Ossiuri, il problema che allarma i genitori

bambini a scuola
Bambini a scuola

Ossiuri: la prima volta che ho sentito questa parola, mi sono detta “Cosa sono?!?“. Poi ho scoperto che era il termine medico per indicare i vermi intestinali. Una problematica che può capitare nelle comunità di bambini. Problematica che si è presentata anche nella nostra scuola. Problematica che fa discutere (anche animatamente).

L’idea che al proprio bambino possano venire i vermi nell’intestino non piace a nessuno. Ma in fondo è sullo stesso piano dei pidocchi. Solo che di pidocchi si parla più spesso (e si sa come intervenire senza problemi), mentre intorno agli “ossiuri” c’è ancora un “alone di mistero” che rende la situazione più complicata.

Ho sentito veramente di tutto sugli ossiuri e capisco che molti possano sentirsi confusi e preoccupati.

C’è chi dà la colpa alla scarsa igiene della scuola o chi se la prende con i genitori che non vogliono fare il test ai figli perché “vivono in un ambiente sano e non possono avere questo problema“. Poi ci sono pediatri che assicurano che i bambini positivi al test degli ossiuri, una volta iniziata la cura, possono tornare tranquillamente a scuola perché gli ossiuri non si attaccano. E medici che dicono che gli ossiuri si attaccano solo se i bambini entrano in contatto con le feci del bambino “malato“. Pediatri che consigliano di fare il test solo se si notavo vermetti bianchi nella cacca o nelle mutandine del bambino. Mamme che invece assicurano che i loro figli non avevano sintomi.

Fondamentalmente gli ossiuri non creano grossi problemi nel bambino. Potrebbero causare prurito (è questo infatti uno dei sintomi principali per cui i genitori se ne accorgono). Ma pare che possono anche non dare nessun sintomo.

C’è da dire che gli ossiuri possono diffondersi anche in un ambiente perfettamente pulito (quindi se si sono diffusi a scuola non è detto che sia perché la situazione igienica della scuola è scarsa… come comunque non è detto che i primi bambini li abbiano presi a scuola e non siano stati loro a portarli a scuola).

La Asl stessa sostiene che debellare gli ossiuri sia molto complicato. E che, in assenza di “gravi condizioni sanitarie dei locali“, ci possono essere molti motivi per cui questi prolificano. Quindi l’unico consiglio è di curare l’igiene delle mani dei bambini (che DEVONO essere lavate sempre dopo essere andati in bagno e prima di mangiare) ed evitare il contatto con animali domestici (ma se uno ha un animale a casa come si fa?!?).

Anche la richiesta di “disinfezione” delle aule scolastiche non viene considerata strettamente necessaria. Può essere un motivo in più per una pulizia più approfondita degli ambienti, ma non è considerata determinante.

A casa si consiglia, in caso di ossiuri, di lavare bene (a temperature molto elevate) lenzuola, indumenti intimi e pigiami. Ma anche i giochi dovrebbero essere lavati (per evitare che eventuali uova di ossiuri lasciate dalle mani “contaminate” sui giochi possano diffondersi).

Insomma, alla fine è una bella scocciatura. Ma non si può considerare una malattia grave. Piuttosto direi che è una problematica che in una comunità di bambini può capitare, come qualsiasi altra cosa (pidocchi, varicella e via dicendo).

E l’unico modo per accertarsi della presenza (o no) di ossiuri nel bambino (o nell’adulto) è lo scotch test. In caso di test positivo, basta un semplice sciroppo (preso 2 volte a distanza di un paio di settimane) per risolvere il problema.

Invece di parlare di “pandemia” (parolona che fa scalpore!) forse si dovrebbe costatare in prima persona la realtà della situazione… Perché se i casi accertati sono SOLO 5 o 6 in una intera scuola, non si può parlare di epidemia. E non è voler nascondere il problema, che evidentemente c’è. Ma semplicemente si tratta di un problema che, con un po’ di buon senso ed impegno, si può risolvere facilmente, senza fare inutili allarmismi.

Stiamo tutti sulla stessa barca, collaboriamo per risolvere i problemi invece di farci la guerra e complicarceli da soli.

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