Meningite: l’allarme che spaventa le mamme

mamma e bambina
Mamma e bambina

Ci sono molte cose che da mamma, pensando alle mie figlie, mi spaventano. E sono molte le paure condivise da tutte le mamme. Paure più o meno immotivate. Timori più o meno fondati. Ansia generata da allarmismi. Vogliamo sempre il bene per i nostri figli e quindi vorremmo tenerli sempre al riparo dai pericoli.

Ecco una di quelle cose che può seminare il panico tra le mamme: meningite.

Basta l’avviso da parte della Asl che comunica ai genitori che nella scuola c’è stato un caso di meningite batterica e consiglia di contattare il pediatra. Basta questo a scatenare il panico e l’ansia tra decine e decine di genitori e nonni.

La meningite è una di quelle malattie che fa paura. Esistono una serie di vaccini contro la meningite, ma i ceppi sono tantissimi e non sono tutti coperti dai vaccini. Poi c’è anche chi preferisce non farli i vaccini. E ti viene da chiederti… chissà se questo bambino era stato vaccinato…

E così da un giorno all’altro si viene catapultati nella eventualità che tuo figlio possa essere entrato in contatto con un batterio (non si sa bene quale) della meningite. Un semplice (ma allarmistico) avviso attaccato sull’ingresso della scuola. Un avviso che non riporta tutte le informazioni che si vorrebbero avere. Un avviso fin troppo piccolo (che qualche nonna nemmeno legge).

Ed allora oltre al panico c’è anche l’indignazione. Perché una notizia così importante viene data in questo modo? Perché non si avvisano tutti i genitori in modo più approfondito e non semplicemente dicendo “Date un’occhiata all’avviso mentre uscite da scuola“? Perché la coordinatrice ha ritenuto che bastasse un piccolo avviso e non ha pensato che una frase del genere potesse scatenare il panico tra i genitori?

Forse la Asl avrebbe dovuto predisporre una comunicazione più esaustiva per tutta la scuola. Ma a quanto pare non fa parte del protocollo. Ai genitori dei bambini della classe in cui si è verificato il caso di meningite è stato consegnato un foglio con le istruzioni per la profilassi da seguire. Il protocollo prevede infatti che i bambini che frequentano la stessa classe debbano iniziare una profilassi antibiotica, visto che sono stati maggiormente a contatto con il malato. Per il resto della scuola non è prevista alcun tipo di profilassi. Solo il consiglio di sentire il parere del proprio pediatra.

Per i bimbi più esposti il protocollo prevede l’assunzione dell’antibiotico Rifampicina 10MG/Kg, ogni 12 ore per 2 giorni. Pare sia un antibiotico molto forte, ma visto il rischio, meglio cercare di arginare il pericolo. Un antibiotico che poche farmacie hanno disponibile. E infatti molte farmacie sono state prese d’assalto ieri pomeriggio dai genitori, finché non è stata trovata una che poteva ordinarlo e farlo arrivare direttamente in serata, per iniziare subito la profilassi.

Il protocollo della Asl non prevede che la classe o la scuola vengano disinfettate. Quindi in teoria oggi si poteva tornare tranquillamente a scuola. Ma questa mattina nuovo panico. Perché mentre ci sono genitori che comunque hanno deciso di andare normalmente a scuola (tanto alla fine l’eventuale contatto c’è già stato), altri hanno preferito tenere i bambini a casa per sicurezza oppure hanno deciso di andare a parlare con maestre e coordinatrice per avere maggiori spiegazioni. L’ansia e il panico si poteva tagliare col coltello per quanto era fitta!

Ieri i pediatri sono stati sommersi di telefonate. Io stessa ho chiamato il mio per avere il suo parere. Ed anche i pareri dei pediatri sono contraddittori (per quanto riguarda i bambini che non frequentano la stessa classe, ma solo la scuola).

Da un lato ci sono i pediatri, come il mio, che consigliano di non sottoporre i bambini alla profilassi, visto che il bambino malato era in un’altra sezione. Questo perché anche se la possibilità che siano venuti a contatto con batterio c’è, ma è remota (alcuni dicono anche che un bambino dovrebbe aver passato almeno 3 ore a stretto contatto col malato). E comunque non si può pensare di sottoporre ad antibiotico tutta la scuola, anche perché poi allora andrebbe esteso anche a eventuali fratelli e/o sorelle, amici al di fuori della scuola, compagni di scuola di fratelli e/o sorelle, cugini e via dicendo (sarebbe praticamente impossibile da attuare). L’unica cosa da notare è il caso in cui nella prossima settimana il bambino avesse mal di gola, febbre o fosse più stranito del solito. Allora in quel caso si dovrebbe dare subito l’antibiotico, anche se potrebbe essere solo un malessere stagionale.

Dall’altro ci sono invece i pediatri, come quello di un compagno di classe di mia figlia, che al contrario preferiscono sottoporre i bambini alla profilassi, anche se non andavano nella stessa classe del bambino malato. E preferiscono inserire nella profilassi anche eventuali fratelli e/o sorelle più grandi o più piccoli. Perché meglio avere qualche disturbo causato dal forte antibiotico (stanchezza, diarrea) per qualche giorno, piuttosto che rischiare di contrarre la meningite.

Pediatri diversi, soluzioni diverse.

E i dubbi di una mamma sono molteplici. Che fare? Portarli a scuola? Lasciarli a casa? Fargli fare la profilassi o aspettare? Che ansia!

Ho cercato il protocollo della Asl per curiosità e queste sono le indicazioni in caso di meningite:

CHEMIOPROFILASSI
Devono essere sottoposti a chemioprofilassi coloro che sono considerati “ad alto rischio”. Poiché l’incidenza dei casi secondari tra i contatti è massima nei primi giorni dopo l’inizio della sintomatologia del caso indice, la chemioprofilassi, nelle perone ad alto rischio, va iniziata il più presto possibile.
Persone ad alto rischio: Chemioprofilassi raccomandata
– contatti conviventi: specialmente bambini piccoli.
– contatti dei bambini degli asili nido e contatti dei bambini di scuole materne, purché i contatti siano stati sufficientemente intimi da aver condiviso stoviglie. Nel caso degli asili nido sono considerati tali tutti i presenti, anche il personale di assistenza; nel caso delle scuole materne solo i bambini della sezione, e quelli che hanno condiviso con il caso indice il locale di riposo pomeridiano.
– Esposizione diretta alle secrezioni del paziente affetto attraverso baci, condivisione dello
spazzolino da denti, delle posate.
– Soggetto che ha mangiato o dormito frequentemente nella stessa abitazione del paziente indice (in questo gruppo vanno valutate le persone che frequentano dormitori collegi, caserme e affini).
– Contatti non protetti durante intubazione endotracheale o respirazione bocca-bocca.

Per quanto riguarda il periodo di tempo entro il quale sottoporre a chemioprofilassi i contatti ad “alto rischio”, quest’ultimo si stabilisce in 48 ore dall’ultimo contatto con il caso.
Per tutti gli altri vale sempre la sorveglianza sanitaria per 10 giorni tramite i propri curanti, che valuteranno anche l’opportunità di sottoporre a chemioprofilassi le persone che, per le condizioni di immunodeficienza sopra elencate, siano più suscettibili.

Quindi alla fine è vero che i bambini della scuola (e non della classe) del malato non devono essere sottoposti alla profilassi antibiotica (anche se qualche pediatra la fa fare lo stesso per scrupolo).

Mi viene giusto un dubbio sul fatto che la profilassi per i bambini della stessa classe andrebbe fatta nelle 48 ore successive all’ultimo contatto… in questo caso l’avviso della Asl è arrivato il lunedì, ma in teoria l’ultimo contatto dovrebbe esserci stato il venerdì (se non addirittura qualche giorno prima)… quindi la profilassi è comunque valida?

Sempre dal protocollo della Asl risulta che “Il periodo di incubazione varia da 1 a 10 giorni, solitamente è inferiore a 4 giorni“. Il mio pediatra mi ha consigliato di fare attenzione per i prossimi 5 giorni. Attendiamo… non senza un po’ di ansia. Sperando anche di avere maggiori informazioni sulla situazione del piccolo bimbo ammalato.

AGGIORNAMENTO

E poi, dopo l’allarme iniziale, arriva l’aggiornamento che un po’ ti tranquillizza.

Dalle analisi effettuate risulta che si tratta di meningite da pneumococco. Quindi non c’è profilassi.

I bambini che hanno iniziato la profilassi possono sospenderla. I bambini che non l’hanno ancora iniziata non devono farla. I bambini che sono stati sottoposti al vaccino esavalente sono coperti.

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