Lavorare da remoto
Voglio lavorare da remoto. Perché è così difficile capire che questa è un’opportunità per tutti? Qualcosa in cui tutti, sia l’azienda che il lavoratore, ci guadagnano? Ovviamente non tutti i lavori si possono fare da casa. Ma per quelli per cui è possibile, perché non approfittarne? Dopo 2 anni di pandemia sono molti i lavoratori che hanno dimostrato di poter e saper lavorare molto e bene da casa. Eppure ci sono aziende che non lo hanno capito. Aziende in cui la mentalità è ancora molto arretrata e si spinge per tornare tutti sempre in ufficio. E leggevo che aumentano le ricerche di lavoro da remoto. Segno che chi lo ha provato vorrebbe continuare.
Oggi finisce lo stato d’emergenza. Da domani si torna alla normalità. La pandemia non è finita. Ci sono ancora tanti casi in giro, ma ormai non contano più. Un altro mese e tutte le restrizioni saranno cancellate. E questi due anni ce li butteremo alle spalle. Ma mentre alcune aziende hanno capito che far lavorare da remoto i propri dipendenti si può fare, ce ne sono altre che invece non lo hanno capito. E da domani saranno legittimate a richiamarti in presenza.
Ci sono aziende che hanno dato la possibilità al lavoratore di scegliere se tornare in ufficio ed eventualmente quanti giorni tornare. Lasciando la libertà di decidere anche di restare in smartworking sempre. Altre che hanno invece deciso di eliminarlo del tutto. Ed altre che magari ti concedono solo qualche giorno di smartworking a settimana. Perché c’è ancora la mentalità che in ufficio si lavori meglio e di più. Anche se poi nella realtà non è per tutti così. Non è detto che lavorare in ufficio ti stimoli di più o ti renda più bravo o creativo rispetto al lavorare da casa. Eppure certe mentalità sono difficili da cambiare.
E’ vero che due anni fa si andava a lavorare 5 giorni su 5 in ufficio. Mentre ora almeno 1 o 2 giorni te li lasciano da casa. Ma vorrei capire perché alcune aziende considerano lo smartworking un bene, di cui approfittare, mentre altre lo vedono come un male, continuando a pensare che in ufficio si lavori meglio e di più. E’ una mancanza di fiducia nei confronti del lavoratore? O altro?
Io ci provo a fare una lista di benefici tra il lavorare in ufficio e il lavorare in smartworking. Ma proprio non ci riesco a trovare benefici nell’andare in ufficio. A lavorare da casa non mi stresso. Risparmio almeno un paio di ore al giorno tra andare e tornare dall’ufficio. Sono operativa prima. Lavoro di più. In pausa pranzo posso fare la spesa o stendere la lavatrice. Alle 18.00, quando finisco di lavorare, sono già a casa e ho il tempo di portare una figlia a scuola di musica oppure andare a prendere l’altra in palestra, senza fare le corse sperando di non perdere l’autobus. Sono più presente nella vita delle mie figlie. E’ un giusto compromesso tra vita privata e vita lavorativa.
Devo continuare?!? Ci sono decine e decine di altri benefici. Mentre sul lavorare in ufficio non ne trovo. Alla fine faccio un lavoro principalmente da sola. E spesso con i colleghi ci si confronta in chat o in call (e non avviene nemmeno così spesso). Non prendo nemmeno il caffè alla macchinetta, perché non mi piace il caffè. E quindi questo è un momento di socialità in ufficio di cui non faccio uso.
Mi è capitato di lavorare in smartworking in passato e dover tornare in ufficio è stato pesante. Poi con la pandemia è tornato lo smartworking e ne sono stata felice. Ora si inizia questa nuova forma di lavoro ibrido, un po’ in ufficio e un po’ da casa. Avrei preferito lo smartworking puro, ma meglio di niente. Piuttosto che tornare sempre in ufficio, meglio avere la possibilità di fare almeno qualche giorno a casa. E’ solo questione di abitudine. E ci abitueremo anche a questo modo di lavorare. Ma resto sempre dell’idea che lo smartworking sia un’opportunità da sfruttare di più. E tutti quelli che fanno un lavoro che si può fare da remoto dovrebbero poter avere la possibilità di scegliere.