Malattie a scuola: i consigli della dottoressa della Asl

Malattie a scuola
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Malattie a scuola: i consigli della dottoressa

Ho partecipato insieme alle maestre e ad altre rappresentanti di classe ad una riunione con una dottoressa della Asl sulle malattie a scuola. Quest’anno nella nostra scuola materna ci sono state diverse malattie e problematiche: ossiuri, pidocchi, streptococco (con e senza scarlattina). E quindi i dubbi delle mamme erano veramente tanti. Così è stato organizzato un incontro per avere delle linee guida su come comportarsi in questi casi e dei consigli da una persona esperta.

I consigli della dottoressa della Asl si possono prima di tutto sintetizzare in 4 rapide indicazioni:

  1. Niente allarmismi
  2. Collaborazione (e non guerre) tra genitori
  3. Maggiore controllo sui bambini
  4. Maggiori contatti col pediatra

Bisogna prima di tutto partire sempre dal presupposto che la scuola è una comunità. E stando a contatto, è normale che i bambini possano passarsi malattie o problematiche varie, dagli ossiuri ai pidocchi, dal raffreddore alle malattie esantematiche.

Quindi anche se si verificano dei casi, è inutile lanciare allarmi o parlare di epidemie (quando evidentemente non è così). Meglio affrontare il problema per cercare di arginarlo, senza allarmismi che non servono a niente. Al nido di mia figlia quest’anno ci siamo portati avanti la varicella per almeno 3 mesi. A 10/15 giorni dall’ultimo contagio usciva fuori un altro bambino con la varicella. Non riuscivamo ad uscirne. Saranno stati almeno una quindicina, nella nostra classe, i bambini contagiati. Ma non per questo abbiamo gridato all’epidemia. Stando insieme, è normale che simili cose possano accadere. Poi ci sono bambini che hanno preso la varicella ed altri no.

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Secondo la dottoressa problemi come gli ossiuri o i pidocchi sono sicuramente “rognosi“, ma non sono gravi. Ovviamente l’idea che il proprio figlio possa avere i “vermi” nell’intestino non piace a nessun genitore. Se il problema c’è, basta una semplice cura per liberarsene. La profilassi preventiva non esiste ed è inutile (somministrare al bambino il vermifugo perché potrebbero venirgli gli ossiuri non serve a nulla, come è inutile fare lo shampoo preventivo per evitare i pidocchi).

Ci sono poi stati casi di bambini positivi (dal tampone faringeo) allo Streptococco, che può causare dal semplice mal di gola alla scarlattina: in caso si verifichi un episodio in classe, il consiglio è di far controllare la gola dei bambini al pediatra, in modo che stabilisca se è il caso di fare il tampone o no. In caso di streptococco è necessaria una cura antibiotica che deve durare circa 7/10 giorni (non di meno). Lo streptococco può anche non dare una sintomatologia evidente, come l’eruzione cutanea, la scarlattina o la febbre alta. Ma se ci sono casi nella classe e il bambino lamenta un mal di gola o ha qualche fastidio, meglio un controllo in più.

I genitori devono comunque collaborare tra loro per evitare problemi di qualsiasi tipo. Se ci sono casi di malattie o problemi vari, i genitori dovrebbero avvisare subito la scuola, le maestre e gli altri genitori della classe. Per permettere a tutti di muoversi come meglio credono o di contattare il pediatra. Collaborazione che, purtroppo, non sempre c’è tra i genitori. Tra chi si rifiuta di far fare al proprio figlio i controlli (so di genitori in una classe con diversi casi di ossiuri che si sono rifiutati di fare ai figli lo scotch test perché i loro figli sono “puliti”, come se la diffusione degli ossiuri dipendesse soltanto dalla sporcizia). Non bisogna vergognarsi di ammettere che il proprio bambino ha gli ossiuri o una qualsiasi altra malattia. Ma bisogna sempre avvisare tutta la classe.

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In ogni caso, per qualsiasi tipo di malattia o problematica, il consiglio da dare ai genitori è di controllare più attentamente i bambini in quel periodo. Oltre a rispettare le normali indicazioni igieniche. E contattare il pediatra, senza farsi autodiagnosi o prescriversi cure da soli.

Alcune maestre si sono anche lamentate del fatto che spesso i bambini vengono portati a scuola anche se non stanno bene. Nasi che colano, febbre e via dicendo. A parte cari particolari, non si può rifiutare l’ingresso a scuola ai bambini. Ci vorrebbe un po’ di buon senso da parte dei genitori. Anche se capisco che spesso non si riescono a tenere a casa i bambini solo per un naso che cola… lo ammetto, anche a me è capitato di portarle a scuola, nonostante il naso che colava (ma senza che avessero febbre).

Nel caso dello streptococco senza scarlattina, ci sono pediatri che consigliano di tenere a casa i bambini per tutta la durata della cura antibiotica. Altri che sostengono che basta tenerli a casa i primi 3 giorni e poi possono tornare a scuola (pur continuando la cura). E allora mi chiedo: se il mio pediatra mi dice che può tornare a scuola e io comunque non ho la possibilità di tenerla a casa per tutta la cura (come magari farebbero altre mamme), sono una pessima madre se la mando a scuola (come comunque ha detto il pediatra)?

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Abbiamo anche parlato dei casi di meningite. E ci ha spiegato la procedura in questi casi. Si sa che esistono vari ceppi di meningite. E nel caso in cui un episodio di meningite venga segnalato nella scuola, è opportuno iniziare subito la cura antibiotica, anche se all’inizio non si conosce a quale ceppo appartenga quel singolo caso. Nell’attesa che arrivino i risultati dal laboratorio, tutti i bambini della classe devono essere sottoposti alla cura antibiotica. Poi se si tratta di una forma di meningite che non prevede l’uso dell’antibiotico, allora si potrà interrompere. Altrimenti deve essere continuata, seguendo le indicazioni del pediatra.

Qualsiasi sia il problema, buon senso, collaborazione e controlli sono le tre parole d’ordine per evitare che una malattia si diffonda a macchia d’olio. O che si crei il panico tra i genitori.

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