Perché ho scelto di diventare rappresentante di classe

Essere rappresentante di classe
Essere rappresentante di classe

Rappresentante di classe

Essere rappresentante di classe è una di quelle cose che nessuno vuole fare. Alle riunioni a scuola di inizio anno, quando le maestre iniziano a chiedere chi si candida per questo ruolo, sembra di essere a scuola quando il prof interrogava. Gente che fa finta di cercare cose nella borsa, gente che si guarda intorno senza guardare le maestre, gente che lo dice chiaramente di non volerlo fare. Come a scuola quando iniziavi a guardare il diario, tenevi lo sguardo in basso o cercavi qualcosa nello zaino. Sperando che, se il tuo sguardo non si incrociava con quello del prof, non ti avrebbe interrogato.

E quando esce fuori una mamma che si propone, vien quasi considerata una santa o una martire! Ed è subito eletta all’unanimità. Trovare un papà che si proponga è una cosa ancora più rara. Spesso nemmeno partecipano alle chat di classe. E spesso non vengono alle riunioni. I papà che partecipano attivamente alla vita di classe sono ancora troppo pochi.

Perché nessuno vuole fare la rappresentante? Forse perché è considerata come una scocciatura. Devi star dietro ai genitori a chiedere soldi o a farti firmare autorizzazioni. Anche se poi, alla fine, l’impegno non è così gravoso, però nessuno vuole prendersi il disturbo. Molti vanno sempre di fretta, lanciano al volo i bambini dentro scuola e non hanno tempo per pensare ad altro.

È vero che spesso capita di avere a che fare con genitori difficili e ci vuole pazienza per star dietro a tutti, spesso bisogna contare fino  1.000 prima di rispondere e non tutti i genitori sono collaborativi, ma si può fare.

E così io ho scelto di essere rappresentante di classe. Ho iniziato alla scuola materna con Figlia Uno. Il primo anno c’era bisogno di una mamma che affiancasse la rappresentante. E così, dopo aver chiesto il tipo di impegno necessario e aver constatato che alla fine non mi avrebbe impegnato troppo, mi sono proposta per dare una mano.

Ho avuto a che fare con una fantastica rappresentante ed ho imparato il “ruolo” di rappresentante da lei. Ho imparato dalla migliore. E sono migliorata anch’io. Alla fine ho continuato per 6 anni alla materna. Dopo che la rappresentante è passata alle elementari, io sono stata promossa da vice rappresentante a rappresentante. Perché iniziavo un nuovo ciclo di materna con Figlia Due. Molte mamme già mi conoscevano. E nessuna voleva farlo. Così sono andata avanti altri 3 anni da sola, perché trovare una vice è stato praticamente impossibile. Ed ogni anno, ormai la mia candidatura era scontata ed automatica. Non si metteva nemmeno in discussione.

Dopo 6 anni a stretto contatto con le maestre, anche a loro dispiaceva perdermi come rappresentante, perché ormai ci capivamo senza bisogno di troppi discorsi.

Ma la scuola va avanti ed ho dovuto lasciare il mio ruolo di rappresentante alla materna, affidando la classe a una nuova mamma che, nonostante qualche timore, si è proposta.

Finita la materna anche con Figlia Due, tutte le mamme della nostra ex classe già volevano votarmi per diventare rappresentante alle elementari, prima ancora dell’inizio della scuola primaria. Ma con molte, alla fine, non siamo capitate nella stessa classe e non hanno potuto votarmi.

Quando Figlia Uno ha iniziato la scuola primaria, non mi sono proposta. Non me la sentivo. Già ero rappresentante alla materna. Poi essere rappresentante alla scuola elementare è un po’ diverso. Basta pensare anche a come avviene l’elezione della rappresentante dei genitori. Alla materna è una elezione fatta a voce. Se va bene a tutti, sei eletta e basta. Alla scuola primaria ci sono vere e proprie elezioni. Si istituisce un seggio elettorale, con un presidente di seggio e due segretari, che devono preparare le schede per votare (siglandole) e poi far votare i genitori segnando il numero del documento d’identità. Alla fine si fa uno spoglio elettorale. E tutte le schede vengono chiude in una busta per essere consegnate alla preside della scuola. La rappresentante eletta poi riceve una comunicazione ufficiale dalla presidenza scolastica per rendere effettiva l’elezione.

Con Figlia Uno, quindi, era la mia prima esperienza con la scuola primaria come mamma ed ho preferito che si facesse avanti qualcun’altro.

Quando Figlia Due ha iniziato la scuola primaria, già prima che iniziasse la scuola a settembre, avevo una ricca fila di mamme che speravano di capitare in classe con me e che mi volevano votare. Diciamo che è stato naturale propormi e continuare quello che avevo già fatto alla materna. Forte della mia esperienza alla scuola primaria con Figlia Uno (anche se non sono rappresentante nella sua classe, ma so come funziona la scuola), mi sono proposta. Ovviamente tutti sono stati sollevati, perché nessuno vuole fare il rappresentante.

E così, dopo le elezioni, sono stata nominata ufficialmente come rappresentante per questo anno scolastico. Mi aspettano alcune riunioni con le maestre durante l’anno, raccolta soldi per gite, attività integrative o compleanni e sono il punto di contatto tra le maestre e la classe. In fondo, mi piace tutto questo. E ne ho anche bisogno per distrarmi dalla routine lavorativa!

Image by Monoar Rahman Rony from Pixabay

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