavo il muro a fianco al letto perché a pancia in su non potevo stare già da qualche mese, mi si tappava non so quale vena e mi sentivo mancare.. (Vedi episodio raccontato nell’articolo Curva glicemica ed ecografia morfologica quando durante la morfologica sono diventata verde!).

Ho ripercorso mentalmente tutte le telefonate che ho fatto a chi aveva fatto un cesareo programmato prima di me, ripercorso tutte le testimonianze, praticamente avevo intervistato tutte le mie amiche o conoscenti che ci erano passate.., ma essendo alcuni racconti parecchio discordanti con altri, il dubbio rimaneva forte e chiaro.. Cosa mi aspetterà???

Di sicuro non vedevo l’ora di giungere al dopo e di vedere il mio bambino finalmente tra le braccia, e non nella pancia, con la speranza di non essere troppo moribonda!

Vi ricordo nuovamente che questo blog è volutamente scritto in chiave ironica ed enfatizzando gli argomenti più “scomodi” e meno conosciuti o narrati pubblicamente, con lo scopo di offrire un piccolo supporto a chi si trova attualmente, o si è trovata, a pensarla come me e per questo è vista magari come “mamma fuori standard” per non avere seguito classici filoni visti come “normali”… Vi invito a seguire la mia pagina Facebook Mamma ho perso la pazienza dove troverete link diretti per i miei articoli e vi invito se leggete per fare polemica non pensandola assolutamente come me di non stare ad accanirsi, ma semplicemente di cercare un blog più consono alle vostre idee che io rispetto. Il confronto di esperienze è costruttivo e interessante, i giudizi e le accuse fatte anche in modo maleducato, sono invece a sè stanti.

L’alto tasso di selfie da ragazzetta presenti sono perché mio marito è un’autentica frana nel fare le foto! O selfie o niente in pratica 😜!

Un’altra enorme preoccupazione era l’organizzazione dell’ospedale dove andavo a partorire, che era alquanto discutibile, ma che oggi è per fortuna cambiata. In pratica i piccoli non venivano portati in camera, la nursery era al piano inferiore a quello delle degenze, i papà avevano visite programmate e per un tempo limitato per vedere i piccoli e orari di visita come gli altri per vedere le mamme. Altro grande fardello e il più brutto secondo me, era che non avendo i bimbi in camera, il bimbo lo avrei visto appena nato e poi il giorno seguente quando mi avrebbero fatta alzare dal letto 😱!

Non mi capacitavo affatto di nulla di tutto ciò, non mi sembrava possibile, così mi sono informata da chi ci era già passata e mi ha rassicurata dicendo che nonostante tutti questi ostacoli sarebbero tornate comunque in quell’ospedale a partorire. Anche se sono passati più di due anni, e che le cose non sono più così, comunque continuo a non capacitarmene!

In questo articolo trovate il racconto del famigerato Cesareo programmato.

Vi aspetto alla mia pagina Facebook Mamma ho perso la pazienza per farci due risate sdramatizzando sul dietro le quinte della maternità e per sclerare insieme e su Instagram @mammaho perso la pazienza per seguire le nostre peripezie!