Cosa non vuol dire essere mamma
Si legge sempre cosa voglia dire essere mamma, si legge sempre di come l’essere mamma giustifichi tutto, di quante rinunce debba fare una mamma ma trasformandole in vanto… Ma, come sempre io voglio sfatare un po’ di cosette.
Una che si scazza di avere le smagliature dovute alla gravidanza non è meno mamma, una che il tempo di lavarsi i capelli e rendersi presentabile lo trova, non è un’egoista. Una che lascia i cuccioli d’uomo a dormire dai nonni per farsi i beati affaracci suoi quando ne ha bisogno, o semplicemente per starsene a guardare il soffitto, o per preparare una cenetta al marito senza che il risotto scuocia perchè il pupo deve fare la cacca… non è da condannare!
Essere mamma non si quantifica in base alle rinunce, non si quantifica su quanto ci si trascura o su quanto ci si annulli vivendo solo in veste di madre.
Essere mamma non vuol dire crescere i figli in una bolla di sapone e indignarsi di fronte a Peppa Pig che salta in una pozza di melma perchè da il brutto esempio.
Chi ha un figlio che piange di meno non è migliore, perchè a nessuna di noi piace vedere piangere il proprio figlio, ma se quel pianto è perchè ha ricevuto un no quando voleva la decima LOL o la centesima macchinina, è un pianto costruttivo. Quando gli tiriamo un urlo che Tarzan scansate perchè mentre siamo al telefono viene settoridici volte a dire boiate ad alta voce per attirare l’attenzione, gli stiamo insegnando che non è sempre il suo momento. Nella vita non sarà sempre il suo momento… un domani non potrà ottenere tutto ciò che vuole quando vuole.
Quando al mattino gli dici “mettiti le scarpe” e lui ti risponde che non è capace, ma tu saresti in grado di portarlo via scalzo piuttosto che mettergliele, gli stai insegnando che quello che non sa fare può imparare a farlo e non importa se ci mette sei ore, ce la può fare anche da solo e sarà una soddisfazione riuscirci.
Essere mamma non vuol dire non arrabbiarsi mai, non vuol dire difenderlo sempre e comunque anche quando al parco si scotenna per ottenere il gioco dell’altro bambino, … vuol dire essere in grado anche di osservare da fuori e intervenire solo quando realmente ci sarà bisogno. Sono piccoli, ma le prima magagne devono imparare a gestirsele e non importa se questo li farà piangere, saremo poi noi a spiegare che anche lui non presta volentieri tutti i giochi e che se quel bambino si è comportato male, non vuol dire che lo debba fare anche lui.
Dedicare ogni istante ai figli privandosi di tutto e vantandosene
Questo sembra debba essere la prima regola della maternità… ma sarà meglio la qualità che la quantità del tempo?
Se ad esempio siamo sclerotiche, abbiamo una giornata no, siamo stanche e stressate, non sarà meglio prendersi un piccolo spazio (lo so, a volte bisogna fare i salti mortali per ottenerlo), piuttosto che giocare compulsivamente coi soldatini ai quali strapperesti la testa con un morso e pianificare una giornata magari più stimolante che giocare coi soldatini (ah già, ad oggi sono demonizzati anche loro perchè istigano alla violenza), da trascorrere quando siamo meno stressate?
Siamo sopravvissuti a una caterva di cartoni animati in cui abbiamo visto morire i genitori dei nostri amati protagonisti (vedi Bambi), o dove la maggior parte era malata o già orfana di partenza, abbiamo giocato coi vermi, con la terra, siamo caduti in bicicletta senza caschi, ginocchiere, gomitiere e airbag per le ginocchia, abbiamo mangiato litri di olio di palma in qualsiasi snack, inalato Crystal Ball quando puzzava di chimico ma quelle bolle sembravano di plexiglass, non si afflosciavano manco se ci saltavi sopra. Ora il Crystal Ball non puzza più, le bolle si sfasciano subito, sulla bici mettiamo il casco integrale, le merendine sono il demonio, i vermi manco a pesca e la terra porta malattie.
Un tempo una bella mamma era ricoperta di complimenti, ora una bella mamma è una mamma che trascura il figlio per farsi le unghie.
La chiamiamo evoluzione questa?
Dei tablet o c’è abuso o demonizzazione. Se lo sfoderi giusto al ristorante per mangiare in pace e far quietare gli altri clienti, sei una mammademmerda che “troppo facile così”, se però non lo hai e tuo figlio piange due minuti e un decimo di secondo “cosa vai a cena fuori fuori col pupo che si annoia e spacca e maroni al prossimo”.
Se tuo figlio a due anni contava perchè le canzoncine del tablet lo avevano fatto andare in trip coi numeri… è penoso, se tuo figlio però impara a contare a 5 anni fino a 11 col pallottoliere “e che cavolo a 5 anni bisogna già saper fare le equazioni”.
Il mammometro non funziona in base alle rinunce
Io sono sempre stata sotto esame dal “popolo” del web e non perchè non ho mai indossato il cilicio del sacrificio, anche se sclero ogni due per tre. Sono stata esaminata perchè ero troppo curata, troppo attenta anche a me stessa, perchè posto sempre foto troppo “patinate” e questo sembrava mettere in discussione il mio essere una buona madre.
Non sono una mamma perfetta, dico parolacce, bevo prosecco e a volte Moscow Mule, non ho proibito l’uso del tablet a mio figlio e non ho mai disdegnato una serata child free, lo smalto sbeccato me lo potete vedere giusto una volta su 8000 e i miei capelli sono sempre in piega.
Ma sapete una cosa? Quello che conta è il risultato!
Mio figlio sa che le parolacce le dicono i grandi anche se non vanno dette e se gliene scappa una, appena lo guardo, già sa che non avrebbe dovuto dirla e viene sgridato, perchè io sono adulta e lui un bambino…, mio figlio sa che esiste l’aperitivo e spesso mi invita a prenderne uno, non per questo ordina un prosecco perchè sa che è per grandi, lui ordina un estathè com’è più che ovvio che sia, ma adora il fatto di un beato aperitivo! Lui usa il tablet, ma sa che non voglio che lo usi troppo e a volte si stufa da solo… Lui sa che il bruco può volare perchè diventa farfalla, sa che c’è lo squalo martello, lo squalo bianco, lo squalo balena e lo squalo pinna nera perchè su youtube si trova anche questo e lo guardiamo insieme. Lui a 4 anni sa che la medusa fa male e guarda se ci sono in mare prima di buttarsi, ma anche prima che mi ci butti io.
Mio figlio sa che se si allontana da me al parco non è il lupo che deve temere, perchè lui sta nei boschi sulle montagne… lui sa che deve temere le brutte persone, quelle cattive, quelle che dovrebbe catturare il “nino nero” (ovvero i Carabienieri che lui ha sempre chiamato così), perchè gli ho insegnato che al mondo ci sono anche quelle e sono tante, troppe… purtroppo.
Non cambio canale perchè c’è il telegiornale, perchè esistono anche cose brutte nel mondo.
Quando è caduto il Ponte Morandi, il Ponte di Genova, quel ponte dove noi eravamo in coda qualche giorno prima…, mio figlio era in Toscana dal papà e mi ha telefonato dicendomi di chiamare i soccorsi perchè era caduto il ponte e che avrebbe buttato giù per farmeli chiamare subito. Non ha ascoltato ragione quando gli ho detto che erano già all’opera, lui mi ha detto che ne servivano altri.
Ecco, credo che questa sia la dimostrazione del mio essere madre, non quanto rossetto mi metto o se mi sdraio per terra o no a giocare con le macchine, o se una sera a settimana stacco il cervello ed esco con le amiche!
Questo mi ha reso orgogliosa, questo mi ha fatto sentire una buona madre, questo mi ha fatto capire che sto seguendo la giusta via.
Nessuno è perfetto, sappiatelo!
Sicuramente sbaglio in qualcosa e anche più che in qualcosa, ma non pecco di presunzione, non penso che mio figlio sia più intelligente degli altri, non penso che un domani lavorerà alla NASA, ma penso che sia sveglio perchè stimolato, perchè ha fatto un sacco di cose, perchè è sempre stato anche coi grandi senza essere trattato da bebè, perchè non lo tengo in una teca e perchè comunque cerco di educarlo al mondo che è, non a quello che era una volta. Quello non c’è più!
Non gli vieterò i social un domani, gli spiegherò già precocemente che esistono tanti folli, tante bufale, tante trappole, tanta gente brutta e schifosa e che se legge qualcosa di anomalo, che se gli scrivono di vedersi con qualcuno e non sa chi è, me lo deve dire e non lo sbranerò per aver risposto ad uno sconosciuto, ma lo loderò per avermi riferito che qualcosa non va.
Il proibizionismo, l’estrema protezione e l’annullarsi non sono sempre cose buone e giuste.
Ora che non ho più un marito, ora che mio figlio ha suo padre a 150 km, ora più che mai io ringrazio il cielo di non aver mai rinunciato a tutto ed essermi ricordata sempre chi ero tenendo sempre viva anche “la Vale” e non solo Mamma Vale. Se mi fossi annullata ora sarebbe durissima, ora avrei dovuto prima ritrovare me stessa per rifarmi una vita, invece una vita ce l’ho ancora anche se mi sono di nuovo trasferita, ce l’ho sempre avuta anche da lontano… e quelle preziose amiche di sempre, ora hanno tanti piccoli preziosi amici per mio figlio.
Mamme, ricordatevi anche di voi stesse e non fatevi abbindolare dai nuovi manuali moderni sul mammare… perchè le parole sono una cosa, i fatti sono quelli che parlano e che servono nella vita.
Non popoliamo il futuro con gente col complesso di Edipo, forse così avremo fallito!
Avere un figlio sempre attaccato alla gamba che con gli altri non sa e non vuole stare, non è una conquista per lui… è solo un colmare la propria autostima. Un figlio che sappia come gira il mondo e che inizia a camminare con le sue gambe è sintomo di una buona riuscita!
Vedi anche Sono una mamma non sono una santa , Le amiche senza figli , Manuali per mamme… ma basta!
Lo so, sono controcorrente… ma se siete di questo pensiero anche voi, vi aspetto alla mia pagina facebook Mamma ho perso la pazienza e su instagram dove vi allieterò con le mie belinate nelle stories…. e non aspettatevi di vedermi scapigliata e senza mascara, perchè così non ci vado manco a far la spesa, figuriamoci se mi ci metto sul web!