La fase dei Perché nei bambini

bambina curiosa
Bambina curiosa

– Dove sono i calzini di “Colle”? (ndr, la sorella)
– Non se li è tolti.
– Perché non se li è tolti?
– Perché ha i piedi freddi.
– Perché ha i piedi freddi?
– Perché fa freddo!
– Perché fa freddo?
– Perché siamo in inverno.
– Perché siamo in inverno?
– Perché ci sono le stagioni.
– Perché ci sono le stagioni?

Questa è solo una parte della conversazione di ieri sera tra me e la mia piccola “duenne”. Io che speravo si addormentasse presto (come la sorella più grande) e lei che invece continuava imperterrita con i suoi mille perché. Sulle stagioni saremo andate avanti per almeno una decina di minuti. Non sapevo come uscirne. Poi alla fine ha deciso che era arrivato il momento di dormire. Salva! Almeno per una sera. Ma tanto so che ricomincerà presto con i suoi perché.

Siamo nel bel mezzo della fase dei perché e quando comincia con le sue domande non c’è modo di fermarla. Per me è tutto nuovo. La prima figlia non ha attraversato questa fase. Magari qualche domanda col “perché” l’ha fatta (era comunque molto curiosa), ma si accontentava delle prime risposte e non procedeva con altri mille e più “perché“.

Scampata la fase dei perché con la prima figlia, ora la devo affrontare (con molta pazienza) con la seconda figlia. Perché? Perché? Perché? Ma perché arriva questa fase?

Questa fase in genere arriva tra i 2 ed i 3 anni, quando il bambino ha un linguaggio più ricco e riesce ad esprimersi e a farsi capire meglio. Ed infatti da noi, puntuale, è arrivata a 2 anni e mezzo! Ogni bambino è curioso e vuole scoprire il mondo che lo circonda. E la fase dei perché arriva proprio perché i bambini vogliono capire il mondo che li circonda e perché avvengono certe cose.

Mia mamma mi racconta sempre di come il fratello, mio zio, quando era piccolo ha smontato una macchinina con le luci, che mio nonno gli aveva appena portato dalla Germania, perché voleva capire come si accendevano le luci. Ci sono bambini che mettono in pratica il loro desiderio di capire come funzionano le cose ed altri che ci riempiono di domande e di “perché“.

Dicono che bisogna sempre rispondere ai perché dei bambini e mostrarsi interessati alle loro domande. Dare una risposta, anche semplice, ma non ignorare le domande dei piccoli. Anche perché dandogli attenzione, i bambini diventano più sicuri di se stessi. E io allora, con molta molta pazienza, cerco di rispondere a tutti questi perché. Certo che in certi momenti queste domande sembrano veramente infinite… ma non mi arrendo. E continuo a rispondere!

Dicono anche che queste infinite domande siano anche un modo che i bambini utilizzano per renderci partecipi di quello che gli passa per la testa. Se è così, sono contenta che mi faccia tutte queste domande. E’ bello vedere come sia incuriosita dal mondo.

E dicono anche che è molto importante non dare risposte false ai bambini. Non è indispensabile dare risposte super dettagliate, una risposta semplice va più che bene, purché sia la verità. Ovviamente detta anche in base all’età del bambino, in modo che possa capirlo.

Insomma, alla fine è una fase molto impegnativa (più per me che non per lei)… ma ce la possiamo fare!

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