Il miracolo della vita

Il miracolo della vita… secondo una mamma

La nascita di un bambino è un vero miracolo della vita. Ma fino al momento in cui lo provi, non puoi comprenderlo totalmente. Arriva un momento in cui capisci di voler mettere su famiglia. O meglio, di voler allargare la famiglia. Il rapporto a due con il tuo compagno/marito ti piace e ti soddisfa, ma senti che manca qualcosa per rendere la vostra famiglia perfetta.

Un momento in cui capisci di voler realizzare il tuo sogno da bambina… quando in quarta o quinta elementare avevi scritto in un tema che da grande avresti voluto una bambina e l’avresti chiamata Hilary (perché in quel periodo ti piaceva tanto il cartone animato di Hilary, la ginnasta ritmica). Un sogno che hai portato avanti negli anni e che è sempre rimasto, anche se magari è cambiato il nome che vorresti dare alla tua bambina (ma chissà che prima o poi non arriverà anche una Hilary o Ilaria…). Un momento in cui pensi che ti piacerebbe avere una bambina, ma se anche sarà maschio andrà bene lo stesso.

E così ti metti a cercare quella gravidanza ed il primo mese quando ti torna il ciclo sei un po’ delusa. Ma si sa che non è poi così semplice restare incinta e ci possono volere mesi per riuscire a “catturare” la cicogna. Poi il secondo mese arriva un ritardo. Un ritardo che ti fa pensare. Sei in trepidazione. Compri in farmacia un test di gravidanza. Aspetti il sabato mattina per farlo insieme al tuo compagno/marito. Sei agitata. Ma come fai il test, senza nemmeno dover aspettare 2 minuti, compare immediatamente una bella e netta seconda linea. Il test è positivo. Sei incinta.

Diario della gravidanza

Panico totale. Aspettavi quel momento. L’hai desiderato fortemente ed ora che è arrivato, invece di fare salti di gioia sei presa dal panico. Non perché non lo vuoi, ma perché arriva la paura di non essere pronta. Di non saper cosa fare. Però il panico dura solo qualche minuti e poi ti assale una gioia immensa. Una piccola vita sta crescendo dentro di te.

Chiami la ginecologa che però ti smonta. E’ ancora presto parlare di gravidanza. Meglio fare le analisi delle beta, 2 volte a distanza di una settimana. E prendere appuntamento per il mese successivo. Magari lo ha fatto perché può capitare che la gravidanza non si “attacchi” bene nelle prime settimane. Ma i tuoi pensieri erano già avanti e un po’ rimani delusa. Non può succedere nulla. Non deve succedere nulla. Passano le settimane, le beta crescono e finalmente vai alla prima visita, piena di dubbi e domande.

E lì, per la prima volta, vedi il tuo bambino. Un fagiolino di pochi millimetri. E’ così piccolo e diventerà un bambino. Poi senti il suo cuore battere forte. Un fagiolino con un cuore potente. Ed è subito amore. E’ quello il momento in cui ti rendi veramente conto che c’è una vita che sta crescendo dentro di te. Un fagiolino che si è aggrappato forte a te e ti fa sentire la sua presenza attraverso il suo cuore. Un cuore che batte insieme al tuo. E ti senti mamma per la prima volta.

L’attesa

I mesi passano. Scopri che è una femmina. E sta bene. La senti scalciare per la prima volta. E le emozioni crescono. Inizi a preparare il suo corredino. Devi decidere dove andare a partorire e fino all’ultimo sei indecisa. Perché la tua ginecologa lavora in un ospedale dove non c’è la maternità. Ed allora dovrai partorire da un’altra parte. Tutti ti dicono la loro. Clinica, ospedale, neonatologia, nido, rooming in, I livello, II livello, III livello. Alla fine pensi solo al consiglio della tua ginecologa: scegli un posto che ti ispira fiducia, senza ascoltare i racconti degli altri. Ogni parto è diverso. Ogni esperienza è diversa. Segui il tuo istinto.

E poi arriva il giorno prima della data prevista del parto. Tutto tace. Tutto sembra tranquillo. E probabilmente la bimba ritarderà… ma poi di notte senti all’improvviso come un “tic” nella pancia. Come il rumore di un palloncino che scoppia. Ti alzi per andare in bagno e non arrivi alla porta della camera da letto quando un fiume in piena ti travolge. Hai rotto le acque. Rimani ferma, bloccata sulla porta. Non riesci a muoverti. Chiami il tuo compagno/marito e gli dici che “forse” hai rotto le acque. Ma è sicuro che è così. Non puoi esserti sbagliata. Lui si alza tranquillo e quasi ti prende in giro vedendoti ferma immobile.

Quale ospedale?

E’ arrivato il momento. Bisogna correre in ospedale. Ma quale ospedale? Alla fine scegli la clinica ostetrica convenzionata con il Sistema Sanitario Nazionale. Quella dove hai conosciuto le ostetriche perché facevi un corso di ginnastica in acqua per gestanti. Quella dove hai fatto quasi tutti i monitoraggi. E quella dove hai frequentato il corso preparto. Quella dove le ostetriche ti sono sembrate tutte gentili e disponibili, a differenza dell’ostetrica dell’ospedale dove hai fatto 2 monitoraggi e che è stata piuttosto scorbutica. La clinica ostetrica che ha una neonatologia di II livello (il livello intermedio) e il rooming in. Può andar bene un II livello, sei alla fine della gravidanza, la tua bimba starà bene. E comunque, come aveva detto la ginecologa, ti ispira fiducia. Anche se tua mamma avrebbe preferito l’ospedale. Scegli il posto dove ti senti più al sicuro.

La nascita di Figlia Uno

Corri in clinica e scopri che ci sarà da attendere. Il momento è quasi arrivato, ma ancora non percepisci le contrazioni. Ti auguri che il travaglio vero parta e che non si arrivi ad un cesareo. Le ostetriche ti dicono di riposarti, adesso che ancora puoi, ma non ci riesci. Non dormi più. Passa la mattina. Passa il pomeriggio. Le contrazioni si fanno sentire, ma c’è ancora tanta strada da fare. Cammini su e giù per il corridoio. Il ginecologo di turno la sera dice che se le contrazioni continuano così sicuramente la notte partorirai.

Tu lo speri, perché non vuoi arrivare alla mattina successiva e rischiare di fare un cesareo. Passano 23 ore esatte dalla rottura delle acque quando una contrazione forte ti fa urlare. L’ostetrica corre, ti visita e chiama la sala parto. Il momento è arrivato. Chiami di corsa il tuo compagno/marito che è tornato a casa e gli dici di correre. Temi che non riesca ad arrivare in tempo. Ma lui in 5 minuti è da te. Pronto per aiutarti nel momento delle spinte. Ed in sala parto ritrovi una delle ostetriche del corso preparto, Ilaria. E ti senti felice. Avere vicino una persona che conosci, ti tranquillizza.

Tra spinte, urla e dolore che non si può descrivere, alle 3.35 di notte nasce la tua bambina. Una splendida bimba di 3,445 Kg. 24 ore dopo la rottura delle acque. La vedi e ti innamori all’istante di lei. Il miracolo della vita si è realizzato. Ti sembra impossibile. Il dolore provato ti fa pensare che rimarrà figlia unica. Ma sarà un pensiero che svanirà presto. La guardi e quasi non riesci a crederci. E’ la tua bambina. L’hai nutrita e fatta crescere dentro di te per 9 mesi. Ed ora è lì davanti a te. Ti godi i primi momenti con lei. La nostra nuova famiglia. Il primo miracolo della vita si è compiuto.

Rooming in e parenti

E con il rooming in puoi stare con lei in qualsiasi momento, a parte quando la portano al nido per i controlli di routine. Tu non riesci a smetterla di guardarla. E non hai ancora sonno. L’adrenalina è ancora troppo alta e non vuoi perdere un istante della sua vita. Tutti vengono a conoscerla. Due giorni e siete a casa. E la casa è piena di amici e parenti che vogliono stare con la bambina, mentre tu vorresti solo rimanere da sola con lei ed il tuo compagno/marito. Tutti pronti a dare consigli (non richiesti) su cosa fare con la piccola. Poi finalmente la sera restate da soli. E ti prende il panico. Che fare se piange? Come capire di cosa ha bisogno? 

Alla fine i consigli dei parenti non li hai voluti, perché volevi affidarti al tuo istinto materno. E pensi sia giusto così. Ma quando hai bisogno di una parola di conforto, la trovi attraverso una chat, facendo mille domande ad una amica che ha una bambina di quasi 2 anni e che quindi ha affrontato i tuoi stessi dubbi prima di te. E le risposte di Ilaria (un’altra Ilaria) ti rassicurano e ti fanno capire che non devi aver paura e che il tuo istinto materno ti farà capire di cosa ha bisogno la tua bambina.

Piano piano iniziate a conoscervi. La bambina cresce. Tutti i suoi traguardi sono per te un’emozione unica. Dal primo bagnetto al primo versetto, dalla prima pappa alla prima parola, dai primi passi al primo compleanno. La tua vita è più bella. Poco importa se con qualche ora di sonno in meno e con più responsabilità. Era quello che volevi.

Miracolo della vita… e due

E poi ad un certo punto capisci che hai nostalgia del pancione. Capisci che vuoi dare una sorellina o un fratellino alla tua bambina. E decidi di iniziare a provarci quando ti senti pronta. Quando il ricordo del parto e del tuo pensiero che la tua bimba sarebbe stata figlia unica ti sembrano così lontani. E la seconda gravidanza arriva all’improvviso. Quando il tuo era solo un pensiero da mettere in pratica. Molto prima dell’altra volta. Un nuovo miracolo.

Nuove emozioni da affrontare. Il timore di non saper amare questa nuova vita come ami la tua bambina. Il timore che la tua bambina possa risentire troppo dell’arrivo della sorellina o fratellino. Ma come sempre ti fai guidare dal tuo istinto e fai tutto quello che ti sembra più giusto per preparare la tua bambina a condividerti con un’altra. E scopri che sarà un’altra femmina e sei felice. Un altro cuoricino che batte dentro di te. Ma ti resta il timore di non riuscirla ad amare alla stessa maniera di come ami la prima. Timore che ti accompagna per tutti i 9 mesi.

DPP

Poi arriva il giorno presunto del parto e ancora non succede nulla. Ti chiedi come andrà questa volta. Se romperai le acque di notte come la prima volta. Se finirai nel protocollo di gravidanza protratta. Ti auguri di riuscire a fare di nuovo un parto naturale. Due giorni dopo la fine del tempo ti svegli di notte con le prime contrazioni. Controlli l’orologio e sono regolari: ogni 8 minuti. Ma sono le prime e allora resti a letto. La mattina dopo porterai la tua bambina al nido e poi andrai in clinica a farti controllare. Senza fretta.

Arrivi in clinica col tuo compagno/marito e sorpresa: dilatazione a 10 cm. Al pronto soccorso ti accoglie l’ostetrica che ha fatto nascere la tua prima bambina. E si corre in sala parto dove trovi un’altra ostetrica che, anche lei, si chiama Ilaria. Ed un ostetrico, Pasqualino, che ti aiuterà molto. E dopo poco più di un’ora, alle 11.50 di mattina, la tua seconda bambina nasce. 4,250 Kg di dolcezza. Ecco il secondo miracolo della vita.

L’amore raddoppia

E nel momento in cui la guardi capisci che tutti i tuoi timori sull’amore che avresti provato per lei erano infondati. E’ amore a prima vista. Il tuo amore è raddoppiato in un istante. E ti senti colma di gioia. E non vedi l’ora di presentarla alla tua bambina per riunire la famiglia. Si è compiuto un altro miracolo della vita. La guardi e ti sembra impossibile che fino a poco prima fosse dentro di te. Un miracolo che non si può spiegare. Un miracolo che si deve vivere. Questa volta affronti tutto con più calma, ma con la stessa emozione. E stavolta pensi che saresti pronta a farne subito un altro, ma per ora ti dedichi alla tua famiglia. E a due splendide bambine a cui donare tutto il tuo amore.

Il miracolo della vita è appena iniziato.

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