Un pensiero per due piccoli angeli
La giornata di ieri è stata caratterizzata da tante notizie, ma una su tutte mi ha lasciata sconvolta… due piccoli angeli, due bambine non ci sono più. Uccise dal padre, che prima ha sparato alla ex moglie e poi ha ucciso le figlie. E dopo diverse ore di trattative con le forze dell’ordine si è ucciso.
Di solito non parlo di tragedie o argomenti simili, il mio blog ha un’impostazione più “leggera“… ma questa notizia mi ha proprio colpita. L’ho letta ieri mattina sulla bacheca di Facebook di un mio amico giornalista, che stava seguendo la vicenda per Quarto Grado. E poi ho continuato a seguire tutti gli aggiornamenti dal giornale radio. Fino all’epilogo finale, il peggiore che potesse esserci.
Ho sperato che quelle due bambine fossero ancora vive, anche se, considerando come era iniziata la vicenda, il pensiero che le avesse uccise purtroppo c’era… L’ennesima violenza domestica terminata nel peggiore dei modi.
Non so cosa possa scattare nella testa di un uomo, che si sta separando… cosa possa farli decidere prima di sparare all’ex moglie e poi di uccidere le figlie. Piccoli angeli indifesi, uccisi forse nel sonno, da una delle persone che, più di tutti, avrebbe dovuto proteggerle. Un attimo di follia… chissà… perché pensare che abbia deciso razionalmente di farlo è ancora più straziante.
Mille domande
Possibile che nessuno abbia capito il disagio di quest’uomo? Possibile che nessuno si sia reso conto di quello che poteva fare? Una tragedia evitabile? Forse… visto che, da quel che si dice, questa donna aveva più volte espresso la sua preoccupazione nei confronti dell’ex violento.
Ed è in queste occasioni che si pensa che servirebbe una legge diversa. Una legge che possa proteggere le donne ed i bambini da ex mariti o padri violenti. E che prenda in considerazione i timori di una donna, prima che avvenga il peggio. Perché non è stato possibile farlo? Per quale motivo si deve arrivare alla tragedia, per poi dire che forse si poteva intervenire prima?
Domande a cui purtroppo non c’è risposta. E’ l’ennesima tragedia familiare. Non è la prima e non sarà nemmeno l’ultima. Ma se qualcosa si può fare, se qualcuno poteva intervenire… allora dovevano farlo.
Un pensiero per la mamma
Ed ora il pensiero va a questa madre, che lotta in ospedale per la sua vita. E se si salverà, come potrà affrontare un dolore così grande? Sicuramente dovrà essere aiutata e sostenuta da persone specializzate. Perché sarà un lungo percorso. Non oso nemmeno immaginare lo strazio…
Il pensiero che l’uomo che una volta hai amato possa aver ucciso le tue bambine. E che tu non sia riuscita a fare abbastanza per proteggerle…
Tra i vari commenti che si leggono nei gruppi di mamme, qualcuna si augura che muoia anche lei, per non dover affrontare questo dolore. Qualche esperto invece parla della resilienza e della capacità di ogni individuo di attraversare i traumi più grandi ed uscirne vittoriosi. Come si fa?
“La vita non è ciò che ci accade ma ciò che decidiamo di farne con quello che ci accade”.
Un pensiero a questa mamma e alle sue bambine, vittime innocenti della follia del padre. Piccoli angeli la cui vita è finita troppo presto.