Ricordi del liceo che non si dimenticano

chiave dei ricordi
Chiave dei ricordi del liceo

Ricordi del Liceo…

E poi ti ritrovi a parlare con le tue colleghe dei tempi in cui andavate alle superiori, chi prima e chi poi.

E ti rendi conto che quegli anni ti hanno lasciato tantissimi ricordi del liceo. Ricordi indelebili che non vuoi cancellare. Ti rendi conto che, nonostante i problemi che una adolescente possa avere (problemi che lì per lì magari sembrano anche grandi, ma che in realtà erano solo stupidaggini) quelli sono stati anni bellissimi. Anni impegnativi sotto molti punti di vista. Ma anni che ricordi con piacere. E che ti hanno lasciato molte belle sensazioni ed emozioni, che ti fa piacere ritrovare.

Non sono mai stata una che ha avuto troppi problemi durante l’adolescenza. Avevo il mio gruppo di amiche, con cui facevamo molte cose. Non sono mai stata bocciata o rimandata. Avevo parecchi amici e ho passato 5 splendidi anni al liceo.

Il mio Liceo nel quartiere San Lorenzo a Roma. Una scuola in cui la maggior parte degli studenti era di sinistra. E io invece non mi ero mai interessata più di tanto alla politica. Ero una che studiava. Una a cui molti chiedevano aiuto per studiare o durante i compiti in classe. Ed ho sempre cercato di aiutare i miei compagni. Ricordo pomeriggi interi passati a studiare a casa di questa o quel compagno di classe. C’era l’amico che mi passava a prendere a casa in motorino e mi riportava dopo aver studiato insieme a casa sua vicino Piazza Bologna (perché già dovevo passare il pomeriggio ad aiutarlo e allora perché farmi fare anche su e giù con l’autobus).

C’era la mia migliore amica. La mia compagna di banco per 5 interi anni del Liceo. Una compagna di banco trovata per caso i primi giorni di scuola, che è diventata un’amica importante. La mattina a scuola e il pomeriggio spesso a studiare insieme. E quando non si studiava insieme, ci sentivamo almeno 2 o 3 volte al telefono.

La Federico, la prof di italiano, latino, greco, storia e geografia al Ginnasio. Due anni di studio pazzo e disperato. Ogni giorno passavamo 3 o 4 ore con lei. Ma la prima volta che ad una interrogazione in Latino mi ha dato 8, mi sono sentita veramente soddisfatta, perché lo avevo meritato. E comunque mi ha dato basi fondamentali, per poi affrontare i 3 anni del Liceo.

De Cupis, il prof di Latino e Greco, che collaborava con i principali teatri della città e ogni settimana ci proponeva uno spettacolo nuovo da vedere. Entrava in classe e già ti diceva che giorno e a che ora saresti dovuta andare a teatro (e non avevi modo di rifiutare). Ma è anche grazie a lui se è cresciuta la mia passione per il teatro.

La prof di Chimica che ho avuto solo per un anno. Era piccoletta e non interrogava mai alla cattedra, soprattutto i maschi che erano alti. Perché diceva di aver l’impressione di stare in mezzo a due ceri. Alla fine dell’anno provò ad interrogare tutta la classe, ma si rifiutarono tutti e mise 4 a tutti. L’unica che accettò di farsi interrogare, alla fine fu l’unica che venne rimandata a settembre.

La Turi, la prof di Arte, che faceva sempre interrogazioni programmate. E una volta, in combutta con quelli del terzo, ci ha organizzato uno scherzo: nessuno quel giorno voleva essere interrogato e lei ha finto di arrabbiarsi, imponendoci di fare subito un compito in classe. Poi è uscita un attivo dalla classe e i simpaticoni del terzo sono entrati nella nostra classe a capire cosa era accaduto e non volevano aiutarci per il compito in classe… Noi disperati non sapevamo come fare. Alla fine è tornata la prof arrabbiatissima e non dimenticherò mai la sua frase: “Voi pensate che sto pazziando?!? Pensate veramente che sto pazziando?!? E’ vero, sto pazziando!“. Fantastica!

Mariangela, la prof di Italiano (che stava insieme a Massimo, il prof di Storia e Filosofia), una prof molto esigente che alle interrogazioni pretendeva tanto dagli studenti. Ma era anche una prof che ti dava molto durante le spiegazioni. Ed è stata lei a farmi amare così tanto la sua materia (e alla fine mi sono iscritta a Lettere dopo la maturità).

Il prof di Inglese, che ci portava nel laboratorio di Informatica per farci sentire le canzoni in inglese. E che, quando era alla sesta ora, il più delle volte non ci faceva fare nulla, perché a quell’ora eravamo tutti stanchi (compreso lui).

Le autogestioni e le occupazioni, la festa di Carnevale a casa mia (con gli imbucati che hanno fatto qualche danno e il giorno dopo la prof di Matematica è andata nella loro classe a rimproverarli). Il giorno della festa della donna, in cui non si andava a scuola e andavamo al centro o al Luneur con i ragazzi più grandi (perché anche se erano maschi, anche loro non andavano a scuola). La mia festa dei 18 anni con tanti compagni di scuola e qualche amico fuori scuola. I miei amori (platonici) e chi mi sopportava. L’ex compagno di scuola che tornava fuori scuola per salutarmi…anche se non era interessato come io avrei voluto l’anno prima! Il prof di Religione, una grande persona con 3 lauree che ci ha insegnato ad aprire la mente, per conoscere il mondo che ci circonda e non fermarci alle apparenze.

Amici e conoscenti che in 5 anni ho incrociato e frequentato (chi più chi meno)… Alessandra, Valentina, Valeria, Valentina, Cristina, Emanuele, il Foggia, Pierpaolo, Andrea, Giulio, Paolo, Tony, Lorenzo, Sora Lella, il Conte, Robertino, Barbara, Paola, Claudia, Errica, Francesca, Gianluca, Lupo, un altro Andrea… a tanti altri. Alcuni li ho ritrovati dopo, alcuni li ho riscoperti solo dopo aver finito il liceo, alcuni li ho persi di vista, altri vorrei rivederli ma non ne ho più avuto occasione. Alcuni li ho ritrovati su Facebook, anche se non ci siamo più rivisti; altri li ho cercati sui social, ma non li ho ritrovati…

Se vi riconoscete in uno di questi ricordi, scrivetemi!

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