La dura vita di una mamma che lavora

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Mamma che lavora

La vita di una mamma che lavora

Sono una mamma che lavora. E mi pesa. Tanto. Vorrei avere più tempo da trascorrere con le mie bambine. Andare a prenderle a scuola. Portarle a nuoto o in qualsiasi altro posto. E invece no. Non posso. Lavoro a tempo pieno. E peggiorerà. Perché terminata una fase lavorativa, da gennaio si cambia. Uscirò alle 8.00 di mattina e tornerò (se va bene) alle 19.00. Dovrò togliere 2 ore della mia presenza alle mie bambine.

So che sono fortunata perché ho un lavoro a tempo indeterminato. Di questi tempi è veramente una fortuna. Ma comunque mi pesa. Forse l’ideale sarebbe fare un lavoro part-time o un part-time a 6 ore. Così riuscirei a stare a casa prima ed avrei un po’ più di tempo per loro.

Ma io lavoro a tempo pieno. Quindi 8 ore al giorno. A cui ci devi aggiungere il tempo per andare e tornare. Ed i tempi aumentano. Una vita frenetica, la mia.

Faccio un lavoro che mi piace. Ma da quando sono diventata mamma mi pesa. Non sono di quelle donne che pensano alla carriera. Non mi interessa. Lavoro perché devo lavorare. Altrimenti non ci arrivi a fine mese. Il mutuo, le bollette, la spesa… non si pagano da soli.

Il weekend può essere stancante, ma non penso mai “meno male che lunedì si torna al lavoro”. Per me i giorni di ferie non sono mai abbastanza. Se penso che ci sono persone che non vedono l’ora che le ferie finiscano o che si trattengono al lavoro oltre l’orario, fino a tardi, perché non hanno altro di meglio da fare… non fa per me.

Da Figlia a Mamma

Mia mamma era casalinga. Quindi mi accompagnava a scuola, mi veniva a riprendere, mi portava a ginnastica o al catechismo. Era sempre presente. Ma erano altri tempi. Ricordo che quando facevo le elementari c’era una sola bambina della mia classe iscritta al doposcuola, perché la mamma lavorava. Tutte le altre stavano a casa e si occupavano dei bambini. Ma bastava poco per mandare avanti una famiglia. Non è come oggi.

Io non dico che vorrei fare la casalinga, ma magari lavorare un po’ di meno. Questo sì. Perché sarebbe l’unico modo per riuscire veramente a conciliare lavoro e famiglia. E non voglio nemmeno fare trasferte. Voglio lavorare nella mia città e basta. Già tolgo abbastanza tempo alle mie figlie. Non voglio toglierne di più con le trasferte. Perché la frase “non conta la quantità, ma la qualità del tempo passato insieme”, non mi consola. Riuscirò a far rispettare i miei desideri?

Modalità mamma che lavora frustrata, attivata! Voi come fate?

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