Ristorante vieta l’ingresso ai bambini

bambina al ristorante
Bambina al ristorante

Da alcuni giorni sta facendo discutere la notizia di un ristorante di pesce a Roma che ha vietato l’ingresso ai bambini al di sotto dei 5 anni. Il proprietario ha deciso di non far entrare i bambini troppo piccoli per colpa di quei genitori che non riescono a gestirli e li lasciano correre liberamente tra i tavoli del ristorante senza freni.

E così all’entrata del ristorante c’è in bella mostra un cartello che avvisa la clientela:

A causa di episodi spiacevoli, dovuti alla mancanza di educazione, in questo locale NON E’ GRADITA la presenza di bambini minori di 5 anni, nonché l’ingresso di passeggini e/o seggioloni per motivi di spazio. Certi della vostra comprensione, si ringrazia anticipatamente la gentilissima Clientela

Una scelta che fa discutere. E che divide le opinioni dei clienti.

C’è chi dà ragione al ristoratore, in quanto troppo spesso si vedono bambini liberi di fare quello che vogliono, che corrono tra i tavoli, mentre i genitori continuano a cenare senza preoccuparsene. Bambini che rischiano di intralciare il lavoro dei camerieri o rischiano anche di farsi male.

C’è chi si mette dalla sua parte perché, quando va a mangiare fuori, vuole godersi la serata senza sentire bambini che urlano dai tavoli vicini. E chi suggerisce ai genitori di lasciare i bambini con i nonni o con una baby sitter se, per una sera, vogliono andare a mangiare al ristorante. Chi promette di andare a mangiare in questo ristorante proprio per sostenere l’ottima scelta del proprietario.

Poi c’è chi invece la trova una scelta inappropriata. Perché non si può generalizzare così e poi discriminare le famiglie perché vogliono andare a mangiare fuori una sera sembra veramente esagerato. Non è che tutti i bambini si comportano così e tutti i genitori non si interessano a quello che fanno i bambini (c’è anche chi si porta libri e giochi in modo da offrire ai bambini un passatempo, giusto il tempo della cena).

C’è chi, pur non avendo figli, non condivide questa scelta e sostiene che non andrà più a mangiare in questo ristorante. Chi rivendica il diritto di poter andare a mangiar fuori con tutta la famiglia, senza dover essere costretto a lasciare i bambini a casa se per una sera vuole concedersi una cena al ristorante. Chi arriva a insultare il ristoratore per questa scelta, sostenendo che “dovrebbe vergognarsi“, che “si meriterebbe di fallire” e che dovrebbe solo essere contento di non aver problemi economici (di questi tempi) visto che si permette di mandare via i clienti.

Io personalmente non gli augurerei mai di fallire, anche se penso che non andrò mai a mangiare in quel ristorante. Potendo scegliere, preferisco andare in un ristorante baby friendly. Perché se devo andare al ristorante preferisco portare anche i bambini (e comunque non li lascio correre tra i tavoli dando fastidio alle altre persone, ma porto giochi, colori e cose che posso fargli fare al tavolo). Perché comunque, anche se dovessi andare a mangiare fuori senza le bambine, non mi piacerebbe andare a mangiare in un ristorante che obbliga a non portare i bambini al di sotto dei 5 anni. Come se i bambini al di sopra dei 5 anni siano tranquillissimi e non ci sia possibilità che comincino a correre tra i tavoli o a far casino… Allora mettiamo direttamente il “vietato ai minori“!

Posso anche capire la richiesta di non portare passeggini… in fondo occupano spazio. E se un ristorante non è molto grande si rischia di rimanere incastrati o di togliere spazio ai tavoli per “parcheggiare” i passeggini. Per quanto riguarda i bambini, non mi hanno mai dato fastidio al ristorante, anche se si fanno sentire. E non mi davano fastidio nemmeno quando non avevo figli.

Mi ha fatto sorridere la dichiarazione del ristoratore, che non si aspettava di suscitare tutta questa polemica con la sua decisione (dichiara anche che la sua scelta è stata “studiata e ristudiata“, “non è immorale” e se voleva “bambini e passeggini” avrebbe aperto “una nursery, non un ristorante“). Ed ha raccontato che quando era piccolo ed andava al ristorante, il padre gli intimava di stare fermo, altrimenti gli avrebbe “spaccato le gambe“. Lo trovo terribile. Capita anche a me di vedere nei ristoranti bambini che se ne vanno in giro da soli, mentre i genitori non si preoccupano minimamente di quello che potrebbero fare. Ovviamente non lo condivido. Ma la colpa è dei genitori, non dei bambini. E comunque ci sono modi per tenere occupati i bambini a cena e per far in modo che non decidano di iniziare a correre tra i tavoli. Ci sono anche ristoranti che offrono tovagliette usa e getta da colorare (con tanto di colori) per tenere impegnati i bambini (e questa la trovo un’ottima idea!).

Un po’ di attenzione in più da parte di alcuni genitori non guasterebbe. Ma da qui a vietare alle famiglie di poter uscire tutti insieme e godersi una cena al ristorante c’è un abisso. Poi ovviamente nel proprio ristorante ognuno è libero di prendere la decisione che ritiene più giusta. Ma con una scelta simile è inevitabile che venga suscitato un polverone… Anche se lui ha avuto il “coraggio” di farlo e pare che molti altri ristoratori pensino la stessa cosa e non abbiano il coraggio di farlo perché temono di perdere la clientela.

Questa la dichiarazione del Moige dopo la diffusione della notizia:

 Raccapricciante il cartello razzista verso i minori esposto dal ristoratore di Roma. I bambini hanno il diritto di entrare in un ristorante e fare gratuite esclusioni, semplicemente per qualche caso di comportamento indisciplinato di qualche bimbo, è vergognoso. Il fatto che succeda a Roma, nell’anno giubilare che vede arrivare migliaia di famiglie da tutto il mondo, rappresenta un’ennesima figuraccia, che va a colpire tutta la ristorazione romana, dopo i fatti avvenuti mesi fa relativi alla vendita di gelati a 16 euro o il conto truffa in un ristorante romano di oltre 350 euro per due persone. Anziché proporre menù bimbi, si propone il divieto di entrata dei bimbi. Una lezione di inciviltà inaccettabile. Chiediamo da subito un intervento del commissario Tronca per un intervento rapido volto a ripristinare legalità, civiltà e correttezza, su questa triste vicenda.

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