In ricordo di Elizabeth Tarira

Elizabeth Tarira col Trio Medusa
Elizabeth Tarira col Trio Medusa

Elizabeth Tarira

In questi giorni mi sono ritrovata (senza un motivo preciso) a pensare ad una grande donna: Elizabeth Tarira. Molti di voi magari si chiederanno: “Chi è Elizabeth Tarira?“. Era una dottoressa. Era il direttore sanitario dell’Ospedale Saint Albert in Zimbabwe. E per molto tempo ha lavorato per portare avanti il progetto “Fermiamo l’Aids sul nascere”, avviato dal Cesvi nel 2001. Grazie al lavoro di Elizabeth Tarira, molti bambini sono nati sani da mamme sieropositive.

Elizabeth Tarira era una grande donna. Da sola ogni giorno si occupava di decine e decine di donne. Un’unica dottoressa per un bacino di utenza enorme, che farebbe impallidire qualunque ospedale o studio medico italiano. Ma Elizabeth non era solo una dottoressa. All’occorrenza si poteva trasformare anche in operaia. Era capace di mettersi a scavare da sola per costruire un pozzo o di percorrere chilometri a piedi per andare a fare rifornimento di acqua. Ed era una donna che aveva sempre il sorriso sulle labbra. Allegra e solare nonostante tutti i problemi che doveva affrontare ogni giorno.

Elizabeth Tarira se ne è andata troppo presto, il 23 luglio 2012, per un male incurabile. Ma fino all’ultimo ha lavorato mantenendo il tuo atteggiamento positivo. E sicuramente ha lasciato un ricordo indelebile in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla.

Il mio incontro con Elizabeth

Io ho conosciuto Elizabeth Tarira qualche anno fa, negli studi romani di Radio Deejay, grazie al Trio Medusa. Ricordo una donna piccola di statura, ma al tempo stesso molto forte. Una donna che trasmetteva serenità e ottimismo solo a guardarla. Ricordo la sua risata coinvolgente. E ricordo l’allegria che c’era nei suoi occhi. E soprattutto ricordo il suo caldo abbraccio. Un abbraccio pieno di affetto mentre mi diceva “Grazie“, perché insieme al Trio Medusa anch’io, nel mio piccolo, avevo sostenuto il Cesvi ed il progetto che lei stava portando avanti in Africa. Un “Grazie” che io invece le ho detto per l’enorme lavoro che lei portava avanti nel suo villaggio. Perché il mio piccolo sostegno era, per me, solo un granello di sabbia in confronto a tutto il lavoro che lei svolgeva ogni giorno. Ma come sosteneva sempre Elizabeth Tarira “una goccia più una goccia fa un oceano“. E per questo lei pensava fosse giusto ringraziarmi.

Ed è per la sua semplicità, la sua gioia di vivere e la sua positività che io non dimenticherò mai questa grande donna. Grazie Elizabeth Tarira per tutto quello che hai fatto.

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