Come riconoscere e distinguere l’allergia al latte dall’intolleranza al lattosio?
Scopriamo insieme cosa sono, come si manifestano, chi è lo specialista a cui rivolgersi, come vengono diagnosticate ed infine come è necessario comportarsi nell’uno e nell’altro caso.
ALLERGIA AL LATTE
L’allergia al latte è una reazione avversa ad una o più proteine del latte animale, di origine immunologica. Molto semplicemente, il sistema immunitario reagisce in maniera anomala ad una o più proteine del latte animale, generando sintomi di varia gravità che possono interessare l’apparato respiratorio (rinite, starnuti, tosse, asma, senso di soffocamento, difficoltà respiratoria), la cute (orticaria, prurito, edema, dermatite), l’apparato gastrointestinale (nausea, crampi addominali, vomito, diarrea, muco e sangue nelle feci), l’apparato circolatorio (calo della pressione, collasso), l’apparato neurologico (senso di stordimento, perdita di coscienza), fino ad arrivare all’anafilassi, o “shock anafilattico”, una reazione allergica sistemica e pericolosa per la vita.
È opportuno sapere che i sintomi si manifestano entro due ore circa dall’ingestione dell’alimento. Nei casi più gravi possono comparire anche dopo l’inalazione o il solo contatto cutaneo.
In ogni caso, se si ha il sospetto di allergia verso il latte, occorre effettuare al più presto una visita specialistica. Quindi, il medico di riferimento per un allergico è l’allergologo.
L’allergologo provvederà a diagnosticare la presunta allergia raccogliendo la storia clinica del paziente e approfondendo tramite il prick test (ovvero il test allergologico cutaneo), le analisi del sangue per ricercare gli anticorpi specifici ed il test di provocazione orale (TPO). Eventuali test alternativi sono assolutamente da evitare.
A seconda delle proteine coinvolte nell’allergia, sarà necessario seguire una dieta rigorosa, prescritta dall’allergologo. In linea di massima, il latte animale ed i suoi derivati devono essere esclusi totalmente dalla dieta. La loro presenza, anche in tracce, potrebbe essere causa di una reazione allergica anche severa. Occorre perciò leggere sempre molto attentamente le etichette dei prodotti alimentari e non. In caso di dubbio, è bene accertarsi dell’effettiva presenza, contattando direttamente l’azienda produttrice. È importante sapere che gli alimenti senza lattosio (lactose free) o delattosati non sono idonei alla dieta dell’allergico al latte, in quanto sono privi del principale zucchero del latte, ma non delle proteine, che sono la causa scatenante dell’allergia.
È infine indispensabile avere sempre con sé i farmaci prescritti dall’allergologo e saperli utilizzare correttamente, soprattutto l’iniettore o penna di adrenalina, farmaco salvavita nelle reazioni di anafilassi, e verificare nel tempo l’evoluzione dell’allergia in accordo col proprio allergologo.
INTOLLERANZA AL LATTOSIO
L’intolleranza al lattosio è una patologia dovuta alla mancanza totale o parziale dell’enzima lattasi. La lattasi è l’enzima che digerisce il lattosio, il principale zucchero presente nel latte dei mammiferi (quindi anche nell’uomo).
Nella persona intollerante al lattosio, questo non viene digerito e rimane nell’intestino, dove fermenta grazie alla flora batterica, causando i disturbi tipici di questa patologia, quali dolore e gonfiore addominale, diarrea o stitichezza, nausea, meteorismo, mal di testa, stanchezza ed eruzioni cutanee.
Nel caso di presunta intolleranza al lattosio gli specialisti a cui rivolgersi sono il gastroenterologo ed il nutrizionista. Questi provvederanno a diagnosticarla e a distinguerne la tipologia attraverso il breath test ed il test genetico. Eventuali test alternativi sono assolutamente da evitare.
L’unica terapia è l’esclusione dalla dieta degli alimenti contenenti lattosio, latte e derivati.
Dott.ssa Rachele Cesaroni
Vice Presidente di Cibo Amico Allergia Alimentare e Anafilassi
FONTI:
Cibo Amico Allergia Alimentare e Anafilassi (www.ciboamico.it)
AILI, Associazione Italiana Latto-Intolleranti (www.associazioneaili.it)
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