A volte dovremmo fermarci e pensare perché nostro figlio si comporta in un determinato modo, cercare di vestire i suoi panni e soprattutto provare a pensare come pensa un bambino!
Quando un bambino fa un capriccio c’è sicuramente qualcosa che lo disturba o probabilmente è molto stanco, non lo fa per farci dispetto o per farci arrabbiare ma lo fa solo perché è insofferente!
Quando invece si rifiuta di mangiare, certamente ha un motivo valido, magari un pò di mal di pancia o mal di gola o semplicemente non ha fame!
Vedere con gli occhi di un bambino, immedesimarsi nei suoi panni, è il primo passo per riuscire a capirlo e per cercare di riconoscere i suoi disagi. Trovare il modo più giusto di dirgli le cose, trovare l’empatia tra genitore e figlio renderà certamente più facile l’insegnamento da adottare!
Sintonizzarsi con il bambino creare armonia cercando, anche con il gioco, di dargli insegnamenti e regole, intrattenerlo divertendosi insieme e nel frattempo insegnargli l’educazione e il rispetto può essere un’alternativa alle regole altrimenti dettate in modo autoritario.
Trovare il metodo di comunicazione più adatto alla sensibilità dei piccoli, superando le diverse prospettive tra adulti e bambini, riuscirà a rendere più facile il dialogo e l’insegnamento al genitore stesso.
«Non insegnate ai bambini la vostra morale è così stanca e malata potrebbe far male /…/ Non indicate per loro una via conosciuta ma se proprio volete insegnate soltanto la magia della vita /…/ Non insegnate ai bambini ma coltivate voi stessi il cuore e la mente, stategli sempre vicini, date fiducia all’amore il resto è niente». Giorgio Gaber “Non insegnate ai bambini”
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