La vita ai tempi del Coronavirus: Diario di bordo Settimana 1

Diario di bordo Settimana 1
Diario di bordo Settimana 1

Diario di bordo Settimana 1

Il mio Diario di bordo Settimana 1 della nostra vita ai tempi del Coronavirus. E’ passata una settimana da quando le scuole sono state chiuse. Ed è passata una settimana da quando ho iniziato a lavorare in smart working (concesso vista la gravità della situazione). Ed anche se si pensava che la chiusura delle scuole ci avrebbe complicato la vita, in molte zone tutto sembrava continuare regolarmente. Negozi di ogni tipo ancora aperti. Palestre e piscine aperte, anche se con riduzione del numero di persone che le frequentavano. L’unica accortezza da prendere era di garantire la distanza di sicurezza tra chi le frequentava. Teatri e musei ancora aperti, sempre con l’indicazione del governo di mantenere la distanza di un metro. Per i teatri era complicato farlo e per questo, in autonomia, molti hanno deciso di chiudere. Ma i musei erano ancora aperti, anche se con ingressi limitati. Pizzerie e ristoranti aperti, anche qui con l’indicazione di mantenere le distanze.

Poi la situazione si è modificata. Ed hanno deciso di chiudere tutti i teatri, le piscine, le palestre, i musei. La raccomandazione principale era di uscire il meno possibile. Ma in giro si poteva trovare ancora molta gente, che usciva a comprare qualcosa o semplicemente a fare una passeggiata. Ed anche i parchi erano aperti. Spesso anche troppo pieni di gente.

La nostra libreria di fiducia si era organizzata per fare le consegne a domicilio. Infine è arrivato l’ordine di lasciare aperti solo i negozi che vendono beni di prima necessita. Ma non si tratta solo di alimentari e farmacie. I negozi ancora aperti sono di vario genere. Eh, sì. I tabaccai sono ancora aperti. Potete andare a comprare le sigarette senza problemi. Queste nuove restrizioni sono valide al momento fino al 25 marzo. Ma non si sa se verranno estese o no.

Noi comunque da domenica scorsa non siamo più usciti. Solo oggi sono uscita per fare un po’ di spesa. In teoria non c’è il divieto di andare al parco. Ma si viene invitati ad evitare, per quanto possibile. Inoltre, nel momento in cui esci, potrebbero fermarti per dei controlli. Sei autorizzato a uscire per primarie necessità (come fare la spesa), per lavoro (perché molti devono ancora andare al lavoro), o per salute (se si devono fare visite). Quindi bisognerebbe girare con una autocertificazione in cui si dichiarano i motivi per cui si sta in giro. Se non ce l’hai, chi ti ferma (Polizia, Vigili…) può farti firmare l’autocertificazione. Se vieni fermato e si scopre che sei fuori non per uno di questi motivi, scatta la denuncia (e va sul penale).

Decisioni drastiche. Ma se serve a limitare i contagi, dobbiamo resistere e andare avanti così.

Come stiamo noi? Non poter uscire non è semplice. Le bambine fanno i compiti che le maestre continuano a mandarci per cercare di continuare (nei limiti del possibile) la didattica. Fanno gli esercizi di ginnastica, grazie ai video che l’insegnante di pre-agonistica ci ha mandato. Poi guardano un po’ di tv. Giocano… ma arriva un’ora del pomeriggio in cui iniziano a non sopportarsi più e a farsi dispetti o a litigare. E’ difficile per noi, ma lo è anche per loro. Abituate ad uscire e a fare tante attività, ora che sono costrette a restare a casa ne risentono. Ma non abbiamo alternativa per il momento. Al massimo possono uscire a prendere un po’ d’aria sul balcone.

Io cerco di mantenere la pazienza e sopportare i loro “scleri”. Andremo avanti così finché sarà necessario.

Per quanto riguarda il mio lavoro, questa settimana ho lavorato da casa, con la richiesta di prendere un giorno di ferie. Dalla prossima settimana dovremo prendere 2 giorni di ferie. La situazione non è delle più rosee. Ci auguriamo tutti che si sistemi al più presto. Anche perché ci stiamo bruciando tutte le ferie dell’anno. E ci si augura che la situazione non peggiori ulteriormente.

Stamattina sono uscita a fare la spesa. In giro c’è un’atmosfera surreale. Poca gente in giro. Tutti si guardano con sospetto e si mantengono a distanza. I negozi sono quasi tutti chiusi. E potrebbe sembrare agosto, vedendo tutte queste saracinesche chiuse. Ma manca l’atmosfera da vacanze tipica del mese di agosto. Strade vuote come non lo sono mai state. Nessuno che ti si avvicina, anzi… si allontana da te se ti incroci sul marciapiede. Lo ammetto… capita anche a me. Mi tengo a distanza. Sto lontana da tutti. Guardo tutti con sospetto. Mi sento come questa piantina grassa, che tiene tutti a distanza con le sue spine.

E poi ti arrivano i messaggi vocali delle maestre, che provano ad andare avanti, per quanto possibile, con la didattica… e promettono ai bambini che passerà e che faranno tante belle cose a scuola quando ricominceranno. E l’emozione sale.

Mi manca il contatto. Sto riscoprendo il gusto di chiamare gli amici per sentire come stanno. Vorrei star vicino ad un amico in particolare che sta passando un momento molto particolare. Vorrei poterlo abbracciare forte, come lui ha fatto con me quando ne avevo bisogno. Ma posso solo stargli vicino a distanza, tramite telefonate. Passerà…  noi aspettiamo che passi!

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